C+S Architects, un non-colore democraico

Quando negli anni '70 la cucina diventa bianca, "si trasforma in uno spazio neutro che chiunque può usare, uguale per tutti": ecco perché, secondo C+S Architects il non-colore bianco è democratico

"Nel Dopoguerra, con l’ingresso degli elettrodomestici, la cucina diventa una conquista di libertà per la donna, che guadagna tempo libero per se stessa", dice Alessandra Segantini, contitolare dello studio C+S Architects insieme al marito Carlo Cappai. "Negli anni ’70 l’introduzione della cappa svincola la cucina dai muri e la riporta potenzialmente al centro della casa, nelle zone living. La cucina 'sparisce' come spazio tecnicamente caratterizzato e si confonde con un muro, diventa una specie di ‘muro attrezzato: la cucina bianca diventa una cucina neutra, democratica, uguale per tutti"

Gli architetti A. Segantini e C. Cappai - C+S Architects

Per Elmar gli architetti Cappai e Segantini hanno firmato due modelli di grande prestigio della collezione cucine: @Home e Skin, concepiti in bianco. "Con gli anni ‘70 - prosegue l'architetto Segantini - la cucina bianca la vedo come il riflesso di un fondamentale passaggio sociale epocale che dice: la donna non è più la sola a doversi occupare di preparare il cibo, perché chiunque può usare questo nuovo spazio neutro: la cucina. Dopo gli anni ‘70 si lavora arricchendo la cucina bianca con i dettagli delle gole e delle maniglie, con il rapporto con lo spessore dei piani di lavoro, con l’introduzione di vuoti e di nicchie e con l’inserimento di nuovi materiali".

Dal punto di vista estetico in che modo e perché il colore/non-colore bianco e i due modelli Elmar firmati da rappresentano una carta vincente per l’arredo della cucina, e non solo? "Da nomadi a stanziali, gli umani accendono un fuoco e in quel momento nasce la cucina, luogo di calore e convivenza, centro della casa. Oggi siamo di nuovo nomadi", risponde l'architetto Segantini. "Le statistiche dicono che le nuove generazioni negli Stati Uniti abitano una casa per un massimo di otto anni e poi si spostano; prediligono spazi fluidi dove sono scomparse le stanze, i muri, le porte. I confini si spostano verso i sistemi built-in: cucine, armadi, pareti mobili e il design si concentra sulle superfici di queste macchine complesse. I modelli @Home e Skin di Elmar sono nati nelle versioni bianche. Entrambi possono declinare la tonalità di bianco (nelle finiture in argilla e in laccato opaco) in continuità con quella delle murature oppure anche arricchire il bianco di venature o tessiture particolari (nelle finiture in legno e in metallo)".

"I due modelli, che riflettono le tendenze di trasformazione della cucina in zona living, possono essere definiti come ‘muri che si aprono’ magicamente, svelando una cucina che scompare una volta finito l’utilizzo. Questo permette di far fronte anche alla generale compressione delle superfici degli appartamenti. La gola di @Home e la maniglia di Skin delle due cucine Elmar sono dettagli sofisticati su una superficie neutra a prima vista. La gola di @Home si apre in verticale come un’ombra preziosa sull'hakama del samurai e in orizzontale si ferma a metà dell’anta, definendo un dettaglio prezioso difficile da copiare. Skin ha una maniglia che disegna una struttura, un frame da poter utilizzare in orizzontale e verticale. È stata disegnata con un taglio a 45 gradi che asseconda la presa della mano. La nostra epoca - conclude Segantini - è fatta di esperienze, sensazioni, emozioni. Cosí oggi il bianco è uno sfondo che attiva esperienze".

Un'altra versione di Skin, di Elmar firmata da C+S Architects