A casa dello chef pâtissier

Nell'intervista, lo chef pâtissier Diego Crosara, campione di raffinatezza dolce e salata, ci racconta il progetto della sua nuova casa e della cucina open space creata su misura da Key Cucine, che richiama la funzionalità del laboratorio

Eleganza e minimalismo sono la cifra stilistica dello chef pâtissier Diego Crosara appannaggio non solo delle sue creazioni di pasticceria, veri gioielli dolci e salati. Il suo stile sempre equilibrato e raffinato si esprime in modo evidente anche nella sua nuova casa, appena ultimata. Proprio qui incontriamo Crosara, grande protagonista della pasticceria italiana, responsabile di prodotto per Marchesi 1824, pasticceria appartenente al Gruppo Prada. Per quest'incarico, lo chef pâtissier si affianca ad Angelo Marchesi nella realizzazione di nuove collezioni di pasticceria, cioccolateria e gelateria, al fine di garantire lo sviluppo dello storico marchio nell’ambito della qualità e dell’eccellenza che lo identificano da quasi due secoli. "Sono definito pasticciere estroso", afferma lo chef pâtissier. "Amo uscire dagli schemi e superare il confine tra classico e moderno".

Lo chef pâtissier nella sua cucina, realizzata su misura da Key Cucine - Foto: Laura Panno

Nuove tecniche di pasticceria e di cucina

Nel suo ricco palmarès di riconoscimenti, premi e obiettivi raggiunti in quarant’anni di lavoro, Crosara può vantare, tra l’altro, la carica di pasticcere all’interno della Nazionale Italiana Cuochi, il premio di campione del mondo di gelateria nel 2016 e, nel 2012 la medaglia d’oro per la Coppa del Mondo di gelateria. Inoltre, dal 2005, Diego Crosara è anche docente presso la scuola di cucina e pasticceria Cast Alimenti, a Brescia. I suoi diversi corsi di pasticceria sono dedicati a "ragazzi e a professionisti che hanno negozi propri", continua lo chef pâtissier. "Perché nei laboratori di pasticceria c’è bisogno di portare novità non solo rispetto agli abbinamenti e ai gusti, ma anche a livello di produzione. Chi, come me, è un professionista e tiene corsi in questo campo, deve essere preparato a 360°. Così insegno tutto, a cominciare dalla 'arte bianca': pane, brioche e poi paste e pasticceria dolce e salata, pasticceria mignon, semifreddi.

"Quello che amo di più è la mignon dolce e salata, è la più interessante - continua Crosara - anche se richiede molta fatica: si tratta di un bocconcino che deve racchiudere tanto sapore e unire la parte morbida a quella croccante. La mia idea di pasticceria è contemporanea, applicata al modo della ristorazione. È sempre più leggera, con meno zuccheri, attuale, anche con farine alternative o senza glutine". A casa sua, invece, quando ci sono ospiti, lo chef pâtissier tralascia del tutto le preparazioni di pasticceria occupandosi della cucina in generale e soprattutto di primi piatti, che ama particolarmente. E dall'attività e capacità professionali ha mutuato l’abilità di scegliere e utilizzare al meglio piccoli e grandi elettrodomestici: "A casa il dolce arriva solo perché lo porto, ma non lo preparo mai! Mi piace invece cucinare per famiglia e amici, sperimentare nuove tecniche come il sottovuoto e la cottura a vapore. Ho l’abbattitore, il roner per la cottura a bassa temperatura e un forno combinato in cui preparo carne, pesce e verdure».

Un open space bello e fruibile

L'area giorno a doppia altezza con la cucina a di sotto del soppalco

La nuova casa di Crosara è un edificio di carattere razionalista circondato da un giardino (nella zona residenziale di Altavilla Vicentina); il progetto dell’architetto Martina Negrini - che si è occupata anche dell’arredo - colpisce per il rigore stilistico, che negli interni è giocato sul taglio pulito e prospettico degli spazi, sulla purezza formale e sul minimalismo dell’arredo impostato su pochi ed essenziali mobili e contenitori integrati con il concept architettonico. La quasi austerità dell’interior è stemperata da un materiale “caldo” come il legno. La villa si sviluppa su due piani collegati da una scala a vista, con gradini pieni sovrapposti gli uni agli altri.

Osservata dal bancone della cucina, la scala in cemento chiaro sembra fluttuare senza appigli, stagliandosi sulla parete di fondo con texture a listelli in legno e illuminazione wall washer. Qui, al piano terra, la zona clou è il living a doppia altezza; al di sotto della balconata del primo piano, con libreria a vista, protagonista è la cucina aperta, creata su misura da Key Cucine. Nell’angolo a sinistra, cantinetta e frigo in acciaio di Signature Kitchen Suite. Davanti alla scala, funge da elemento divisorio il blocco colonne in laccato bianco, con zona lavoro supplementare.

Un lungo bancone attrezzato

Lo chef davanti al bancone e al tavolo da pranzo in legno; le sedie Kartell sono firmate Philippe Starck - Foto: Laura Panno

"Volevo una casa comoda e funzionale e, insieme all’architetto Negrini, abbiamo cercato di creare un luogo dove bellezza e funzionalità andassero “a braccetto”, fatto di spazi grandi e vivibili, con un ampio living», spiega Diego Crosara. "Priorità di questo progetto era sicuramente l’open space di cucina e soggiorno, che doveva ospitare anche un ampio tavolo per tanti amici. Si tratta di uno spazio importantissimo per me , che dev’essere dedicato alla convivialità. Il progetto della grande cucina è stato quindi studiato in base alle mie esigenze, insieme all’architetto e a Key Cucine; così, adesso, quando ho 10-15 invitati, non me ne accorgo quasi...".

Il tavolo in legno, il blocco-colonne e la scala a sbalzo; a destra, il bancone - Foto: Luca Masarà

La contrapposizione di tre blocchi funzionali intercetta il concept d’arredo della cucina, con il lungo bancone, la linea di basi sotto la finestra e il blocco totemico delle colonne slegato dalle pareti, che ingloba una zona lavoro ed elettrodomestici e che si pone nello spazio come una quinta celando parte della scala posta sul retro. "Per la cucina - spiega Crosara - più di tutto volevo un bancone in acciaio che mi desse l’idea di quello di un laboratorio, che fosse funzionale e mi consentisse di avere tutto a portata di mano. Il bancone ha sì un piano in acciaio, ma è rivestito in rovere e si confronta con i pavimenti in cemento e in legno. Perché in cucina desideravo anche materiali che conferissero calore all’ambiente».

Vista prospettica della basi bianche con lavaggio e del bancone; a destra, i forni nel blocco colonne - Foto: Luca Masarà