Nel quartiere di Porta Ticinese a Milano, un appartamento dall’impianto storico scopre nuove proporzioni e una rinnovata luminosità grazie al ruolo preminente ora svolto dalla cucina. Una giovane coppia con due bambini desiderava, senza stravolgere la struttura del proprio appartamento, aprire la zona giorno “trovando soluzioni per recuperare spazio e armadiature. Volevano che l’appartamento assumesse un carattere caldo e mediterraneo”, commentano gli architetti Giulia Urciuoli e Andrea Pezzoli di co.arch studio. Un grande ingresso buio, tipico delle case d’epoca milanesi, si trasforma così in un ambiente luminoso, collegato alla zona giorno: da un lato la cucina, ampliata e disegnata ora da partizioni traslucide, dall’altro il muro di spina portante dell’appartamento, “arredato” con una parete attrezzata multiuso in continuità con l’ingresso e aperto con due vani (esistenti) sulla grande zona giorno.
Il concept della ristrutturazione è stato ispirato agli architetti di co.arch studio dalle parole di Luigi Caccia Dominioni: “L’ingresso diretto in soggiorno non lo amo perché non riserva sorprese, mentre il compito dell’architetto, io credo, è anche quello di suscitare un succedersi di emozioni”. Nell’appartamento situato a pochi passi dal Parco delle Basiliche, il corridoio è rimasto il cardine del progetto ma, da ambiente oblungo e poco luminoso, diviene un diaframma permeabile per gli ambienti giorno e, organizzato con grandi armadi e librerie su misura a tutta altezza, ospita anche alcune opere d’arte della famiglia. “Di ispirazione la cura e i materiali presenti nelle parti comuni del palazzo, in particolare il marmo verde alpi all’ingresso, ripreso nel colore in forme geometriche disegnate sulle murature, e il vetro rigato negli spazi di servizio”. Poche le opere murarie; sono la successione di armadiature e librerie in laccato bianco e il parquet di rovere posato a spina italiana a evidenziare la continuità fra gli ambienti, zona notte compresa. Tutte le porte sono rasomuro per enfatizzare la pulizia e la semplicità degli spazi, le maniglie sono le storiche Lama disegnate da Gio Ponti per Olivari, in versione nera.
Punto fondamentale della ristrutturazione è stato ristabilire gli equilibri fra l’ingresso, ampio e sostanzialmente buio tipico delle case d’epoca milanesi, la cucina, un ambiente chiuso “di servizio”, e il soggiorno. Aprire la vista della cucina dall’ingresso, e ampliarne le dimensioni a sfavore di quest’ultimo, con pareti vetrate dal motivo rigato che lasciano filtrare luce e aria ha ridimensionato, anche solo percettivamente, l’intero appartamento. La zona giorno è concepita come uno spazio fluido in cui un cabinet de curiosités progettato su misura dallo studio co.arch si srotola tra superfici in legno, vetro e cementine senza soluzione di continuità. Il soggiorno è delimitato da un lato da una libreria a tutta altezza realizzata su disegno, e dall’altro da un tavolo da pranzo scultoreo; la cucina è ridisegnata da pareti di vetro con motivo rigato che affacciano e portano luce direttamente sull’ingresso; il corridoio, al centro, aperto e funzionale, connette i diversi ambienti senza soluzione di continuità riprendendo la trama della parete attrezzata bianca. Adiacente all’entrata si trova anche un piccolo bagno di servizio che nasconde un’organizzata lavanderia, contenuta in armadiature su misura.
La cucina è contenuta in pareti traslucide e illuminata a terra da un particolare rivestimento ceramico che, come se brillasse, disegna un grande tappeto geometrico fatto di cementine. L’organizzazione dell’arredo è tecnica e funzionale: basi e pensili laccati bianco opaco con maniglie a gola fanno da sfondo a un piano lavoro in HPL nero, sempre opaco, in cui si incassano il lavabo e la piastra a induzione. Sul lato opposto, una parete attrezzata a tutt’altezza organizzata con diverse profondità per integrare le discontinuità del muro (fra porzioni portanti e tramezzi a separazione con il bagno di servizio) contiene il frigo e la colonna dei forni. La vetrata, su disegno dello studio milanese, è realizzata artigianalmente con vetro Flutes stratificato (prodotto da Agc). Alla struttura metallica portante sono integrate anche alcune mensole in ferro per ospitare piante e oggetti in ceramica siciliani. Al centro dell’angolo vetrato c’è il tavolo da pranzo, leggero, con piano in vetro e struttura metallica. Lo stesso disegno della vetrata che racchiude la cucina è ripreso per delimitare con continuità anche gli ambienti della zona notte e le aree più private della casa, enfatizzando il fluire della luce.
SCHEDA PROGETTO
LOCALITA'
Milano
PROGETTO
co.arch studio, Giulia Urciuoli e Andrea Pezzoli
http://coarchstudio.it
SUPERFICIE APPARTAMENTO
150 mq
CUCINA
Essebi
ELETTRODOMESTICI
Neff
CANTINETTA
Liebherr
PIANTE
PRIMA
PIANTE
DOPO