Steel, come affrontiamo l’emergenza sanitaria

    Steel, che dal 1999 produce elettrodomestici semi professionali ad uso domestico, ci racconta come sta vivendo questo momento di incertezza

    L’azienda specializzata nella lavorazione dell’acciaio, che proprio quest'anno aveva iniziato un piano di espansione per il mercato cinese con la programmazione dell'apertura di 60 negozi monomarca nelle principali città, ha inevitabilmente subito un brusco stop causato dall'attuale emergenza sanitaria.
    Martina Po, Direttore Marketing di Steel, spiega come stanno vivendo questo periodo difficile.

    Come avete affrontato l'emergenza?
    Steel ha seguito tutte le indicazioni del governo. Inizialmente adottando misure di sicurezza quali misurazione delle temperatura, utilizzo di mascherine, distanziamento delle postazioni di lavoro e sanificazione quotidiana degli ambienti. Successivamente ci siamo visti costretti a chiudere lo stabilimento, da un giorno all’altro abbiamo contattato tutti i clienti per i quali abbiamo prodotto a tempo di record merce urgente per poter spedire le loro commesse. Da diverse settimane siamo chiusi, mantenendo però attivo il servizio di assistenza tecnica e lavorando in smart working ove possibile, per mantenere vivo il contatto con i nostri clienti.

    Come sta impattando l'emergenza sul fronte export?
    Purtroppo o per fortuna il virus si è diffuso in maniera disomogenea nel mondo, quindi quando in Italia la situazione è diventata difficile, la Cina iniziava a riprendersi; nel frattempo i resto dell’Europa ancora sembrava non soffrire troppo. Per questo abbiamo continuato a ricevere ordini dai nostri clienti europei ancora in modo regolare per circa due settimane. Questo ci ha consentito di programmare la produzione e schedularla in modo da avere un buon portafoglio ordini alla riapertura.

    Come è possibile mettere a frutto questa pausa forzata?
    Noi la stiamo sfruttando soprattutto sul campo delle pubbliche relazioni. Abbiamo approfittato della pausa produttiva e del momento di calma anche all’estero per dedicare una telefonata ad ogni nostro cliente, per capire quali fossero i sentimenti e i sentori al di fuori dell’Italia e cercare di rafforzare il legame umano con tutti loro. Siamo certi che questa strategia ci porterà i suoi frutti.

    Si può immaginare la ripartenza? come?
    Ci immaginiamo una ripartenza graduale che vedrà cambiare le regole del business e che certamente sconvolgerà il modo di ognuno di rapportarsi con le persone. Siamo fiduciosi in una ripartenza a breve che consenta a noi, ma anche a tutti gli attori del settore, di riprendere l’attività. Altre settimane a fatturato 0 non sono sostenibili per le imprese. Ci aspettiamo anche un aiuto concreto da parte del Governo per tutte le aziende che hanno dovuto fronteggiare questa crisi.