Snaidero investe sul futuro con il nuovo assetto e piano industriale

Con l'accordo siglato a fine luglio, il fondo IDeA CCR II acquisisce la maggioranza del Gruppo Snaidero e vara definitivamente il piano industriale per il rilancio dello storico brand

A luglio si è conclusa l’acquisizione della maggioranza del Gruppo Snaidero da parte di IDeA Corporate Credit Recovery II, il fondo gestito da DeA Capital Alternative Funds SGR (società del Gruppo DeA Capital).

L’operazione ha l’obiettivo di rilanciare il Gruppo grazie alle nuove risorse finanziarie - 13 milioni di euro, di cui 9 destinati a investimenti - e alla riduzione dell’indebitamento per complessivi 12 milioni di euro, con una patrimonializzazione di pari importo.

Conclusa la procedura che ha permesso all’azienda di tornare pienamente sul mercato, il CEO Massimo Manelli, nominato dal nuovo consiglio di amministratore, spiega quali siano le priorità e gli investimenti previsti.

Massimo Manelli, amministratore delegato Gruppo Snaidero

Cosa prevede il piano industriale messo a punto in questi mesi?

Premetto che lo studio del piano industriale è partito con largo anticipo rispetto all’acquisizione definitiva della società ed è stato ben calibrato su due punti centrali a cui stiamo lavorando contemporaneamente: la riorganizzazione dell’azienda e lo sviluppo del business. L’obiettivo e l’orgoglio di fare tornare il marchio al posto che gli compete è la marcia in più con cui affrontiamo un piano ambizioso.

Quali sono gli interventi prioritari?

Ci stiamo concentrando sulla fabbrica di Majano per rendere più efficiente sia il ciclo produttivo, accorpandolo su un’unica linea, sia la logistica. Crediamo che l’integrazione verticale e il controllo all’interno della fabbrica di tutte le fasi del processo, verniciatura compresa, sia irrinunciabile per un brand che ha fatto dell’affidabilità uno dei suoi valori primari, riconosciuto dai nostri clienti e dai consumatore finale. E l’efficienza del processo è la garanzia per offrire qualità del prodotto e del servizio.

Per lo sviluppo del business quanto è importante l’Italia?

Per un’azienda simbolo del made in Italy è fondamentale una presenza forte in Italia e la distribuzione è un biglietto da visita fondamentale anche per l’attività di sviluppo all’estero. L’operazione di rilancio vede, dunque, l’Italia protagonista e riteniamo strategico per la brand reputation avere al nostro fianco una distribuzione qualificata che offra un servizio al massimo livello.

Quali saranno le azioni messe in campo per supportare i partner della distribuzione?

L’obiettivo, come si diceva, è quello di aumentare il livello di servizio nei punti vendita già partner e di aprirne di nuovi altamente selezionati.

Non abbiamo bisogno di una distribuzione massiva perché non siamo un brand di massa, ma vogliamo la garanzia che il cliente possa essere assistito prima, durante e dopo la fase di acquisto. Insieme ai nostri partner dobbiamo poter rispondere a tutte le aspettative dei clienti e nel tempo più veloce possibile. Oggi la differenza si gioca proprio sul contenuto del servizio che, parlando di arredo cucina, è mediamente più alto che in altri settori. Per questo rafforzeremo anche l’aspetto formativo, altro punto qualificante del brand, sostenuto sia presso il punto vendita sia in azienda, nel nostro splendido showroom interno.

Sono previste aperture di store momonarca?

Abbiamo un programma di aperture sia all’estero sia in Italia - le più recenti sono state a Sidney e a Palermo - ma ne faremo altre a breve insieme ai nostri partner in modo selettivo, dopo una analisi condivisa sul territorio per puntare su una distribuzione efficiente. Nel frattempo stiamo valutando la location ideale per aprire un flagship store a Milano, città che si conferma la migliore vetrina del mondo per quanto riguarda il design.

L’investimento previsto sarà finalizzato nei tempi più brevi possibili, sicuramente entro il 2019.

Contemporaneamente, riporteremo al suo splendore originale la sede di Majano progettata da Angelo Mangiarotti. Anche la sede dell’azienda, tanto più se ha l’importanza di quella di Snaidero, è un potente strumento di comunicazione.

Quali sono gli investimenti in comunicazione per il 2019?

Punteremo molto sui media digitali, le cui potenzialità non sono sfruttate al massimo dal nostro settore, e lo faremo a supporto dell’attività locale dei nostri partner. L’utilizzo massivo dei social ci permetterà anche di conoscere meglio il nostro potenziale consumatore e di intercettarne bisogni e aspettative. Per questo stiamo formando all’interno una figura ad hoc.

È chiaro che un brand importante come quello di Snaidero necessita di una comunicazione in grado di tenere elevata la brand awareness, e per questo vogliamo intraprendere azioni territoriali molto mirate con un budget che è in fase di definizione ma che sarà sicuramente molto più importante di quello del 2018.

Vision, la nuova cucina Snaidero progettata da Pininfarina Design, presentata a Eurocucina 2018 e ora in fase di lancio

Nel piano di sviluppo che ruolo hanno i mercati internazionali?

Il Gruppo ha il suo core business nel marchio Snaidero e quest’ultimo sviluppa il 60% del fatturato all’estero, mentre su tutti i marchi del Gruppo l’incidenza del fatturato estero sale al 78%. Una percentuale che dimostra come lo sviluppo dei mercati internazionali sia strategico e una tendenza confermata anche dall’andamento 2018. Ci avviamo a consolidare un fatturato di 125 milioni di euro contro i 114 dello scorso anno e la crescita è da attribuire prevalentemente all’export, anche se in Italia abbiamo registrato un lieve aumento. Abbiamo registrato buone performance sia nel canale retail sia in quello contract. In questo ambito godiamo di una reputazione elevata in tutto il mondo, a riprova della nostra affidabilità, e stiamo svolgendo un ottimo lavoro anche attraverso la nostra filiale di Londra.

In generale i paesi ad oggi più importanti sono sicuramente Francia, Spagna, Olanda e Belgio nell’area europea, i paesi dell’Est, con la Russia il cui potenziale è ancora frenato dalle sanzioni, mentre funziona molto bene il rapporto con Snaidero Usa che distribuisce il brand in Stati Uniti, Canada e Messico. Grandi aspettative anche dal continente australe in cui ci sono già due flagship store. Infine, abbiamo un programma molto ambizioso per il mercato cinese, che è ormai maturo per apprezzare il nostro design, e per attuarlo stiamo perfezionando un accordo con una società di distribuzione leader nel settore.

In generale quali sono le prospettive per il made in Italy?

La dimensione media delle imprese italiane è sicuramente inferiore a quella tedesca, che è il nostro principale competitor e che parte già avvantaggiata da un mercato interno più grande, ma non abbiamo nulla da invidiare in termini di qualità, anche del servizio. Inoltre, siamo leader nel definire le nuove tendenze del design come dimostra anche il successo di Eurocucina.

Per questo puntiamo con decisione sul design e sulla qualità straordinaria che da sempre fa parte della storia di Snaidero e che è espressione autentica di quel made in Italy a cui il gruppo DeA Capital guarda da sempre con molto interesse, rilanciando le aziende e salvaguardandone i valori.

IL NUOVO ASSETTO

Con l’acquisizione della maggioranza del Gruppo Snaidero da parte di IDeA Corporate Credit Recovery II, è stato nominato anche il nuovo consiglio di amministrazione che vede Massimo Manelli in qualità di amministratore delegato, mentre Edi Snaidero riveste la carica di presidente. Consiglieri sono stati nominati Vincenzo Manganelli, Salvatore Spiniello e Maurizio Merenda.

Il Gruppo Snaidero ha due siti produttivi, uno a Majano e uno vicino a Nantes in Francia, e gestisce quattro brand: Snaidero, core dell’azienda e distribuito in tutto il mondo, Arthur Bonnet e Comerà in Francia, Rational in Germania.

Un dettaglio di Vision, la nuova cucina di Snaidero by Pininfarina Design

Nell'immagine in apertura, Vision, la nuova cucina Snaidero progettata da Pininfarina Design, presentata a Eurocucina 2018 e ora in fase di lancio