Ristrutturazione a Milano con una cucina urban style

Una ristrutturazione a Milano crea una zona giorno fluida nell'open space di ingresso, che termina con una cucina urban style, aperta eppure raccolta e accogliente

La ristrutturazione di un appartamento a Milano, collocato in un edificio di fine Ottocento, punta su spazi aperti e concepisce la cucina come un ambiente aperto e intimo al tempo stesso.

Lo stato pregresso

L'opera di ristrutturazione parte da appartamento all’ultimo piano, che avrebbe potuto inglobare anche il sottotetto, dalle condizioni malconce: il tetto era totalmente privo di isolamento, i serramenti in legno del terzo piano avevano il vetro singolo e quelli del piano sottotetto erano in semplice ferro. Le richieste della committenza erano chiare: uno spazio aperto, senza porte o chiusure tradizionali e, al tempo stesso, un ambiente intimo e accogliente.

Le grandi potenzialità della ristrutturazione dovevano essere bilanciate da un’attenta valutazione dei costi dato lo stato dell’immobile. La pianta, perfettamente rettangolare, aveva doppio affaccio, un unico muro portante trasversale, imponenti travi in legno di castagno lasciate a vista in copertura e un’altezza considerevole al colmo del tetto, non sufficiente però per la costruzione di un secondo piano abitabile.

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IL CANTIERE. Una volta demoliti porte e solaio del sottotetto (nella foto), il diaframma in mattoni è diventato il perno attorno al quale ruota tutto l’appartamento.

La chiave per soddisfare le richieste della committenza e sfruttare al massimo le opportunità offerte dallo stato di fatto è stata la costruzione dei soppalchi: due “spazi” appesi alle travi del tetto che si affacciano sul piano sottostante (coprono infatti 1/3 della superficie sottostante, come previsto dalla normativa), uniti fra loro da un piccolo ponticello per renderli più leggeri.

L’idea di continuità dello spazio si trova così realizzata in entrambi i piani.

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TRE PIANI DI URBAN STYLE. Nell'edificio ristrutturato di fine Ottocento a Milano, lo spazio senza partizioni murarie della zona di ingresso ospita un susseguirsi inedito di ambienti: uno dopo l’altro, dal salotto sofisticato fino alla cucina urban style.

Al piano inferiore, dedicato alla zona giorno, gli ambienti si susseguono senza chiusure in un fluire continuo: ingresso, soggiorno e pranzo in un unico ambiente, e la cucina a penisola nell’ultima porzione di spazio, separata dal muro portante ma aperta da entrambi i lati grazie alla demolizione delle porte con la completa apertura del vano.

DUE ACCESSI. Progettata in virtù del muro portante, la cucina è organizzata a penisola; ha, di fatto, due accessi e connota due ambienti distinti, seppure uniti. Dal vano rasente il muro di ingresso si entra nella parte “tecnica” dell’ambiente: frigorifero free standing di acciaio, piano di lavoro con fuochi, che ruota a formare la penisola che contiene il lavaggio.

Al piano superiore, dove si trovano le zone private della casa, lo sguardo riesce a traguardare tutti gli ambienti attraverso balaustre e cavetti d’acciaio.

La cucina nell'ultima porzione di open space

Qualche accorgimento rende la soluzione più funzionale. La cucina urban style è stata studiata in modo che la parte “tecnica” fosse collocata nella posizione più “protetta”, dietro il muro portante.

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A TUTTA ALTEZZA. Con accesso anche dall’altro vano, aperto a tutta altezza e rasente la parete lato strada, la seconda porzione della cucina ospita la parte “conviviale”, dove la penisola si alza con una mensola che diventa piano snack.

Dai due vani liberati dalle porte si accede, dal lato verso il cortile interno (dove si aggancia anche la scala per salire ai soppalchi, nella foto sotto), alla zona di lavoro vera e propria della cucina, mentre lungo il fronte su strada (a doppia altezza e con l’affaccio del soppalco superiore), si entra dal lato della penisola, organizzata con una mensola rialzata e sgabelli ideali per colazioni o pranzi informali.

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Entrambi i soppalchi sono stati progettati in modo da poter essere chiusi da pareti in cartongesso (con insonorizzazione) per diventare vere e proprie camere, nell’eventualità in cui fosse necessaria una suddivisione più “classica” dell’appartamento.

Il senso di intimità e accoglienza dell’appartamento, cucina compresa, sono stati affidati alla scelta di materiali e finiture.

Parquet, mattoni e travi in legno

Il pavimento, uguale in tutto l’appartamento, gioca un ruolo fondamentale: il parquet, in rovere massello con finitura spazzolata a doga lunga viene posato a correre, senza soluzione di continuità tra i diversi ambienti. La finitura rustica rende l’ambiente caldo e il materiale naturale, di colore miele scuro, richiama le travi in castagno del tetto, che sono state spazzolate, per togliere la patina del tempo, e mordenzate per ravvivarne il colore.

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MATERIALI E FINITURE. La cucina richiama un caldo stile industrial, come tutto l’appartamento. Alle travi di acciaio nero del soppalco che fa da soffitto alla zona lavoro, fanno da contraltare le strutture: dall’alzata lungo il muro in mattoni che nasconde il passaggio degli impianti, ai montanti che sorreggono la mensola/pranzo, in acciaio naturale, agli elettrodomestici a vista: il lavello incassato, il forno e il frigorifero free standing. Il piano così come i mobili sottostanti sono in laminato hpl ma, mentre il piano lavoro è trattato con una texture materica che richiama il metallo, con i suoi riflessi e striature, i mobili sono neri lucidi, con i bordi arrotondati.

La scelta di lasciare a vista alcune porzioni di muro portante in mattoni pieni, trattate con un primer per impedirne lo sfarinamento, enfatizza l’effetto.

All’interno della muratura portante attorno al quale ruota la zona giorno è stato trovato un camino, ma la canna fumaria, benché funzionante, non aveva le dimensioni adeguate alle attuali richieste normative. I committenti hanno comunque deciso di mantenerne a vista la nicchia originale, e girando per mercatini d’antiquariato hanno trovato una bocca in ghisa stampata, che, fissata al muro con semplici tasselli, ha donato un tocco “romantico” alla zona pranzo.

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L’INGRESSO NELLA ZONA GIORNO. Un ambiente unico, aperto anche sulla cucina urban style all’estremità opposta dell’ambiente maggiore che contiene anche la scala per accedere ai soppalchi problemi tecnici in prossimità delle finestre, dove i mattoni erano ammalorati. La soluzione, molto economica ma efficace, è stata fare una cornice di intonaco che mascherasse le parti rovinate e permettesse anche il passaggio dei cavi dell’impianto elettrico, richiamando i fregi che spesso si trovano attorno alle finestre all’esterno delle case di quest’epoca.

OBIETTIVO PROGETTUALE

Sfruttare le opportunità offerte dal recupero dello spazio in altezza, creando un ampio spazio aperto e fluido al piano inferiore, dove si susseguono ingresso, soggiorno e area pranzo.

SCHEDA PROGETTO

Località Milano

Progetto architettonico Architetto Chiara Maria Salvini

Tipologia abitazione appartamento ultimo piano soppalcato

Superficie complessiva 76 mq

Tipologia cucina semiaperta

Superficie cucina 18 mq

LE PIANTINE 

Piano inferiore

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Un unico ambiente, com’era in origine, ospita la zona giorno, con un piccolo soggiorno e la zona pranzo; la cucina, richiesta almeno parzialmente separata, ha trovato la sua naturale collocazione nel locale più piccolo, direttamente comunicante con un piacevole terrazzo. La demolizione delle due porte con l’apertura completa dei due vani ha reso fluido il passaggio dal pranzo alla cucina, permettendo di girare attorno al muro portante, che diventa l’elemento distributivo centrale di tutto l’appartamento, rimanendo sempre visibile, da ogni ambiente.

Piano superiore

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Demolito il vecchio solaio del sottotetto, è stato costruito un sistema di soppalchi con profondità diverse per 1/3 della superficie. La parte dove sbarca la scala, che funge da piano distributivo, è molto stretta, per non incombere eccessivamente sull’ambiente sottostante, mentre alle due estremità la profondità aumenta fino a raggiungere le dimensioni adeguate per una camera da letto. Per ottenere questo cambio di profondità, non volendo avere pilastri di sostegno al piano inferiore, il soppalco è stato appeso alla trave maestra del tetto.