MDW22. Uno sguardo alla cucina

    Primi appunti su quanto si è visto in cucina nella settimana tanto attesa del design. Affluenza superiore alle aspettative

    Con numeri da pre-Covid e tanto entusiasmo, la Milano Design Week ha premiato chi ci ha creduto e ha investito in prodotti nuovi, spazi rinnovati, eventi e aperture.
    Premiati ancora di più coloro che hanno creduto nel Salone, che con le sue oltre 262mila presenze ha confermato di essere il vero motore della simbiosi tra Milano e il design internazionale.
    Per quanto riguarda la cucina, mancavano in fiera alcuni nomi illustri, ma molti di più sono stati quelli che hanno aderito e hanno contribuito al successo generale della manifestazione.

    Nuove collaborazioni e tanti restyling 

    Chi ci ha creduto, lo ha fatto con convinzione proponendo delle novità, anche frutto di nuove collaborazioni (Scavolini con Luca Nichetto, Aran con Davide Oldani, e Febal con Libeskind per il progetto madie, solo per fare gli esempi più eclatanti), mentre sul fronte del Fuorisalone, sempre vivace e affascinante, si sono viste più reinterpretazioni di soluzioni già in collezione.

    CucinanD'O è stata firmata da Davide Oldani per Aran Cucine

    Nel caso di Boffi e Arclinea si sono voluti celebrare i 20 anni di due longseller, rispettivamente Case 5.0 e Convivium, arricchiti di performance tecnologiche più evolute, a dimostrazione della longevità di progetti centrati.

    Con la riedizione di Convivium Arclinea ripropone il tavolo Up&Down con una tecnologia più semplice da gestire

    La centralità dello showroom

    Il nuovo spazio Marmo Arredo in via santa Tecla 3 è stato disegnato da Stefano Boeri Interiors

    In generale si è preferito puntare sul proprio showroom a ribadire l’importanza strategica della piazza milanese, confermata dagli importanti investimenti in nuove aperture come quelle di Elmar con AEG, Marmo Arredo (firmato dal super attivo Studio Boeri Interiors), BSD, distributore esclusivo in Italia di Asko e Liebherr, e ancora Arclinea che ha ampliato il suo flagship di via Durini con uno spazio espositivo adiacente di grande fascino.

    Lo showroom diventa tanto più "casa" quando si celebrano i 50 anni di attività come è successo per Euromobil che ha festeggiato la ricorrenza invitando nello spazio di Monforte clienti e stampa.

    Fuorisalone. Gli allestimenti più coerenti

    Tra gli allestimenti in location prestigiose scelte dai produttori di cucine o elettrodomestici spicca in assoluto quello di Gaggenau, che nella settimana della MDW ha trovato casa a Villa Necchi Campiglio con l’installazione Statement of Form, riuscendo ad esprimere con grande coerenza tutto il valore del brand.

    Il mantra “True to food” di Signature Kitchen Suite ha trovato invece una felice sintesi grazie all’artista Carlo Stanga, che ha omaggiato Milano e il messaggio sull’autenticità del cibo con un’opera dal tratto narrativo esposta nello showroom del brand.

    L'artista Carlo Stanga ha firmato l'illustrazione protagonista dello showroom SKS

    Salone. Il messaggio parte dallo stand

    Anche in fiera si sono visti stand meno faraonici, seppure luminosi e accoglienti (uno per tutti citiamo il poetico allestimento di Fabio Novembre per Scavolini), e anche più aperti, a beneficio della leggibilità del prodotto.

    Fabio Novembre ha disegnato l'ingresso dello stand di Scavolini, il più poetico di Eurocucina

    A dimostrazione che non sono i metri quadri a fare la differenza ma le idee, lo stand di Schock, per la prima volta a FTK, è riuscito a raccontare l’essenza del brand in soli 200 metri quadri. Una ventata pop di colore, una profondità creata con un gioco di specchi e una gigantografia del testimonial Iggy Pop hanno catalizzato l’attenzione dei visitatori per tutta la durata della fiera.

    Tanto colore e un gioco di specchi per lo stand di Schock, per la prima volta a FTK

    Salone. Il prodotto più innovativo

    Lhov è il prodotto più innovativo visto durante la MDW. PRogettato da Fabrizio Crisà per Elica è stato presentato anche all'ADI (Ph. Casamenu)

    Altrettanto allegro e aperto lo stand di Elica, protagonista assoluta di questa edizione di FTK con il prodotto più innovativo visto in fiera. Disegnato da Fabrizio Crisà, Lhov è il primo blocco che integra piano cottura, aspirazione e forno (anch’esso dotato di aspirazione). Sul mercato tra un anno, Lhov inaugura una nuova tipologia di prodotto che, oltre ad avere scatenato la curiosità di tutti gli operatori, ha convinto anche alcuni cucinieri che lo hanno messo in esposizione.

    Soluzioni a 360° per i grandi gruppi

    Sempre parlando di prodotto, appare evidente a una prima lettura che chi è all’apice della classifica dei fatturati ha bisogno di una gamma estesa, che copra più fasce di mercato, che possa sostenere il business dei punti vendita monomarca. Con quest’ottica, ad esempio, si sono proposte Stosa (molto bene), Scavolini e Veneta Cucine, e si è confermata l’autonomia dei due brand del Gruppo Lube, con Creo Kitchens che si spinge anche verso il medio-alto, e Cucine Lube che aggiunge all'offerta alcune soluzioni più economiche.

    La fascia alta chiede personalizzazione

    Altrettanto chiaro il posizionamento di chi, nella fascia più alta del mercato, si pone sempre più come una sartoria capace di personalizzare al massimo le proposte. In questo caso non sono necessari tanti modelli, ma al contrario soluzioni architettoniche in grado di essere interpretate in fase di progetto. Citiamo per tutti Ernestomeda che ha puntato tutto sulla cucina Sign, la novità proposta dall‘art director Giuseppe Bavuso. Declinata in molteplici versioni e capace di interpretare lo spazio in modo autenticamente flessibile.

    Sign è la nuova proposta di Ernestomeda. Disegnata da Giuseppe Bavuso è caratterizzata da una varietà straordinaria di materiali, finiture e strutture

    I trend più significativi

    Al racconto approfondito delle novità e delle tendenze emerse sarà dedicato il prossimo numero di Ambiente Cucina, ma vale la pena ricordare già in questa sede la conferma della cucina outdoor che in questa edizione si è moltiplicata grazie sia all’industria dell’arredo sia a quella dell’elettrodomestico, le superficie tridimensionali con legno e vetro in rilievo (ma saranno pratiche in cucina?), il ritorno delle maniglie (più ergonomiche e di carattere ma anche più complicate da gestire in fase progettuale), qualche tocco di colore (molto belle le cromie dal rosa al mattone), uno sviluppo interessante di elementi a ponte, sia sul top sia sospesi sull’isola, in generale una scomparsa dei pensili classici a favore di un' alternanza di pieni e vuoti (questo almeno nelle proposte presentate) e delle colonne imperanti che ormai arrivano fino a terra, un predominio delle pietre più ricercate valorizzate da spessori sopra i 4 cm.

    Nella maggior parte dei casi, per concludere, la cucina vista a Milano è soprattutto destinata a chi vuole esibire status. Raffinata e opulenta allo stesso tempo, si candida a entrare nelle case più prestigiose del mondo.

    Indoor e outdoor, naturalmente.