Ludovica Serafini: lo spazio delle alchimie

L'architetto Ludovica Serafini ci parla dei modelli Elmar firmati Ludovica+Roberto Palomba, creati insieme all'architetto Palomba secondo i concetti di flessibilità compositiva ed ergonomia

Da oltre 25 anni disegna, insieme a Roberto Palomba, prodotti che sfuggono alle tendenze. È l’architetto Ludovica Serafini, cofondatrice dello Studio Ludovica+Roberto Palomba, il cui lavoro si distingue per l’approccio filosofico rivolto alla ricerca dell’essenza in ogni progetto, il cui obiettivo non è solo il risultato estetico, ma il benessere. Definiti come la coppia d’oro del design italiano, Ludovica Serafini e Roberto Palomba insieme disegnano arredi, oggetti, luci, complementi e creano spazi architettonici, apportando ciascuno il proprio contributo. Tutti i loro progetti sono quindi il risultato di un lavoro “in tandem” e si connotano per la forte valenza concettuale, formale e funzionale, anche per quanto riguarda l’arredo cucina. «Come architetto penso che la cucina sia un ambiente della casa estremamente accogliente», dice Ludovica Palomba. «Questo perché è lo spazio dove si creano le più belle “alchimie” in quanto luogo dove si mischiano creatività, esperienze, ricordi, e racconti. Per questo la cucina, all’interno della casa, diventa un luogo particolare, che può essere separato o unito ad altri ambienti come al living».

Per Elmar, l’idea di cucina si è concretizzata in diversi sistemi d’arredo dal carattere distintivo, che rappresentano appieno sia la filosofia dello Studio sia dell’azienda. «Da un lato si trova la visione dell’azienda, dall’altra l’interpretazione del progettista: da questo connubio possono nascere innumerevoli composizioni», dice Ludovica Serafini. «Il mondo della cucina è un mondo estremamente tecnico, con pochissimi gradi di libertà; infatti, le profondità e le dimensioni dei moduli sono abbastanza standard. Con Elmar abbiamo avviato un progetto molto interessante indagando il mondo dell’acciaio, poi quello del colore e delle geometrie per arrivare a esaltare inaspettate profondità», continua l’architetto. «Nello showroom milanese Casa Elmar, che abbiamo progettato, dobbiamo mettere in evidenza quanto queste cucine siano modulabili e intercambiabili tra loro. Ad esempio, l’unione di alcune parti del modello Playground unite alle linee di EL 01 danno vita a spazi nuovi e personalizzabili. Questo perché ci sono anche elementi che si sposano bene tra loro».

Ma quali sono oggi le esigenze del fruitore e come si evolverà la cucina, secondo Serafini? «Essendo la cucina un luogo così importante, dove “va in scena” la creatività, i clienti hanno richieste sullo spazio da dedicarvi. Notiamo sempre più che le persone hanno spesso una grande attenzione alla tecnologia, ovvero richiedono soluzioni davvero molto performanti anche in termini tecnologici. In futuro la cucina cambierà molto in base ai nuovi materiali, oltre che in relazione alle nuove tecnologie, che ci consentiranno mutazioni ed evoluzioni. Pensiamo ad esempio al passaggio dai piani a gas e successivamente a quelli ad induzione, per non parlare dell’elemento cappa che è diventata poi cappa al piano: questi sono gli aspetti che modificano le nuove cucine. Il futuro della cucina sarà sempre declinato assieme all’architettura dell’ambiente e quindi legato ad una visione architettonica della casa».

 

Questa a Ludovica Serafini è una delle 12 interviste pubblicate su Ambiente Cucina 272, nell'inchiesta "Visioni al femminile", dove alle riflessioni sul tema del gender gap si affiancano le considerazioni sullo sviluppo e l'andamento del settore da parte di protagoniste in diversi settori, dal design al marketing, dalle aziende di arredo ai colossi della tecnologia.