Si dimezzano i valori del limite per la concentrazione di formaldeide nell’aria indoor: lo ha stabilito la Commissione europea con il Regolamento 2023/1464, pubblicato il 14 luglio, che fissa a 0,062 milligrammi per metro cubo il limite per l’emissione di questa sostanza citando, in particolare, come possibili “fonti” i prodotti a base legno e i mobili. Lo hanno comunicato e illustrato in un frequentatissimo webinar dello scorso luglio FederlegnoArredo insieme all'ente certificatore Catas, realtà che da sempre collaborano strettamente per portare nelle sedi opportune le istanze delle imprese produttrici.
Il nuovo limite per la concentrazione di formaldeide è esattamente la metà del limite indicato a suo tempo dall’Organizzazione mondiale della sanità (0,124 mg/m3), su cui si basa la nota e consolidata classificazione E1, fino a oggi lo standard riconosciuto e adottato legalmente da molti Paesi europei, Italia compresa. Per la prima volta il settore dispone di una precisa "indicazione" delle autorità europee che, a differenza dalla classificazione E1, dovrà obbligatoriamente essere applicata da tutti i Paesi europei, oltre a riguardare ovviamente anche le importazioni. Le imprese del settore avranno tre anni per adeguarsi, tempo necessario perché l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) definisca, con il coinvolgimento delle associazioni e delle realtà europee coinvolte, le linee guida circa i metodi di prova.
“La restrizione sulla formaldeide ha certamente il pregio di riportare uniformità a livello europeo: le aziende hanno già disponibili sul mercato, per la maggior parte dei prodotti, soluzioni conformi. Occorrerà valutare i tempi di adeguamento e di rotazione dei magazzini, per non arrivare impreparati alla scadenza - ha commentato Omar Degoli, responsabile dell’Ufficio Ambiente e economia circolare di FederlegnoArredo -. Ci auguriamo che uguale rigore sia posto nella sorveglianza e in controlli adeguati perché anche i prodotti e i semilavorati importati in Europa da altri Paesi rispettino i nuovi limiti”.
“Siamo già pronti per misurare l’osservanza dei prodotti ai nuovi limiti - ha osservato Franco Bulian, direttore di Catas -. Le linee guida che le autorità definiranno ci permetteranno presto di poter utilizzare anche i metodi cosiddetti derivati, agevolando le aziende nei necessari controlli. Un aspetto che voglio sottolineare è che di fatto l’Europa ha definito limiti così severi da ribaltare la situazione precedente: se prima eravamo in difetto rispetto alle più stringenti direttive americane in materia, ora è l'Europa a imporre un nuovo standard. Se poi consideriamo le recenti disposizioni per ridurre l’impiego dei diisocianati in prodotti quali adesivi e vernici o quanto si sta facendo a proposito della melammina è evidente la forte attenzione dell’Europa sui temi della sicurezza che coinvolgono anche il nostro settore”.