Ambiente Cucina n. 228

00_CopertinaLe ricerche parlano chiaro. Il consumatore ha privilegiato in questi anni cucine di fascia più economica e lo ha fatto scegliendo in circa il 40% dei casi la gdo del mobile, come spiega la ricerca KFA, di Katoidaa doo. Inesorabile, la gdo sta rubando spazi e numeri alla distribuzione indipendente e anche se quest’ultima detiene ancora la maggioranza di quota sia in volume sia, come è ovvio, in fatturato, la tendenza è evidente.

Ne sono consapevoli molti imprenditori della distribuzione del settore, che stanno scegliendo di rafforzare la propria presenza sposando brand di cucine che nel tempo, a partire da Scavolini, hanno saputo costruire un’identità di marca. Un valore in crescita del 20% per il consumatore che sceglie la propria cucina, ma che è ancora al sesto posto nell’elenco dei driver con un contenuto 15%.

Guardando alle nuove aperture di punti vendita sembrerebbe che la strada monomarca sia la più interessante per dare un futuro alla propria attività, ma esistono altre possibilità di invertire, o contrastare con successo, un processo che in altri settori risulta già sedimentato e che ha segnato la chiusura di tante realtà indipendenti?

Se parliamo dell’alimentare, è una storia già scritta da almeno vent’anni, ma sappiamo bene che i valori in gioco quando si parla di un bene semidurevole non sono apparentemente paragonabili a generi di largo consumo. Eppure da quest’ultimo settore, il retail indipendente del mobile avrebbe molto da imparare, perché si stanno verificando fenomeni di successo su cui vale la pena di riflettere. Primo tra tutti: i supermercati stanno puntando sull’eccellenza con spazi dedicati al cibo di qualità, alla filiera corta, al prodotto in quantità limitate e con processi sostenibili. Un fenomeno, lanciato in Italia da Eataly, cresciuto sempre più negli ultimi tempi, anche grazie al traino di Expo Milano 2015.

Non è un caso che un’insegna della ristorazione autostradale come Autogrill sia scesa in campo a Milano con “Il mercato del Duomo“, spazio consacrato alla buona cucina e al good design, visto che il progetto architettonico è firmato da Michele De Lucchi.

Qualità, ricerca, valore dell’unicità sono i comuni determinatori di un nuovo modo di proporsi a quello stesso consumatore che negli ultimi anni ha dato priorità alla leva del prezzo ma che è sensibile, oggi più che mai, a essere “coccolato” e considerato al centro di una filiera di grande qualità. Esigenze che nel settore dell’arredamento per la cucine sono ancora più sentite, vista la complessità del bene. Non basta più solo la progettazione, pane quotidiano del settore, bisogna offrire un’esperienza di acquisto positiva e originale, creando delle suggestioni, raccontando e soprattutto ascoltando.

Non lasciamo che sia la gdo a impadronirsi dei questi strumenti. L’attenta ed evoluta ricerca sul prodotto, deve tradursi in un atteggiamento propositivo e innovativo anche nel retail.

 

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