Smart Home, il mercato italiano a +18%

I dati dell’Osservatorio IoT del Politecnico di Milano fotografano un comparto che vale 770 milioni, a +18%: importante l’apporto degli elettrodomestici connessi, in crescita del 4%

Primi in Europa per tasso di crescita del mercato (+18%), anche se con una spesa pro-capite bassa e con volumi ancora lontani da quelli dei Paesi più maturi, che lasciano intravedere quindi grandi potenzialità di crescita: è l’Italia 2022 della Smart Home, così come emerge dall’ultima edizione dell’Osservatorio IoT della School of Management del Politecnico di Milano presentato il 17 febbraio durante il convegno “ La Smart Home guarda al futuro: energia, servizi, ecosistemi”.

La carenza di materie prime ha pesato sui risultati

Nel 2022 nel nostro Paese il mercato della Smart Home è cresciuto del 18% sul 2021, raggiungendo quota 770 milioni di euro e dimostrando maggiore vitalità di Spagna (+10%, 530 milioni di euro), Regno Unito (4 miliardi di euro, +4,1%) e Francia (1,3 miliardi, +2%), in un panorama europeo in cui è in calo la Germania (-5%, 3,7 miliardi). Se la crescita percentuale pone l’Italia in cima alla classifica dei Paesi europei, lo stesso non si può dire guardando alla spesa pro capite, pari a “soli” 13 €/abitante. L’Italia rimane quindi distante da Usa (59,6 €/abitante), Regno Unito (61,6 €/abitante) e Germania (44,5 €/abitante), mentre si avvicina alla Francia (19,5€/abitante). Nonostante i buoni risultati, l’espansione del mercato avrebbe potuto essere ancora più elevata (+33%) senza la carenza di semiconduttori e di materie prime dovuta all’instabilità economica e politica internazionale.

Il mercato italiano a confronto con gli altri mercati - Fonte Osservatorio IoT

L’andamento dei settori

In Italia a trainare il mercato della Smart Home sono caldaie, termostati e condizionatori connessi per riscaldamento e climatizzazione (155 milioni di euro, +41%), poi le soluzioni per la sicurezza (150 milioni di euro, +20%) e al terzo gradino del podio, gli elettrodomestici connessi (140 milioni). Anche se nel 2022 il mercato complessivo degli elettrodomestici in Europa ha registrato un calo del 7% (fonte: GFK, primo semestre 2022), il comparto degli elettrodomestici smart ha tenuto con un +4%, grazie all’ampliamento dell’offerta, visto che i principali produttori hanno ormai l’intera gamma connessa. Da sottolineare anche il lancio di offerte basate sul pay per use. Al quarto posto gli smart speaker (137 milioni, +5%), oltre a lampadine, casse audio, smart plug, serie civili e dispositivi per gestire tende e tapparelle da remoto.

I canali di vendita

Il 2022 segna una forte crescita di tutti i canali di vendita, specialmente della filiera tradizionale (345 milioni di euro, 45% del mercato, +40% sul 2021) e degli eRetailer (260 milioni di euro, 34% del mercato), in forte ripresa, anche se a un tasso più contenuto rispetto al 2021 (+15% contro il +25% del 2021). Seguono al terzo posto i retailer multicanale (130 milioni di euro, 17%), con tassi di crescita molto più contenuti (+4%). Rimangono limitate le vendite di utility, assicurazioni e telco, anche se per le prime è stato un anno di forte rilancio delle offerte per la Smart Home, facendo leva sul tema del risparmio energetico.

Il peso dei diversi settori merceologici nel mercato Smart Home - Fonte Osservatorio IoT

I consumatori vogliono più integrazione

I consumatori italiani sono sempre più pronti per la Smart Home: cresce l’utilizzo dei dispositivi connessi - spiega Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things -. Aumenta significativamente il numero dei consumatori in grado di attivare in autonomia le App associate agli oggetti smart, oggi il 78% del totale (+24% rispetto al 2021), a conferma del buon livello di maturità raggiunto dagli utenti e della maggiore fruibilità delle App stesse rispetto al passato. La gestione della Smart Home rimane ancora un’esperienza abbastanza frammentata per l’utente finale, anche se 1 consumatore su 3 - tra coloro che possiedono oggetti smart - utilizza un’unica App per gestire più dispositivi”. Considerando le aspettative dei consumatori per il futuro, la maggior parte vorrebbe però una completa integrazione e comunicazione tra i dispositivi smart installati, in grado di attivarsi e impostare scenari in autonomia (36% dei rispondenti).

Il risparmio energetico ormai elemento strategico

Il 2022 ha portato grandi novità sul fronte della domanda e dell’offerta di soluzioni smart per la casa – afferma Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things –. L’aumento dei prezzi dell’energia ha spinto i consumatori a porre maggiore attenzione ai propri consumi, sfruttando in parte anche le tecnologie smart. Lato offerta, si assiste al riposizionamento di alcuni dei principali player sul mercato, con strategie che mettono sempre più al centro il risparmio energetico. Parallelamente, si rafforza l’offerta dei nuovi servizi smart per la casa, con nuovi modelli di business in rampa di lancio, ed evolve il ruolo degli ecosistemi, con Matter in prima fila”. L’utilizzo dei dispositivi di Smart Home potrebbe contribuire a ridurre i consumi energetici annuali di ben il 23% per il riscaldamento, del 20% per la componente elettrica. Il nesso tra “risparmio energetico” e “tecnologia smart” non è ancora ampiamente noto: gran parte degli italiani, per risparmiare energia, adotta comportamenti virtuosi (81%) o acquista dispositivi ed elettrodomestici che consumano meno (42%), mentre sono ancora pochi quelli che sfruttano gli oggetti smart per il monitoraggio dei consumi in tempo reale (17%), che gestiscono tramite scenari riscaldamento e raffrescamento (11%), ancora meno quelli che gestiscono sistemi di accumulo e autoproduzione da fonti rinnovabili (4%) o attivano servizi per ottimizzare i consumi (2%).