Rapporto Bilanci 2015: conclusioni

L'analisi dei bilanci di sei grandi imprese di cucine italiane: le conclusioni.

• Meno operatori, ma più forti •

L’analisi delle sei imprese mostra che, nonostante la dura prova imposta dalla più severa crisi di mercato vista nel dopoguerra, esiste un nucleo duro di operatori che sono stati in grado di mettere in campo misure adeguate a fronteggiarla.

Non è probabilmente un caso che le sei imprese esaminate siano quelle più grandi. Probabilmente esse dispongono di risorse umane qualificate e dimensioni sufficienti per godere di economie di scopo e di scala e allo stesso tempo hanno competenze produttive che permettono loro di adattare le produzioni ai cambiamenti del mercato, lanciando prodotti sia nella fascia di prezzo più aggressiva, che in quella più qualificata e idonea a sostenere e nutrire l’identità di marca che in nuove aree di prodotto diversificanti (bagno e arredo casa in generale).

Le dimensioni e l’organizzazione aziendale, unite a una struttura finanziaria solida, hanno permesso a queste aziende anche di investire sul mercato domestico, lavorando su:

  • notorietà di marca (incluso in alcuni casi il lancio di nuovi brand dedicati a specifiche fasce di mercato);
  • riqualificazione della rete di rivenditori (sono frequenti i progetti di sviluppo di negozi monomarca);
  • espansione sui mercati internazionali.

A sostegno di queste società sta poi un’imprenditoria fortemente determinata, disposta ad investire e che manifesta volontà di cambiare le aziende per tenerle al passo con i tempi e gli andamenti del mercato e dei consumi. Il settore del mobile da cucina sta affrontando da qualche anno un processo di evoluzione della struttura produttiva e competitiva che è già molto avanti o quasi concluso in altri settori industriali del Made in Italy. Un processo che in tutti i settori alla fine ha visto emergere dalla calca meno aziende ma più competenti, più solide e più flessibili di come erano all’inizio di tale processo. In una parola, aziende migliori e più competitive.

Elementi che fanno sperare in un futuro ragionevolmente buono anche per il mobile da cucina, dove probabilmente nei prossimi anni saranno attivi meno operatori, a causa del forte processo in corso di espulsione dal mercato degli operatori inefficienti o marginali, ma sicuramente più forti, temprati e competenti. Le sei aziende qui esaminate sembrano avere tutte le carte in regola per far parte di questo gruppo.

 

Leggi le sezioni di approfondimento del Rapporto bilanci 2015:

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