Nella tenuta cinquecentesca di Nicola Gallizia, architetto e designer milanese di chiara fama, il passato si intreccia in modo valoroso con un capitolo della nostra storia. Nicola Gallizia ha ristrutturato l’antico casale in Monferrato in base a un progetto che rispettasse e valorizzasse la struttura esistente, sia per agli esterni sia negli spazi interni. Qui, nella sua casa tra le colline, l’architetto Gallizia trascorre periodi di vacanza e di relax per stare in tranquillità, per ricevere ospiti ed impegnarsi in sfide culinarie.
"Questa casa è per me un rifugio dalla frenesia e un luogo per passare il tempo seguendo i ritmi della natura, circondato da amici accomunati dal desiderio di pace, informalità e silenzio". Una pace che si respira anche solo guardando la dimora dall’esterno, circondata da un giardino e da terreni di proprietà coltivati a vigneti e noccioleti da oltre 400 anni. Sviluppato su due livelli, il casale si apre verso l’esterno con grandi arcate al piano terra che si replicano al primo livello con le grandi aperture delle finestre. Sotto le arcate affacciate sul giardino, un porticato voltato che Gallizia ha arredato con luci vintage e arredi outdoor dallo stile contemporaneo. La casa è stata abitata fino ai primi del '900, poi è stata abbandonata completamente fino alla nuova ristrutturazione.
ARCHITETTURA DI STORIA E UMANITÀ
"Questa resta per me e la mia famiglia un luogo pieno di storia e che ci lega molto", racconta il progettista. "La casa è stata costruita dai miei antenati a partire dalla seconda metà del '500 e terminata nella forma attuale a metà '800. Durante la ristrutturazione ho trovato firme datate di varie maestranze che hanno partecipato alla costruzione nascoste in punti non visibili, che mi hanno aiutato a ripercorrere le varie fasi della costruzione. Una bellissima scoperta che si è svelata man mano e che mi ha molto affascinato e mi ha fatto capire quanta passione hanno messo, nel loro lavoro, i maestri che hanno voluto lasciare una loro testimonianza. La casa è un capolavoro di sapienza statica. Si tratta infatti di una struttura completamente realizzata in mattoni con volte portanti, senza uso di travi".
Ma questa dimora è stata anche testimone di un “capolavoro” di umanità, di un episodio accaduto nel periodo dell’occupazione nazista del nostro Paese. "Le memorie storiche di famiglia ricordano episodi come l’occupazione da parte dell’esercito napoleonico e il bellissimo episodio vissuto durante l’occupazione nazista che ha visto mio nonno, Giusto di Israele e, per questo, protagonista del salvataggio di molti membri della comunità ebraica casalese, che sono stati nascosti nella nostra casa e poi fatti fuggire verso la salvezza».
SPAZI DI SOBRIA ELEGANZA
Il casale rappresenta quindi per Nicola Gallizia un valore affettivo inestimabile, ma rispecchia anche il suo raffinato intervento di ripristino e di recupero e di un intervento d’arredo discreto, basato soprattutto sull’inserimento di mobili di design firmati e vintage e di alcuni prototipi da lui stesso disegnati. "Volevo una casa che conservasse le sue caratteristiche storiche, ma che potesse rispondere a uno stile di vita contemporaneo, dove poter ricevere tanti ospiti con la possibilità di condividere gli spazi, ma anche di avere ambiti più intimi e di privacy", prosegue l’architetto. "La ristrutturazione è avvenuta negli ultimi dieci anni e ha gradualmente riguardato tutti gli spazi interni ed esterni della casa. Ho mantenuto molti degli arredi originali contaminandoli con pezzi di design contemporaneo e di arte.
Le stanze della casa sono ambienti di soggiorno con tanti divani e poltrone per poter leggere - altra mia grande passione ascoltare musica, ma anche stare con amici e chiacchierare comodamente. Le camere da letto occupano il primo piano e sono locali indipendenti collegati tra loro da un loggiato vetrato adibito a biblioteca da cui si gode una meravigliosa vista sui colli del Monferrato. Il piano terra ruota invece intorno alla cucina che è il centro della casa, uno spazio dove amo cucinare e dove ho voluto un grande tavolo per poter ospitare amici e spesso condividere con loro la passione per la cucina".
CUCINARE A KM ZERO
Soffitti a volta e pareti bianchi definiscono il grande ambiente che accoglie la cucina, arredata in modo essenziale, con un bancone di lavoro in acciaio e una composizione ad angolo con zona cottura e con colonne realizzata con il modello Banco, di Dada, rivisitato da Gallizia per meglio adeguarsi alle sue esigenze estetiche e funzionali.
Pezzo distintivo dell’arredo cucina è la zona lavaggio, interpretata da un lavello speciale e di forte presenza. "La cucina ha una parte più tecnica dedicata al cucinare. I mobili sono stati realizzati su disegno da Dada ispirandosi ad una cucina professionale; bellissimo il lavello fatto su misura scavando un blocco di marmo Bianconeve, sempre realizzato da Dada. I mobili delle basi sono realizzati in teak e in acciaio, mentre il top è in marmo Carrara. Gli altri arredi erano già presenti nella casa e sono stati rivisitati negli abbinamenti e colori". Il lungo tavolo in legno, realizzato da Ernesto Canepa, è circondato da sedie diverse tra loro, tra cui la celebre Eames Plastic Side Chair, Vitra
A Gallizia abbiamo infine chiesto come vive la cucina di questa dimora. "La cucina è sempre uno spazio vivo e animato, teatro di gioiosa passione per il cibo e la preparazione di piatti semplici, ma anche di sofisticate sfide gastronomiche", ha concluso. "Nel giardino ci sono un grande orto e un frutteto coltivati in modo naturale e biologico. Così, i prodotti che sono raccolti, dopo pochi minuti sono già sulla tavola».
FOTO di FILIPPO BAMBERGHI