La recente Milano Design Week, con la 61a edizione del Salone e la kermesse del Fuorisalone ritornata a piena velocità, ha rilanciato il ruolo del capoluogo lombardo come attrattore e generatore di idee, tendenze, incontri. Nell’anno di stand by per Eurocucina, è stato soprattutto negli showroom milanesi che ne abbiamo visto la funzione di laboratorio sempre attivo per le aziende del settore. La conferma principale è che il design - ideato, prodotto, veicolato, comunicato, commercializzato - è un vero capitale, non solo per Milano, ma sicuramente con Milano e la Lombardia come due dei traini principali. Come confermano anche i dati emersi dalla ricerca “Design Economy” realizzata da Fondazione Symbola, Deloitte Private e Poli.Design pochi giorni prima del Salone. Se l’Italia oggi è il Paese della UE con il maggior numero di imprese in ambito design (36mila), occupando 63mila lavoratori e generando un valore aggiunto pari a 2,94 mld, Milano è di fatto la capitale di questa leadership con il 18 % di valore aggiunto e il 14% degli addetti.
Un sistema complesso, vivo e vivace, quello del design italiano, che è entrato appieno nella cosiddetta transizione verde e digitale, inarrestabile, seppure con qualche cambio di velocità e di manovra. Come dimostrano anche i due temi portanti individuati per Il Salone - Sostenibilità e Nuove Tecnologie - che abbiamo visto declinati nelle diverse location esterne, soprattutto sul fronte delle finiture e dei materiali evoluti per le cucine, così come del risparmio energetico e dello zero sprechi per gli elettrodomestici.
Se per il settore cucina (la cui complessità, anche di filiera, è nota) la transizione non è facile, la Design Week ha evidenziato che la strada è comunque imboccata dalle grandi aziende, che pure hanno scelto vie d’accesso differenziate e spesso non comparabili, tutte consapevoli che la sostenibilità può e deve diventare un motore della crescita.
E se a Milano non si sono viste novità assolute di prodotto, salvo eccezioni (come la nuova Haiku di Key Cucine, disegnata da Nevio Tellatin), molte sono state appunto le ricerche sulle finiture (pensiamo ad Arclinea e minotticucine, tra gli altri, perché orientate proprio al riciclo e alla naturalità), e la ridefinizione di modelli storici, emblematici e di successo (come Ola di Snaidero e Sei di Euromobil, firmati rispettivamente da Pininfarina e Marc Sadler).
Diversi gli appuntamenti per celebrare i brand e le loro evoluzioni (come l’evento Feeling Home di Arrital), per sancirne la vocazione di ricerca e di catalizzatore (come l’incontro di Aran dedicato all'innovativo connubio tra design e intelligenza artificiale), per sottolineare partnership consolidate all'insegna della sostenibilità come quelle tra Stosa e Neolith o recenti e tecnologicamente avanzate come quella tra Marmo Arredo e Asko.
Infine, già risaputi ma doverosi, sono da citare i numeri 2023 del Salone.Milano: 307.418 visitatori (+155 rispetto al 2022), provenienti da 181 Paesi, con il 65% dei buyer e operatori di settore provenienti dall’estero. Anche questo un capitale da continuare a sviluppare con consapevolezza e vocazione al futuro (e proprio Futuro è stata la tag dominante della Design Week).