CSIL, i numeri dei punti vendita

I primi risultati del sondaggio 2022 promosso da CSIL con Ambiente Cucina su un campione di circa 200 negozi del settore: le scelte dei consumatori e i bilanci dei retailer, alle prese con sostenibilità di arredi e brand

La “lettura” del sondaggio annuale fra i punti vendita di cucine in Italia, elaborato da CSIL e promosso congiuntamente con Ambiente Cucina, è oramai diventato un appuntamento per gli operatori del settore. A seguire, la prima parte dell’analisi dei risultati, pubblicati sul numero 273 della rivista.

Il campione e i prezzi

Anche quest’anno la fotografia dei punti vendita che hanno collaborato alla Survey (circa 200 operatori del settore) fotografano non tanto la totalità del mercato quanto le caratteristiche di una parte importante di esso, grosso modo quello che va da una cucina venduta al pubblico intorno ai 6.000 euro (con elettrodomestici e piano di lavoro, IVA, trasporto e montaggio esclusi) sino ai 20.000 euro. Nel nostro campione sono relativamente pochi i punti vendita che registrano prezzi medi della cucina venduta sopra o sotto tale prezzo. La superficie espositiva

Le caratteristiche strutturali del punto vendita che collabora al sondaggio non cambiano molto di anno in anno (diverso sarebbe il discorso su un arco di tempo maggiore, che si può fare in separata sede) e trovano nella dimensione del punto vendita l’indicatore principe: circa 800 metri quadri di superficie espositiva (qualcosa di più quest’anno), con l’area dedicata espressamente alle cucine probabilmente in crescita, da 170 a 190 metri quadri.

Le marche trattate

Un discorso a parte va fatto sulle marche trattate, dove mutamenti sensibili si osservano anche nell’arco di un breve periodo. Se consideriamo unitariamente i marchi che fanno capo a una sola impresa, il numero di fornitori non cambia, rimane pari a circa 2,3 per punto vendita. Ma aumenta il numero di imprese che si presenta sul mercato con due o anche tre diversi marchi. Non abbiamo dati sufficienti ad argomentarlo, ma l’impressione è che inoltre vadano meglio differenziandosi le presenze nei punti vendita dei diversi marchi aziendali (Lube e Creo, Arrex e AR3, Febal e Artec, MobilTuri e NetCucine, Scavolini ed Ernestomeda) viaggiano perlopiù in punti vendita differenti.

Le cucine vendute

Il numero di cucine vendute nel PV è tornato nell’ordine delle 40-50 unità l’anno? In realtà, il numero puntuale è una nostra stima, in quanto la Survey prevede solo risposte per classi. Spicca in questo contesto la rilevazione dell’anno passato, che registrava ben 70 cucine vendute nel punto vendita. Ma era un anno particolare, se non altro per effetto del “superbonus”.

Le vendite nel 2022

E dopo la gimkana del biennio 2020-2021, come è andato il 2022? Aspettiamo la pubblicazione di “Il mercato Italiano dei mobili per la cucina” da parte di CSIL (con la collaborazione di tutte le imprese del settore) per avere i dati consuntivi, ma il nostro campione di punti vendita Ambiente Cucina-CSIL ci fornisce già indicazioni precise. Dopo la forte crescita del 2021, e l’inizio dell’inflazione, c’era da aspettarsi un ridimensionamento, ma in realtà questo è iniziato solo negli ultimi mesi dell’anno. Il nostro campione (relativamente piccolo, ricordiamo, meno di 200 punti vendita) suggerisce ancora una piccola crescita in quantità, che stimiamo nell’ordine del 2%.

Quasi il 50% dei punti vendita ha comunque aumentato le vendite e solo un 20% le ha diminuite. E questo rapporto sostanzialmente non cambia se approfondiamo l’analisi e indaghiamo per capire se a crescere/diminuire sono le grandi esposizioni che vendono 100 cucine all’anno, o i piccoli che ne vendono circa 20. I prezzi… indicano una certa confusione sotto il cielo e comportamenti diversificati. Ma 4 punti vendita su 5 registrano aumenti di prezzo pari o frequentemente superiori all’inflazione. Mediamente, si passa da una cucina che costava 11-12mila euro ad una cucina con eguali caratteristiche che ne costa 13mila (stimiamo un aumento medio del 12%, almeno in questo campione).

Le marche nei PV

Tab. 1 - Le 20 imprese più rappresentate nei PV campione

2022 2021 Ranking 2022 Ranking 2021
Arredo3 27 7 1 8
MobilTuri, NetCucine, EVO 19 11 2 1
Arrex, Ar2, Ar3 19 9 2 4
Arrital, Doimo Cucine, CopatLife 17 6 4 10
Scavolini, Ernestomeda 14 10 5 3
Colombini (Artec, Febal Casa) 13 5 6 11
Astra 13 4 6 14
Lube, Creo 12 10 8 2
Veneta Cucine 11 7 9 6
Aran 11 7 9 7
Lago 11 2 9 n.c.
Gentili 10 9 12 5
Stosa 10 5 12 13
Cubo Design (Binova, Miton) 6 7 14 9
Meson’s 6 5 14 12
Zampieri 6 - 14 n.c.
Cesar 6 3 14 22
Home 5 4 18 16
Dada 5 - 18 n.c.
Modulnova 4 4 20 17
Valcucine 4 1 20 n.c.
Altre Marche 22 12 2
Totale citazioni 251 160

Fonte: elaborazioni CSIL su un campione di punti vendita del settore (Survey Ambiente Cucina)

Quali sono i brand cucina maggiormente rappresentati nel nostro campione di punti vendita? Un po’ sottorappresentati i grandi operatori come Lube, Scavolini o Veneta Cucine, probabilmente perché puntano sempre più su punti vendita monomarca, per qualche ragione meno inclini a fornire dati, così come è anche sottorappresentato il mondo della cucina di lusso (presenti solo Dada e Valcucine). Ma nel complesso “il settore” in questa fotografia c’è. Se confrontiamo (ma è poco più di una curiosità) il ranking delle imprese oggi e l’anno passato, scopriamo che nel 2022 sono stati più “solerti” i punti vendita, ad esempio, di Arrex, del gruppo WeDo (Arrital, Doimo Cucine, CopatLife), Colombini (Artec, Febal Casa), Astra. (Tab.1)

Elettrodomestici e top

L’operatore professionale (e non vi è ombra di dubbio: chi ha compilato il questionario in generale è espressione del meglio della nostra struttura distributiva) considera sempre più il prodotto cucina nella sua unitarietà, fra componenti di arredo ed elettrodomestici, servizio e opportunità di utilizzare nuovi materiali e nuove soluzioni. In base ai prezzi dichiarati, l’incidenza degli elettrodomestici sul valore della cucina venduta si aggira intorno al 26% (un poco meno rispetto al passato), l’incidenza del piano di lavoro è maggiormente variabile, ma nella media siamo intorno al 14%. Quest’ultimo si conferma un mutamento strutturale rispetto al 10% di una volta. Estremamente variabile il dichiarato comportamento dei punti vendita su voci accessorie di servizio (non per questo meno importanti) quali il trasporto, il montaggio, l’eventuale smaltimento della “vecchia” cucina. In media, incidono per circa il 6% del valore della cucina venduta.

I materiali preferiti

Sul fronte dei materiali, i maggiori cambiamenti si registrano in merito alle scelte relative al piano di lavoro, dove le lastre ceramiche si avviano a superare l’agglomerato di quarzo in termini di quota, nonostante i problemi di prezzo e di trasporto. Il mercato dei termoplastici si è rinnovato con il PET e quello del laccato con le finiture UV, maggiormente abbordabili in termini di prezzo. Sia fra le ante sia fra i piani di lavoro, si osserva una quota di un buon 30% di materiali di pregio: legno, laccato spazzolato, Fenix, vetro dal lato delle ante, tutto il mondo della pietra dal lato dei top. Ricordiamo che in questi dati non è compresa la grande distribuzione e la fascia economica in genere. (Tab. 2 e 3).

Tab. 2 - Ripartizione del campione di punti vendita per materiale delle antine. Valori percentuali

2022
Melaminico, laminato 53
Laccato su MDF, laccato UV 18
PET, termoplastici 11
Legno, impiallacciato 9
Fenix, gres porcellanato 6
Alluminio, vetro, glaks 3
Totale 100

Fonte: elaborazioni CSIL su un campione di punti vendita del settore (Survey Ambiente Cucina)

Tab. 3 - Ripartizione del campione di punti vendita per materiale del piano di lavoro. Valori percentuali

2022
Laminato 42
Quarzo 25
Lastre ceramiche 24
Solid surface 4
Pietra naturale 4
Acciaio, legno, vetro 1
Totale 100

Fonte: elaborazioni CSIL su un campione di punti vendita del settore (Survey Ambiente Cucina)

Il tema sostenibilità

Abbiamo già detto che ha collaborato alla presente Survey un campione di operatori che possiamo definire “attenti”. E la stessa attenzione la ritroviamo nei commenti alle due domande finali del nostro sondaggio. La “sostenibilità” può essere molto o abbastanza importante, di certo se ne deve rendere conto al consumatore. Solo un operatore su dieci dice che il tema della sostenibilità è poco importante. Il punto sta, dopo, a definire di cosa si sta parlando. CSIL si è basato sull’interessante dibattito/seminario organizzato da Ambiente Cucina, svoltosi a Milano nei mesi scorsi, per definire gli item sui quali intervistare gli operatori. Nel corso di tale convegno erano stati espressi negli interventi almeno 7-8 diverse accezioni sul tema sostenibilità, e su questi punti abbiamo interrogato i rivenditori. (Tab. 4)

Cosa ne viene fuori? Di sicuro per gli operatori commerciali sostenibilità vuole dire elettrodomestici a basso consumo, niente sprechi di materiale e un processo produttivo avanzato (pannelli solari in azienda, ad esempio). Solo poco dietro, viene considerata una complessiva cura dell’immagine del produttore della cucina stessa, ad esempio tramite le certificazioni. Ma l’analisi può approfondirsi anche a livello di singolo componente in termini di sostenibilità. Infine, va sottolineato che, anche secondo i rivenditori, la cucina sostenibile per essere tale deve durare nel tempo.

Tab. 4 - Sostenibilità, per il rivenditore, è soprattutto... (massimo 3 risposte). % risposte affermative

2022
Il consumo energetico degli elettrodomestici 60
Il processo produttivo (niente sprechi di materiale, no vernici, pannelli solari in azienda, ecc.) 60
La reputazione del fornitore in tema di ecologia e sostenibilità (es: certificazione FSC, ecc.) 56
La sostenibilità dei materiali (per le ante, i top, ecc.) 39
Una cucina che duri nel tempo 34
Una cucina facile da “smaltire” 8
Cataloghi on-line, pochi dépliant 6
Il trasporto “responsabile” della cucina (smontata, veicoli elettrici, carico camion pieno, ecc.) 6

Fonte: elaborazioni CSIL su un campione di punti vendita del settore (Survey Ambiente Cucina)