FederelegnoArredo, rallenta l’export

I dati di FederlegnoArredo del primo semestre 2022 parlano comunque di una crescita del +22,2%, ma è chiara la minore dinamicità dell’export mobili

I segni rimangono sempre positivi, ma con un innegabile rallentamento della crescita, tendenza da monitorare anche vista la situazione politico-economica internazionale caratterizzata da cambi di scenario troppo repentini che possono indurre all’immobilismo. Questo lo scenario che emerge ultime rilevazioni elaborate dal Centro Studi FederlegnoArredo su un campione rappresentativo di aziende (Monitor).

Primo semestre a +22,2%, export cala di 5 punti percentuali

Nel loro complesso la variazione delle vendite per la filiera del legno-arredo rispetto al 1° semestre 2021 è stata del +22,2%, sintesi del +26,7% delle vendite Italia e del +16,3% delle esportazioni. Nel trimestre gennaio-marzo 22 le vendite superavano del 24,5% in valore quelle del corrispondente trimestre 2021, con un +27,2% del mercato italiano e un +21% dell’estero.

Anche i dati Istat confermano una minore dinamicità dell’export che per la filiera segna un +18,4% a gen-giu 2022 su gen-giu 2021, rispetto a un +21,3% di gen-mar 2022 su gen-mar 2021 e a un +16% di aprile-giugno, perdendo 5 punti percentuali. Nel macrosistema arredamento la dinamicità iniziata nei primi tre mesi del 2022 (+20,5%) sta subendo un rallentamento (+16,7%).

Attenzione all’aumento dei listini

Sarà necessario capire - commenta Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo - quanto questi risultati siano davvero positivi o non nascondano in pancia gli aumenti di listino che le aziende sono state costrette ad applicare in questi mesi per i continui rincari di energia e materie prime. Basti pensare che l’indice Istat dei prezzi alla produzione dell’industria evidenzia chiaramente l'aumento dei prezzi per il legno, in particolare per i pannelli, pari al +31% nei primi tre mesi del 2022 rispetto al 2019, e, anche se in misura meno marcata, per mobili (+11%) e illuminazione (+4%). Saranno soltanto i bilanci a definire la vera sostanza del buon andamento del 2022 che i numeri sembrano al momento sancire. Se nel 2021 la crescita registrata era per l’80-85% di tipo quantitativo e il resto dovuto agli aumenti, per il 2022 temo che dovremmo invertire il rapporto.

Claudio Feltrin, Presidente di FederlegnoArredo

Serve pertanto prudenza – prosegue Feltrin – anche alla luce dell’inflazione e della perdita di potere d’acquisto delle famiglie. Dobbiamo capire se i primi rallentamenti sono dovuti al calo di domanda, o a difficoltà di consegne stante la scarsità di materie prime o all’aumento dei prezzi, o molto probabilmente all’insieme di tutti questi fattori. Dopo un 2022 in cui il problema è stata la marginalità che gli aumenti di listino hanno eroso, la preoccupazione adesso è come sarà il 2023”.

Focus sull’export mobili

Testimoniano un rallentamento in corso anche gli ultimi dati sull'export di mobili delle regioni, elaborati dal Centro Studi FLA su dati Istat e relativi al periodo gennaio-giugno 2022. Rallenta la Lombardia (circa 1,7 miliardi di euro in valore) che nel semestre gen-giu 22 su 21 ha registrato un +18,7%. Analizzando i due trimestri si passa da una crescita gennaio-marzo del 24,1% sul 2021 al 14,3% di aprile-giugno, quindi con circa 10 punti percentuali persi. Francia (+16,9%), Stati Uniti (+31,3%), Germania (+16,6%) e Cina (+14,1%) sono le prime destinazioni dei mobili lombardi ma è la Spagna, tra i paesi UE, a registrare la crescita più significativa (+31,5% su gen-giu 21).

Il Veneto, (1,6 miliardi di euro) al secondo posto segna un +15,5% nel semestre gennaio-giugno 22 sul 21, grazie a un secondo trimestre più dinamico (+16,2%), migliore rispetto al trimestre gennaio-marzo che aveva registrato un +14,8%. Francia (+8,8%) e Germania (+29,3%) le principali destinazioni dell’export veneto. Segue il Friuli-Venezia Giulia con 1,1 miliardi di euro e una crescita del 27,2% nel semestre 2022, quando il primo trimestre registrava un +28,5%, mentre il secondo trimestre scende a +26,1%, con una lieve flessione dell’1,4%. L’Emilia-Romagna (circa 442 milioni di euro) nel semestre gennaio-giugno 2022 su 2021 ha registrato un +12% che nel primo trimestre segnava +14,5, mentre nel secondo trimestre un + 9,5%. Le Marche (circa 315 milioni di euro) nel primo semestre registrano un +7,6 sul 2021, un +10% di gennaio-marzo 22 e un +5,5% di aprile-giugno 2022. La Toscana (circa 300 milioni di euro) passa da un +25,4% del primo trimestre 2022 a un +19,8% del primo semestre 2022, mentre la Puglia (oltre 250 milioni di euro) nel primo semestre 2022 segna un +26,8%, era +33,8% nel primo trimestre ed è cresciuta del +20,7% nel secondo trimestre.