Elettrodomestici, risultati 2020 e trend 2021

Applia, l'associazione che raggruppa i produttori di elettrodomestici, ha reso noto i risultati del 2020. L'anno chiude positivamente per il free standing e per i piccoli. Lieve flessione per l'incasso, penalizzato dalla chiusura dei negozi durante il primo lockdown

Il mercato dei grandi elettrodomestici ha chiuso l'anno 2020 con una sostanziale tenuta, +1%, mentre i piccoli elettrodomestici hanno registrato un'ottima performance con un +19%. Sono questi i due dati più salienti emersi dalla conferenza stampa che Applia ha organizzato il 22 febbraio per commentare i risultati dell'anno 2020 e anticipare i trend 2021.

In apertura dell'incontro, Manuela Soffientini, presidente di Applia,  ha sottolineato le fasi che hanno caratterizzato l'anno appena trascorso: un primo semestre duramente colpito e una seconda parte dell’anno con evidenti segnali di ripresa, da leggere non solamente come esito di un rimbalzo tecnico ma come incoraggiante conseguenza di una rinnovata attenzione verso l’ambiente domestico.

La ritrovata centralità della casa è un'ottima premessa anche per il 2021 perché è probabile che l'attenzione del consumatore all'ambiente domestico diventi uno stile di vita permanente, confermato anche dalla richiesta sul fronte immobiliare di spazi più grandi.
È possibile quindi che i consumatori continuino a investire nell’arredo, nel rinnovo e nell’aggiornamento degli spazi in casa, e di conseguenza anche negli elettrodomestici che dovranno rispondere a sempre più crescenti aspettative di efficienza energetica, interconnessione ed estetica accattivante.

Manuela Soffientini ha ricordato anche la difficoltà che ha colpito tutta la filiera industriale con le chiusure dovute alla pandemia che ha impattato sugli stock dell'industria e sulla capacità di sostenere la domanda. Una difficoltà che non è ancora del tutto superata e che si associa a quella dell'aumento delle materie prime che sta incidendo sui costi industriali e che inevitabilmente avrà un riflesso sui prezzi finali.

Roberto Fogliata, Sales Lead di GfK, è entrato nello specifico dei dati di mercato, che hanno visto in generale una insperata tenuta dei beni durevoli per la casa.

In particolare, i grandi elettrodomestici chiudono l’anno con una crescita maggiore a valore che a volume (rispettivamente +0,8%, +0,3%) e registrando un +2,2% a volume sulle vendite all’estero; il risultato finale è frutto delle ottime performance evidenziate dal mese di luglio: crescite a doppia cifra che hanno più che compensato il crollo durante il lockdown (su tutti, il dato di aprile: -68%). In generale, ha reagito bene il canale retail, inevitabili le sofferenze per i mobilieri penalizzati dalle chiusure dei negozi. Inevitabile, a questo proposito le difficoltà registrate nel settore delle cappe da cucina (-6,7% a valore) che ha subito le limitazioni imposte ai punti vendita arredo e cucina. In controtendenza il trend dei piani aspiranti che hanno segnato un +8%. Bene anche i forni a vapore, con un +10%.
Parlando ancora di incasso, le migliori performance sono state registrate dalle lavastoviglie A+++ con un incremento del 13%.
Da segnalare anche l’incremento delle vendite di elettrodomestici connessi, con un +15%, e delle vendite online, anche sul segmento del built-in.

L'aumento delle vendite on line è stato ancora più notevole per il mondo dei piccoli elettrodomestici -l'e-commerce è arrivato a pesare il 40%-, che in generale hanno registrato un aumento delle vendite a due cifre sia a valore (+19,4%) sia a volume (+13,3%).

Come era prevedibile, l’impatto più profondo della pandemia ha comunque segnato il settore professionale, che evidenzia un calo del -20%/30%, diretta conseguenza delle ripetute chiusure di bar, ristoranti e alberghi che si sono susseguite e che tuttora permangono, durante tutto l’arco dell’anno.

La produzione industriale

Un 2020 a due velocità è stato vissuto anche sul fronte della produzione: ai primi due trimestri di grande riduzione dei volumi (-16,1% e -26,6%) – evidente conseguenza delle chiusure delle fabbriche e del calo delle vendite – sono seguiti due quarter di piena ripresa (+19,6%, +26,3%) che certificano una leggera ma importante positività sulla produzione finale del 2020 (+0,4%). I risultati della seconda parte dell’anno sono ancora più rilevanti alla luce delle particolari difficoltà affrontate dalle aziende: limitazioni in fabbrica imposte dal contenimento del Covid-19, difficoltà di approvvigionamento della componentistica, rincari sulle materie prime e in generale sulla logistica.

L'attività associativa

Con un focus dedicato alle attività associative, in particolare alla ormai prossima introduzione della nuova etichetta energetica (in vigore dal 1° marzo 2021) e al tema dell’economia circolare, Marco Imparato – Direttore Generale APPLiA Italia – ha ricordato come l’industria, nonostante le difficoltà generali dovute alla crisi Covid-19, abbia mantenuto saldi i propri impegni per raggiungere gli obiettivi prefissati.

"Da un punto di vista di compliance per la transizione verso la nuova etichettatura – assicura Marco Imparato –, i produttori sono ormai pronti e preparati al cambiamento, sebbene la chiusura delle attività durante il lockdown abbia messo a dura prova il settore. L’Associazione ha costantemente dialogato con le Istituzioni e garantito il proprio sostegno alla filiera per supportare e accompagnare le imprese, nonché i consumatori con le adeguate comunicazioni e informazioni".

A tal proposito, si segnala l’apposito sito web www.theenergylabel.eu rivolto a produttori, rivenditori e utenti, dove è possibile vedere già il video predisposto per la campagna social prevista a livello europeo per informare i consumatori del cambiamento.

La Circular Economy, nelle sue diverse declinazioni, rimane un punto fermo nell’agenda dell’Associazione, con un approccio che vuole essere proattivo e concreto. Il settore si è sempre distinto sul fronte della sostenibilità, dall’abbattimento dei consumi, alla piena riciclabilità dei RAEE o alla food preservation. Fondamentale, l’attività intrapresa per ottenere una normativa comunitaria e nazionale che inquadri e tuteli correttamente i progressi delle imprese nella produzione dei beni in tal senso.