Editoriale numero 243
Il migliore dei mondi possibili
Poco prima di lasciare la presidenza degli Stati Uniti, Barack Obama intervenne sulla rivista Wired e ricordò, citando il filosofo tedesco Leibniz, che oggi viviamo nel migliore dei mondi possibili. Un’affermazione che nel caso dell’ex presidente era suffragata da alcuni dati statistici incontrovertibili: “nel 1970 il 60% della popolazione era sulla soglia di povertà estrema, oggi la percentuale è scesa al 9,6. Nel 1950 l’aspettativa di vita era di 48 anni, oggi oltre 71. Nel 1960, 181 bambini su mille morivano, oggi 45. Sempre nel 1960, gli analfabeti erano il 64%, oggi il 15%”. Se poi lo sguardo si concentra sul mondo occidentale, è altrettanto evidente che stiamo vivendo il periodo di pace più lungo della nostra storia e anche quello dove scienza e tecnologia hanno accelerato maggiormente. Al di là di crisi economiche cicliche, anche profonde, di nuove “ansie” generate da un Grande Fratello sempre più pervasivo e da pressioni migratorie vissute da tanti come minacce alla propria sicurezza, l’uomo occidentale in questo lungo periodo di miglioramento generale delle condizioni di vita ha avuto modo di riflettere per la prima volta su cosa significhi veramente stare bene. Un dibattito che coinvolge in particolar modo il tema dell’alimentazione, sempre più importante per la salute e la prevenzione di malattie legate all’obesità, rovescio della medaglia di un mondo che dal “poco” è passato al “troppo”. Parlando sempre di eccesso, nonché di spreco, torna anche in modo più consapevole il tema della sostenibilità, “un mega stile di vita per consumi controllati, mirati e di qualità” come spiega il sociologo Mario Abis nel corso dell’inchiesta “Cucinare sano e vivere meglio” a cui dedichiamo l’approfondimento di questo numero. Una riflessione su quella che abbiamo voluto definire “kitchen wellness” perché la casa, e la cucina in particolare, “più che essere bella, è sempre più vissuta ormai come il luogo dove stare bene”, come ricorda ancora Abis. Un luogo del cuore dove ritrovare ritmi e suggestioni che rendano più equilibrato anche il nostro rapporto con la natura. Con la speranza, come dichiara l’architetto Carlo Ratti parlando del suo progetto realizzato per il Salone del Mobile in piazza Duomo, che proprio le nuove tecnologie possano permettere una “migliore integrazione tra natura e vita urbana, tra natura e cultura”. Uno scenario evoluto, ma nello stesso tempo intimo e quotidiano, che sarà arricchito con le nuove proposte presentate a Milano, in occasione di Eurocucina/FTK. La più importante manifestazione al mondo dedicata allo spazio domestico dove il migliore dei mondi possibili diventa rappresentazione quotidiana del nostro benessere.
Raffaella Razzano