Ambiente Cucina n. 240

“Oggi la produzione di larga scala, con costi di massa, deve potersi innestare con la cultura artigiana per rendere unico ogni progetto“. L’affermazione è di Philippe Starck, intervenuto alla prima edizione di Think Next by Franke, una giornata dedicata alle tendenze alimentari e alle loro connessioni con il design e la tecnologia, di cui parliamo a pagina 12.
Un obiettivo sfidante che trova corrispondenza con le promesse dell’industria 4.0 e con l’analisi dei Big Data, un altro tassello fondamentale per dare risposte mirate alle singole esigenze.
Se questi sono gli strumenti tecnologici per conquistare un consumatore sempre più bombardato di informazioni, e come tale sovente confuso, la vera chiave per dare vita a soluzioni in grado di mantenere le promesse e nello stesso tempo regalare emozioni rimane, però, una sintesi tra questi strumenti più evoluti e la capacità empatica di ascolto e interpretazione, che dovrebbe essere insita nella natura di chi progetta. Un’attitudine che il settore dell’arredo cucina esprime già nelle sue storie di maggiore successo, siano esse legate alle aziende produttrici come a lungimiranti imprenditori del retail specializzato, capaci di costruire “abiti su misura”, destinati a durare nel tempo. Una meta a cui tendere, in cui confluiscono competenza ed esperienza, che si incrocia con un altro tema altrettanto cruciale: la sostenibilità ambientale. Quanto mai caldo in tutti i sensi, oggi, se parliamo di industria, il rispetto delle risorse a disposizione si è evoluto nel concetto di economia circolare, come approfondiamo a pagina 52.
Se invece pensiamo al consumatore, è evidente che i dettami un po’ mortificanti legati un tempo alla sfera dell’ecologia hanno cambiato profondamente segno trasformandosi in una nuova “sostenibilità edonistica”, in cui l’etica e il rispetto per l’ambiente si sposano con il piacere, senza contraddizioni. Fenomeni come il cibo a km 0, la coltivazione di micro orti urbani, piuttosto che le nuove tecniche di cottura in cui si esaltano i sapori della materia prima, sono tutti segnali di una prepotente voglia di natura e autenticità. Un’attenzione che si esprime anche nel grande ritorno del legno, che non a caso Matteo Thun, sempre dalla platea di Think Next by Franke, ha definito il materiale del 21° secolo. Un ponte che collega il passato con il futuro.
A questo proposito, citiamo ancora Philippe Starck che ha dichiarato come “lo scontro tra high tech e tradizione diventi oggi convergenza. In questo senso, come progettista, mi sento un mediatore che esprime una memoria collettiva e progetta oggetti che possano durare nel tempo”.
“Per te, per sempre” è, quindi, la provocazione finale del grande designer. Un obiettivo impossibile da raggiungere fino in fondo, ma sicuramente un impegno verso un pensiero diverso e affascinante.

Raffaella Razzano

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