Un continente ricco di risorse naturali, che in alcune aree registra aumenti del Pil superiori in percentuale anche a quelli di Cina e India. Il risveglio del continente africano, pur nella complessità e varietà dei paesi che lo compongono, è una certezza confermata da molteplici segnali. Il giro d'affari, pur con numeri ancora non eclatanti, è in netta crescita e molte aziende stanno aprendo punti vendita importanti e stipulando contract significativi.
«Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a un notevole fermento nei paesi del Nord Africa che si affacciano sul Mediterraneo, dove le classi abbienti sono in crescita e dove il business si è rallentato due anni fa per motivi politici per poi riprendere con rinnovata energia. Marocco, Tunisia, Algeria ma anche Libia ed Egitto, pur con assetti politici meno stabili, sono i paesi più interessanti in cui molte aziende italiane hanno ripreso a lavorare con successo» spiega Pier Luigi d'Agata, direttore generale di Assafrica & Mediterraneo, associazione che dal 1980 opera in seno a Confindustria. «Gli accordi di scambi commerciali con l'Europa facilitano ulteriormente il business in quest'area che si affaccia sul Mediterraneo. Con il Marocco, in particolare, si sono aperti proprio nel 2013 i negoziati per arrivare alla completa liberalizzazione del commercio (DFFTA). Negli ultimi tre anni anche alcuni paesi dell'Africa Subsahariana si sono evoluti e sono diventati interessanti per la nostra industria. Discorso a parte merita poi il Sudafrica, che ha un grado di occidentalizzazione, un benessere e una stabilità politica da tempo più avanzati. Resta inteso che in tutti i paesi è necessaria prudenza, conoscenza, relazioni. La nostra associazione è nata proprio per informare e guidare le aziende in territori molto diversi tra loro, ognuno con regole e dinamiche proprie».
Nuove tecnologie e giovani rampanti
Come è stato ribadito durante il “New York Forum Africa” organizzato da Richard Attias, businessman di origini marocchine, che si è tenuto in Gabon nel 2013, l'Africa Subsahariana ha oramai una classe media di 60 milioni di persone, ed è la regione che può vantare il record di 6 dei paesi a sviluppo più rapido degli ultimi 10 anni. Il direttore generale di Assafrica & Mediterraneo segnala quali sono i più interessanti. «Angola e Nigeria sono la punta più avanzata, ma sono in crescita anche Botswana, Ghana, Senegal, Zambia e Mozambico», prosegue D'Agata. «In Mozambico in particolare ci sono tutte le premesse per una prossima espansione, visto che Eni vi ha scoperto uno dei più importanti giacimenti di gas al mondo».
Ma quali sono le opportunità per l'industria italiana dell'arredamento e del design?
«Stiamo parlando di nazioni dove infrastrutture, sanità e welfare sono le priorità e quindi in questi ambiti ci sono anche le migliori opportunità per le industrie italiane. Ciò premesso, in generale esiste un grande interesse nei confronti dell'Italia e del made in Italy, design e arredamento compreso. Stiamo sempre parlando delle classi più abbienti, ma il fenomeno è in netta crescita e tutte le missioni che abbiamo organizzato in questi anni confermano l'interesse per il made in Italy. Quello che manca però è la conoscenza dei singoli brand italiani e su questo è necessario fare un adeguato lavoro di promozione».
Intanto è da tenere presente che la crescita africana può contare anche su una élite di "gioventù dorata"
,cresciuta ed educata nelle migliori università del mondo, che ha sviluppato un gusto in grado di apprezzare sempre di più il "bello e ben fatto" italiano. Altrettanto importante è la diffusione delle nuove tecnologie, trainate da smartphone e tablet, che rendono più semplici le comunicazioni e avvicinano milioni di africani, soprattutto giovani, al resto del mondo. E a questo proposito citiamo uno dei più noti giovani rampanti africani, l'ingegnere informatico congolese Vérone Mankou, che a soli 24 anni ha creato un tablet oggi venduto in tutti i Paesi europei. «L'Africa è l'unico continente al mondo dove la crescita tecnologica è a quattro cifre. E sappiamo che continuerà. Io credo che non siamo i soli a pensarlo, e non accadrà soltanto nel settore tecnologico, ma in tutti gli altri. Ci sono ragazzi pronti a investire le proprie risorse ed energie in progetti validi in ogni paese, e io credo che sia una cosa meravigliosa».
L'entusiasmo contagioso di Mankou non abbatte certo i gravi problemi che ancora oggi affliggono il continente nero, ma di sicuro le prospettive sono più positive che in passato ed esistono interessanti opportunità anche per le imprese italiane.