Arrital, 35 anni a ritmo serrato

L’azienda friulana, al suo 35° anno di attività, rafforza il proprio impianto produttivo e conferma la propria vocazione alla personalizzazione del prodotto.

Non possiamo camminare se sappiamo correre”.

La massima, che scandisce l’ingresso al reparto produttivo di Arrital, racconta in estrema sintesi lo spirito che anima una delle realtà italiane più vitali nel panorama dell’arredamento per la cucina, che anche nel 2014 registra un segno positivo.

A 35 anni dalla sua fondazione, oggi l’azienda può contare su una distribuzione in 30 paesi, un fatturato di 35 milioni di euro, uno stabilimento di 50.000 mq dove lavorano 160 dipendenti, un brand storico nella cucina e uno di più recente acquisizione, Altamarea, nel bagno. Entrambi accomunati da una missione strategica che si declina in un nuovo modo di concepire la fase di produzione, i prodotti stessi e il rapporto con il consumatore.

Arrital ha scelto infatti di adottare l’approccio della mass customization per offrire beni e servizi personalizzati a costi e prezzi accessibili. Su questo concetto avanzato si impernia una logica produttiva concentrata su programmi aperti, in grado di dare origine a un numero elevato di soluzioni di arredamento partendo da un sistema coordinato di prodotti.

L’impianto completamente automatizzato per la fresature e foratura e il montaggio delle guide dei cassetti.
L’impianto completamente automatizzato per la fresature e foratura e il montaggio delle guide dei cassetti.

Una trasformazione nell’approccio che traspare chiaramente anche dal layout dello stabilimento che “sforna” una media di 70 cucine al giorno. Scandita in diversi reparti, ognuno dei quali destinati a una fase di lavorazione, la produzione inizia dalla trasformazione del pannello che, come puntualizza Mauro Giacomini, amministratore delegato e motore della squadra Arrital,

«è un punto di forza che ci permette di offrire tantissime varianti di misure».

Lo stand progettato per Eurocucina 2014, in cui si stagliavano colonne alte 4,70 metri, è stata l’ulteriore dimostrazione di una notevole capacità tecnologica, frutto dell’integrazione tra un elevato grado di automazione industriale e l’esperienza artigianale di un importante reparto dedicato al fuori misura in cui operano 20 addetti specializzati. Un impianto a controllo numerico evoluto gestisce in modo totalmente automatico la fase di fresatura, foratura e di montaggio delle guide cassetti. La gestione interna della fase di verniciatura e il magazzino automatizzato completano un percorso rigoroso e flessibile al tempo stesso, in cui la percentuale di errore viene radicalmente abbattuta.

«Da febbraio saranno raddoppiate le linee produttive per poter seguire con una tempestività ancora più elevata le richieste dei nostri clienti. Lavorando molto con i mercati esteri, abbiamo fatto della precisione, nella qualità e nei tempi di consegna, un altro dei nostri cardini».

La sfida della dirigenza Arrital, però, non si è concentrata solo sulla produzione.

«Abbiamo creduto nel cambiamento e lo abbiamo governato costituendo una squadra di persone, ognuna con peculiarità diverse. Solo così abbiamo potuto ridisegnare tutte le logiche, dalla progettazione alla produzione, dalla comunicazione alla distribuzione - racconta ancora Giacomini-. Il processo di cambiamento è partito nel 2010 con una più chiara strategia commerciale, guidata da Christian Dal Bo, e con un posizionamento del brand coerente».

Anche grazie all’aiuto di consulenti come Franco Driusso, art director Arrital da dieci anni, e dell’agenzia di marketing innovativo e comunicazione Claim, sono stati messi a punto i nuovi progetti che hanno coinvolto tutti gli aspetti strategici.

A partire dal logo e dal pay off “K_culture”, che ribadisce il ruolo della cucina e dei riti legati a questo spazio, per arrivare al naming “AK” che da quel momento si è declinato su sei modelli diversi e su dieci fasce di prezzo.

«La prima campagna, molto incisiva e all’insegna della discontinuità dove per la prima volta non si vedeva la cucina, esprimeva già la nuova forza del brand. L’abbiamo voluta presentare, a ottobre 2011, sia agli agenti sia a tutti i dipendenti: era in atto un cambiamento mentale profondo e abbiamo voluto condividerlo».

Un approccio che per l’azienda è diventato sistematico e che, da febbraio 2015, sarà ulteriormente sancito in un nuovo percorso di formazione interna continuativa e partecipata per tutti i dipendenti,

«perché crediamo che un processo di miglioramento per essere autentico debba coinvolgere tutti».

Passione e ambizione sono elementi di unione anche con la propria clientela con cui il rapporto è sempre più stretto.

«Il dinamismo interiore che ha contraddistinto il lavoro di questi ultimi 3 anni è stato trasmesso al mercato - puntualizza Christian Dal Bo, direttore commerciale -. Abbiamo avuto la forza di intervenire sulla rete distributiva, che è stata modificata al 50%, e i partner che hanno creduto nel nuovo corso di Arrital hanno registrato una crescita di fatturato in netta controtendenza».

Lo stabilimento di Arrital, a Fontanafredda, in provincia di Pordenone.
Lo stabilimento di Arrital, a Fontanafredda, in provincia di Pordenone.

Il processo di cambiamento in atto non è ancora terminato, ma nel frattempo l’azienda e il brand sono sempre più riconoscibili e affidabili, capaci di rispondere concretamente a quanto chiede il cliente finale.

«Oggi ci presentiamo al mercato con una proposta coerente in tutte le fasce di prezzo, perché siamo consapevoli che il cluster di gusto contemporaneo e raffinato con cui si identifica Arrital non è più connesso alle reali possibilità di spesa del consumatore. Per questo Franco Driusso, art director e designer, ha lavorato sia sull’immagine coordinata sia sulla ricerca di nuovi materiali, dal più pregiato grès al tecnologico Fenix, non trascurando il tema della sostenibilità con Paperstone. Una sfida che si esprime compiutamente nel nostro showroom, dove si può consultare una vera e propria “materioteca” che spiega caratteristiche e proprietà di ogni proposta. In sintesi, una tendenza stilistica che un tempo era solo legata alla fascia alta, oggi con Arrital può essere declinata su soluzioni più accessibili. Il nostro standard qualitativo rimane comunque elevato e anche nell’anta più semplice c’è sempre ricerca tecnologica. E l’esecuzione è al massimo livello per ogni proposta».

Un’immagine di precisione e di attenzione che per Arrital si legge perfettamente in ogni elemento e in entrambi i brand. Dallo stabilimento allo showroom aziendale, l’azienda opera come un vero e proprio laboratorio progettuale, dal prodotto a tutti gli strumenti di comunicazione.

«Costruiamo il nostro futuro sapendo che sono le persone ad avere la priorità - conclude l'AD Mauro Giacomini- e sappiamo che il successo di questi anni di crescita è la somma del lavoro di tutti coloro che ci hanno creduto. Con una grande energia e la volontà di condividerla per far crescere l’azienda, il brand e, insieme, tutti i partner».