Dionisio Archiutti, responsabile marketing di Veneta Cucine, spiega come l’azienda abbia già sviluppato i mercati asiatici, in particolare Cina e India.
L'impero di Cindia, Cina e India, resiste anche ai colpi della più importante crisi del terzo millennio. I due paesi, radicalmente diversi per storia e cultura, sono accomunati da una crescita economica che ha caratterizzato gli ultimi dieci anni. Oggi sono molti gli imprenditori che si stanno affacciando su questi paesi per valutarne le opportunità di business, mentre pochi altri stanno già raccogliendo i frutti d'investimenti passati. Tra questi Veneta Cucine, che con straordinario intuito, già da anni ha capito le potenzialità offerte da India e Cina e ha iniziato a radicare la propria presenza attraverso l'apertura di numerosi punti vendita. Dionisio Archiutti, responsabile marketing di Veneta Cucine, ha spiegato ad Ambiente Cucina come siano stati affrontati questi mercati e quali siano i programmi di sviluppo nei due paesi.
Innanzitutto, quanto vale oggi l'export per Veneta Cucine? Quali sono i paesi più importanti per l'azienda?
La quota export ha raggiunto il 20% del giro d'affari; i paesi più importanti sono tutto il bacino Mediterraneo con la Francia in testa, l'Est Europa, l'Oriente con Corea, Cina e India.
Da quanto tempo siete presenti in Cina e India?
Veneta Cucine è presente in Cina dal 2000 con vari negozi monomarca; dal 2008 ha una joint venture con una società cinese con sede a Nanchino, che oltre a distribuire i nostri prodotti, produce su nostra licenza alcuni modelli. L'azienda possiede diciotto tra showroom e negozi in centri commerciali dedicati all'arredamento e alla casa, situati nelle principali città cinesi. In India la nostra evoluzione è iniziata molto prima, siamo stati quasi dei pionieri. Già nella prima metà degli anni novanta avevamo instaurato i primi contatti, che poi si sono sviluppati fino al network attuale di oltre venti negozi monomarca.
Quali sono state le principali difficoltà incontrate nell'affrontare mercati così lontani e diversi dal nostro?
Per quanto riguarda la Cina, la principale difficoltà è rappresentata dal modo di concepire lo spazio cucina: è un locale piccolo e chiuso, dove si frigge molto, quindi la cucina è un luogo del fare e non un luogo da vivere. Segnali di un cambiamento verso una visione diversa dello spazio si stanno avvertendo. Una possibile sfida per il futuro sarà contaminare il loro modo di pensare la cucina con il nostro modo di concepire questo spazio, partendo dal nostro cibo e dal modo di cucinarlo e consumarlo. Anche in India le difficoltà principali si hanno nella diversa interpretazione del prodotto cucina da parte del consumatore: ancor più che in Cina, le cucine vanno ripensate e riprogettate per assecondare usi e tradizioni del posto, ma dando sempre molta enfasi al design e alla creatività italiana che è molto apprezzata. Il consumatore indiano è anche molto sensibile alla parte tecnologica.
A che tipo di pubblico vi rivolgete in Cina e India e quali sono i vantaggi offerti dalla cucina italiana e da Veneta Cucine in particolare?
In questi paesi, la società è in continua evoluzione. Ci sono molti ricchi e sta emergendo una classe media che inizia ad avere un reddito discreto, anche se ancora insufficiente per acquistare un nostro prodotto. Per facilitare questo percorso i nostri negozi sono pensati per far vivere sempre di più il prodotto in un contesto italiano.