Veneta Cucine, anche i negozi devono riaprire il 4 maggio

    Denise Archiutti, di Veneta Cucine, lancia un appello al settore per unirsi e chiedere al Governo di aprire il 4 maggio anche i negozi di arredamento

    Il DPCM del 26 aprile consente di riaprire le attività delle manifatture italiane, comprese quella dell’arredamento, a partire dal 4 maggio ma conferma la chiusura dei negozi di mobili fino al 18. Una decisione che trova in Veneta Cucine una decisa opposizione, condivisa dall’intera  filiera, come precisa Denise Archiutti, Membro del Consiglio di Amministrazione e Group Controller.
    In questo momento dobbiamo essere uniti e dobbiamo far sentire la voce del settore perché la decisione presa dal Governo di rimandare l’apertura dei negozi al 18 maggio anche dei negozi di mobili, e della cucina in particolare, crea gravi danni al nostro settore.

    Nel nostro mondo, le caratteristiche dei punti vendita e il processo di acquisto hanno caratteristiche peculiari che vanno prese in considerazione. I tempi decisionali da parte del cliente sono lunghi perché si vende su progetto, con una consulenza personalizzata e già prima dell’emergenza nei nostri negozi si lavorava su appuntamento.

    Si possono, quindi, applicare da subito tutte le misure di sicurezza previste, anche perché il “traffico” nei punti vendita di arredamento non è certo paragonabile ad altri negozi in cui la pedonabilità è molto più elevata.
    Come azienda siamo da sempre vicino ai nostri partner e sappiamo che sono pronti a ripartire subito rispettando tutti protocolli”.

    Se la data del 18 rimane confermata, qual è il rischio per voi aziende?

    Con la riapertura del 4 ci concentreremo sugli ordini che provengono dall’estero. Per fortuna alcuni Paesi hanno continuato a lavorare o altri, come la Cina, stanno riprendendo le attività. Ma il fatturato della maggior parte delle nostre aziende, e mi riferisco soprattutto a quelle di cucina, è prevalentemente generato dal mercato interno e quindi il rischio è di ritrovarci fermi un'altra volta in attesa che i nostri clienti italiani possano dare il via alla loro attività che, ribadisco, si concretizza in ordini dopo un periodo molto lungo.

    In questi mesi avete messo a punto strumenti specifici per aiutare i vostri partner?

    Noi non ci si siamo mai fermati e siamo pronti con diverse attività mirate a sostenere la loro ripartenza –con un occhio di riguardo ai nostri monomarca - ma queste tre settimane di fermo ulteriore ci impediscono di metterle in campo.

    Utilizzando WhatsApp come strumento, abbiamo anche avviato una campagna per promuovere il dialogo tra i nostri punti vendita e i privati. La campagna ha generato molti contatti e ha permesso di avviare una prima fase del processo di acquisto di cui si parlava che include anche la progettazione. Un approccio nuovo e interessante che potenzieremo ulteriormente in futuro e che ha permesso di creare una cultura digitale anche in chi era più restio.

    Ciò detto, per chiudere un ordine rimane fondamentale il negozio fisico. Nessuno strumento digitale può sostituire l’esperienza completa che si vive in un punto vendita dove si può “toccare con mano” e scegliere con piena consapevolezza e soddisfazione.

    Per comprare una cucina è fondamentale il ruolo del negozio e per questo mi auspico che anche a livello associativo si possa lavorare insieme tra Assarredo e Federmobili per far capire al Governo la situazione così specifica del nostro settore.