Triennale, debutta “Home Sweet Home”

Si apre oggi in Triennale Milano la mostra “Home Sweet Home”, a cura di Nina Bassoli, per riflettere sull’idea di casa e di abitare: una sezione tematica dedicata allo spazio della cucina

Come è cambiata negli anni l’idea di casa e di abitare? Quale è stata l’evoluzione del rapporto con la natura all’interno dello spazio domestico? Quanto è cresciuta influenza della tecnologia? Queste alcune delle domande a cui cerca di dare risposta la mostra di Triennale Milano “Home Sweet Home”, a cura di Nina Bassoli, curatrice per architettura, rigenerazione urbana e città di Triennale, con progetto di allestimento di Captcha Architecture.

L’esposizione, proposta in occasione del centenario di Triennale Milano, sarà visitabile da oggi al 10 settembre 2023 e si articola in dieci ambienti totali site-specific, con le installazioni progettate da alcuni tra i più interessanti studi di architettura, gruppi e centri di ricerca internazionali. Il tema della cura e della stigmatizzazione di genere a esso legata viene affrontato dal gruppo di ricerca Sex & the City con l’installazione Caro, bastava chiedere. Lo studio MAIO propone un prototipo di cucina urbana, Urban K-Type, frutto di una profonda ricerca sul ruolo politico della cucina come luogo di emarginazione, di condivisione o, infine, di possibile emancipazione. In L’architettura della longhouse, DOGMA propone una riflessione tipologica sulla separazione tra spazi per la vita e per il lavoro. In Assemble Loves Food, Assemble Studio inscena una tavolata con venti coperti, rivendicando il valore pragmatico, ma anche urbanistico e politico del progettare, del vivere e del costruire insieme.

Il parlamento delle piante d’appartamento, un’installazione interspecie della paesaggista Céline Baumann, indaga il ruolo della natura all’interno delle mura domestiche. La gabbia degli orsi. Un diorama per esseri umani è un’opera quasi teatrale di Matilde Cassani che si interroga su come lo spazio aperto possa essere addomesticato. Infine, il Canadian Center for Architecture propone Una sezione di “A Section of Now”, un estratto della mostra allestita recentemente a Montréal, che invita a riflettere su come l’architettura possa supportare i rapidi, radicali cambiamenti della nostra società. Lifespan è un’installazione spiazzante di disegni e dettagli realizzati da Maria Giuseppina Grasso Cannizzo. La mostra si chiude con Trasformare, non demolire, incentrato sulle trasformazioni dei Grands ensemble francesi a opera di Lacaton & Vassal: un manifesto ecologico e politico della cura per una nuova vita oltre la demolizione.

Questi ambienti site-specific dialogano con cinque sezioni storiche tematiche, che nascono come delle incursioni negli archivi storici di Triennale, e ripercorrono i cento anni della storia dell’istituzione, dal 1923 al 2023. Casa ludens, a cura di Gaia Piccarolo, è dedicata ai temi del relax e della cura di corpo e anima, La natura è di casa, a cura di Annalisa Metta, indaga il rapporto tra natura e spazio domestico, Abaco di finestre, a cura di Maite García Sanchis, esplora il tema della finestra come dispositivo di mediazione ambientale e di controllo, L’angelo del focolare, curata dal gruppo di ricerca Sex & the City (Florencia Andreola e Azzurra Muzzonigro), rilegge i ruoli di genere tradizionalmente legati alla sfera domestica, Cucinare all’italiana 1923-2023, a cura di Imma Forino, guarda alle trasformazioni che hanno interessato lo spazio della cucina in relazione ai mutamenti sociali.

Sarà inoltre riallestita Inside-out: la finestra sul giardino, opera concepita nel 1986 nell’ambito della 17ª Esposizione Internazionale da Diller + Scofidio per Il progetto domestico. I Partner Istituzionali Lavazza Group e Salone del Mobile.Milano e il Technical Partner ATM sostengono Triennale Milano anche per questa mostra.