Tommaso Giunchi, architetto e titolare dell’omonimo Studio a Milano, dal 2011 si occupa di progettazione architettonica nel settore residenziale e contract in Italia e all’estero; realizza ampliamenti e nuove costruzioni di case e micro case, restauro di edifici e spazi abitativi. Una competenza a 360°, espressa in una lunga serie di realizzazioni con un denominatore comune: la personalizzazione dello "spazio inteso come un abito sartoriale, pensato per adattarsi allo stile di vita e per favorire il benessere di chi lo abita e lo percorre", afferma il progettista.
"Cerco di accettare incarichi che mi permettano di ridisegnare l’intera casa; difficilmente mi ritrovo ad intervenire solo su alcuni ambienti", prosegue Tommaso Giunchi, che per i suoi progetti parte da un elemento chiave: la luce. "Inizio con un sopralluogo per “respirare l’aria” della casa, per vedere le prospettive interne, ma soprattutto le viste esterne per capire l’orientamento del sole e come la luce naturale entra nella casa: è questo il punto di partenza per studiare la distribuzione interna di uno spazio abitativo", continua l'architetto. Da qui comincia l’iter di progetto, ma prima ancora tutto parte con "una lunga chiacchierata con il cliente per capire esigenze e desideri", continua l’architetto.
"Si passa poi al progetto preliminare sviluppato con una o più soluzioni e, insieme al cliente, si stabilisce quella definitiva", prosegue Giunchi parlando dell'iter dei progetti. "Si arriva quindi ai materiali di pavimenti e pareti e al progetto esecutivo. In accordo con i clienti si sceglie l’impresa e si dà il via al cantiere sotto la mia direzione lavori". Riguardo al concept di progetto, l’architetto pone grande attenzione agli aspetti distributivi. "Volumetrie, percorsi e arredi devono valorizzare lo spazio in un’ottica di funzionalità e concretezza", spiega Tommaso Giunchi. Ne sono un esempio due appartamenti ristrutturati che, per la cucina, prevedono arredi custom made, come quella realizzata in open space di un loft a Lecco, con un’isola in acciaio di Cesar.
Ma quali sono le principali richieste da parte della committenza per il ripensamento di uno spazio cucina? "L’idea di un’isola o di una penisola - risponde Giunchi - è per molti imprescindibile: anch’io la ritengo comoda e conviviale. Sulla scelta di un ambiente cucina aperto o chiuso, i clienti si dividono al 50%. Se la casa è di dimensioni generose, sono io il primo a proporre una cucina separata, più funzionale; in case più piccole, la cucina aperta è invece ideale per l’ottimizzazione dello spazio". Per colori, materiali e soluzioni compositive in generale, "i clienti si affidano molto al progetto e ogni progetto ha la sua storia e i suoi materiali", precisa Giunchi.
"Per le finiture d'interni utilizzo spesso la resina: è funzionale e può essere sovrapposta al pavimento esistente. A volte ho scelto le cementine e le marmette, tornate di moda come la carta da parati, che oggi offre disegni davvero interessanti.
"Riguardo la cucina impiego spesso marmi e pietre che sono sempre un must, elevano la qualità dell’ambiente; il parquet è ideale quando il locale è aperto sul soggiorno, per creare continuità tra gli ambienti. Sulle pareti delle cucine, invece, utilizzo quasi sempre un semplice smalto lavabile, mentre per il paraschizzi consiglio solitamente il vetro retro-verniciato, che conferisce luminosità al piano di lavoro e profondità. Riguardo l’arredo cucina in generale - conclude il progettista - impiego molto il Fenix e il laccato che permettono di scegliere in libertà i colori".