Sostenibilità ambientale, una priorità per APPLiA Italia

Nel corso dell'Assemblea pubblica svoltasi a Milano il 5 novembre, APPLiA ha fatto il punto sulle politiche green da adottare e sull'importanza di regole uniformi per il mercato unico europeo

Nel corso dell’assemblea pubblica di APPLiA Italia, svoltasi a Milano il 5 novembre, il tema caldo è stato sicuramente quello della sostenibilità.

Paolo Lioy, presidente di APPLiA Italia e amministratore delegato di Whirlpool Italia

Lo ha sottolineato fin dall'apertura dei lavori il presidente di APPLiA Italia, Paolo Lioy, ricordando sia l'importanza del settore - che vanta un fatturato complessivo di oltre 16 miliardi di euro, 135.000 addetti, tra diretti e indiretti e una produzione annua di oltre 20 milioni di pezzi - sia come sia rilevante il contributo che "l’industria dell’elettrodomestico ha fornito sul fronte dell’ecosostenibilità e dell’economia circolare".
I prodotti sono oggi riciclabili per più del 90% e il saving di consumi degli ultimi 10 anni del parco installato degli apparecchi dotati di etichettatura energetica ha superato i 190 GWh/anno. "Un frigorifero attuale consuma l'80% in meno rispetto a quello di 20 anni fa" ha precisato ancora Lioy ribadendo che è stato fatto molto, "anche grazie a una normazione europea che ha spronato l’evoluzione di una settore che ha produzioni sparse in tutta Europa".
Citando l'etichetta energetica, che proprio da quest'anno è stata riclassificata, Lioy ha commentato come possano essere difficili questi passaggi sia a livello industriale sia nella comunicazione e come sia fondamentale che tutti i paesi siano allineati per non creare confusione al consumatore e non mettere in difficoltà l'industria con norme locali più restrittive (e qui ha citato l'esempio della Francia e della norma sui filtri per le micro plastiche). "Ogni azione a favore della ecosostenibilità se fatta bene e in modo univoco diventa un esempio positivo su cui bisogna proseguire".

A questo proposito Lioy ha lanciato due proposte concrete sul tavolo di APPLiA Italia in linea con gli sfidanti obiettivi di sostenibilità ambientale e studiate per garantire la competitività e lo sviluppo sia del settore domestico, sia professionale: Ecobonus Eldom e Ristorazione 4.0.

Ecobonus Eldom

Sviluppato in collaborazione con AIRES, Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati, propone l’istituzione di un bonus incentivo per l’acquisto di elettrodomestici - il 20% del valore con un massimo di 100€, sulla falsariga di quanto attualmente in corso per i TV - dotati della nuova etichetta energetica, in sostituzione di elettrodomestici energivori con più di 10 anni di vita. La misura, abbinata alla certificazione del corretto smaltimento del prodotto sostituito, consentirebbe oltre ad un risparmio energetico di circa 280GWh/anno (il consumo energetico di una città tra gli 80 e i 90 mila abitanti) l’incremento di oltre il 20% della raccolta del RAEE domestico, che attualmente riesce a intervenire solo sul 40 per cento degli apparecchi da smaltire. Una raccolta che invece potrebbe rappresentare anche un recupero di materia prima, argomento quanto mai cruciale in questo ultimo anno di scarsità e rallentamenti.

Ristorazione 4.0

Ideato in collaborazione con F.I.P.E., Federazione Italiana Pubblici Esercizi, Ristorazione 4.0. intende fornire uno strumento fiscale al comparto industriale italiano delle apparecchiature professionali, (Ho.Re.Ca.), in grado di agevolarne la transizione verso la digitalizzazione e di incrementare la sostenibilità della ristorazione e del settore alberghiero. Il progetto prevede la fruizione di credito d’imposta al 40% per l’acquisto di attrezzature per la ristorazione ad alta tecnologia ed efficienza energetica. La misura porterebbe inoltre a rilevanti risparmi in termini di risorse consumate: consumi elettrici - le nuove macchine digitalmente connesse consumano oltre il 30% in meno rispetto a quelle precedentemente installate - litri di acqua impiegata e m3 di aria trattati.

Il ruolo dell'Europa

Grazie alla platea di alto profilo intervenuta, il dibattito ha messo in luce anche come le politiche ambientali europee siano state e saranno un propulsore straordinario nell’orientare il mercato verso standard di maggiore efficienza energetica, sicurezza e sostenibilità. Nel corso dell’evento si è sottolineato come oggi ancora di più - a fronte degli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione al 2030 - sia necessario mantenere regole di mercato omogenee, preservandone la comune applicazione da parte degli Stati Membri.

Per Maria Cristina Piovesana, vice presidente Confindustria per l'Ambiente, la Sostenibilità e la Cultura, la strada è tracciata ma è "Una strada complessa che richiede risorse e anche una semplificazione degli iter burocratici. Non dobbiamo rischiare di spingere sulla delocalizzazione, anzi dovremmo riportare in Europa alcune filiere anche per controllarne meglio l'impatto ambientale, ne tanto meno dobbiamo perdere competitività in attesa che entri in vigore la carbon tax alla frontiera prevista per il 2026. Oggi il tessuto economico è favorevole e il Pil è stimato in crescita del 6% ma si sente la necessità di trovare figure e competenze che aiutino l’industria nella transizione green, e sono fondamentali anche gli interventi sulla digitalizzazione delle imprese che servono a razionalizzare tutti i processi".

A proposito di competitività, l'on. Patrizia Toia, vice presidente Commissione per l'Industria, la Ricerca e l'Energia del Parlamento Europeo, ha ricordato che la carbon tax ha l'obiettivo di rendere meno sleale il gioco tra chi produce utilizzando risorse senza limiti e il mercato europeo super regolamentato. "La tensione verso una produzione che impatti meno sull'ambiente deve diventare globale perché la partita se è solo europea è perdente".

Stefano Soro, Head of Unit Green and Circular Economy. DG Internal market, Industry, Entrepreneurship and SMEs, ha invece sottolineato come nel mondo siano consumate ogni anno 8 giga di tonnellate di risorse di cui uno solo è oggetto di circolarità. La sfida per l'Europa, che rappresenta circa il 10 per cento dei consumi di tutto il mondo, deve essere l'incentivo ambientale da una parte e dall’altro l'interesse economico per mantenere integre le risorse. "L'Europa è un mercato piccolo ma importante per tutto il mondo, stabilire regole per noi impone anche ad altri paesi produttori di adeguarsi e il nostro sistema regolamentato può essere un esempio per tutti".