Con la cessione del pacchetto di controllo della divisione franchising (FBD), il Gruppo Snaidero guarda al futuro con rinnovate risorse. Uno slancio che coincide con crescite sui mercati esteri e un recupero di quote su quello interno, dove il primo semestre il marchio ha registrato una crescita a doppia cifra. Edi Snaidero, presidente e amministratore del Gruppo, racconta quali siano oggi le priorità e il piano di sviluppo per i prossimi tre anni.
Come si articola il vostro piano triennale e a quanto ammonta l’investimento previsto?
Grazie all’operazione di cessione della divisione franchising, Snaidero può contare su un piano corposo di investimenti dal valore di 15 milioni di euro. Di questi, dieci milioni sono destinati alla razionalizzazione della produzione del Gruppo, che si concentra a Maiano, e che punta su una maggiore efficienza di tutto il processo. Questo ci permetterà di avere uno standard qualitativo ancora più elevato e nello stesso tempo di essere più competitivi. Già ora, siamo in grado di produrre una gamma molto estesa di prodotti e con un grado di personalizzazione che si esprimerà anche all’interno della cucina con una linea di accessori disegnati da noi.
I rimanenti 5 milioni di euro saranno investiti nello sviluppo di nuovi progetti e, contestualmente, nel potenziamento della nostra presenza sui mercati esteri.
Parlando di export, qual è l’andamento nel 2015 e quanto rappresenta la voce contract? Ci sono dei paesi in cui la crescita è stata più evidente?
I primi 9 mesi dell’anno abbiamo registrato un +20 % dell’ordinato export. Un dato molto positivo a cui hanno contribuito sia la divisione contract sia il retail tradizionale. In entrambi i casi stiamo investendo molto aumentando il numero delle filiali, rafforzando quelle esistenti - solo a Londra la struttura impiega 25 persone - e aprendo nuovi negozi che in molto casi, vedi Australia o Dubai, sono un riferimento importante anche per i grandi progetti. Puntiamo molto a crescere nel Far East, dove sono anche previste nuove aperture di showroom, ma sappiamo che essere presenti nel mondo vuol dire presidiare in modo serio i mercati e noi lo siamo da 25 anni nel contract e da oltre 50 anni nel retail con una copertura su 80 paesi selezionando i partner che hanno deciso di investire sul nostro marchio in esclusiva . E’ necessario dare sempre le risposte corrette in ogni fase di un progetto, sia esso per un privato o sia per una commessa che può arrivare, come nel caso di un contract in India, a oltre 2.500 cucine consegnate. Una continuità che può essere garantita solo da strutture professionali dedicate. Infine, se parliamo di singoli paesi, è giusto ricordare la crescita registrata in Italia che, sempre per i primi nove mesi, si assesta su un +10%. Dati molto positivi che stanno premiando l’operazione di consolidamento intrapresa e la vivacità dimostrata dal brand che ha messo in campo nuovi prodotti e iniziative e che è pronto a lanciare novità anche a fine 2015.
Una strategia che continueremo a portare avanti con grande convinzione visti i risultati.
Il 2016 è l’anno di Eurocucina. Si possono già anticipare alcuni temi che saranno affrontati con particolare attenzione?
Il Salone di Milano ci vedrà presenti con una serie di prodotti che saranno immediatamente disponibili perché vogliamo offrire soluzioni concrete al mercato. L’unico prototipo sarà il nuovo progetto di Pininfarina, già autore di inconfondibili e fortunati prodotti iconici. A questo proposito, grazie ai nuovi investimenti, il 2016 vedrà il nostro brand esprimere la propria trasversalità con posizionamenti ancora più chiari, suddivisi in tre aree distinte. La prima si chiama proprio “Icone” e contraddistingue i progetti firmati da grandi architetti, come Paolo Pininfarina e Massimo Iosa Ghini, che hanno fatto la storia di Snaidero e che sono ampiamente riconosciuti a livello internazionale. La seconda area, definita “Sistemi”, racchiude soluzioni caratterizzate da una forte identità, da grande flessibilità, da una ricerca spinta sui materiali e, come già detto, da accessori interni innovativi e distintivi. “Entry Level”, infine, è la sfida più interessante, che abbiamo già vinto in quest’ultimo anno e che è iniziata alcuni anni fa con Orange. Una gamma che mantiene integra la qualità di Snaidero, garantita dalla stessa filiera, e che parla a un pubblico giovane attraverso una selezione di colori e materiali studiati per loro.
In Italia, e non solo, il consumatore si è abituato in molti ambiti a pretendere qualità a prezzi molto contenuti. Qual è il limite che un brand come Snaidero non deve e non vuole valicare per inseguire il mercato?
Il prossimo anno Snaidero festeggia i 70 anni di attività. Una storia costruita sulla ricerca e su una qualità che ci è sempre stata riconosciuta e che vive nelle case degli italiani. Una referenza attiva che parla da sola. Infatti, nell’immaginario collettivo Snaidero è percepito come un investimento sicuro, ma spesso è giudicato un brand “da sogno” e come tale inarrivabile. In verità, grazie al nuovo posizionamento trasversale del marchio, la qualità del brand è un plus straordinario per i nostri punti vendita, che possono offrire ai loro clienti una risposta per ogni tipo di esigenza.
Il mercato da indicazioni che dobbiamo saper interpretare ma non potremmo mai rinunciare alla nostra identità ne tradire le promesse legate al nostro marchio. La nostra riconoscibilità va oltre al prodotto ed è legata anche agli aspetti di servizio – le cucine Snaidero hanno una garanzia reale di dieci anni - che sono sempre più importanti, soprattutto per creare valore al marchio e rendere unica anche l’esperienza di acquisto.
Qual è il ruolo che svolge oggi il trade specializzato e quali sono i programmi futuri per fornire ai vostri partner gli strumenti di vendita adeguati?
Dopo anni di esperienza diretta, abbiamo ampliato la nostra cultura sulla distribuzione e oggi siamo ancora più consapevoli che lo spazio per la distribuzione indipendente esiste e può crescere. Lo abbiamo registrato proprio in paesi, Francia e Germania, dove la GDO è molto forte. Sono due modelli diversi e complementari e ognuno, in tutto il mondo, ha un suo modo di presidiare il mercato. L’importante è stringere ancora di più il legame tra chi produce e chi vende, e non solo attraverso l’apertura di monomarca. Dal modello del franchising, pur lontano dalla nostra cultura, è possibile recepire alcuni valori fondamentali. Primo tra tutti quello di condividere la tensione verso una offerta di qualità in ogni suo passaggio. La capacità di creare una relazione di fiducia con il cliente finale si costruisce solo con una strategia comune tra azienda e trade. Su questo aspetto abbiamo sempre lavorato molto e abbiamo intenzione nel 2016 di investire ulteriormente in formazione e in comunicazione, rafforzandola a livello locale per essere ancora più in vicini ai nostri clienti, che da 70 anni sono i primi sostenitori del nostro marchio.