Salone Mobile.Milano 2021: sarà emozionante e unico

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    (ph. Francesco Brigida)
    Claudio Luti, presidente del Salone del Mobile.Milano spiega perché l'edizione 2021 sarà un evento unico, corale, un vero e proprio simbolo di rinascita e inizio, forse, di un nuovo modo di concepire le manifestazioni e lo spazio domestico

    «Oggi serve una prospettiva sul lun­go termine e al Made in Italy tocca il compito di reinventare la nuova nor­malità. Questa potrebbe essere la carta vincente del post-pandemia: scendere in campo per supportare e rispondere alle nuove esigenze, abitudini ed emozioni delle perso­ne. Dobbiamo saper ascoltare con grande sensibilità e immaginare un mondo e un futuro diverso da quel­lo che credevamo fino a ieri».

    Questa la visione di Claudio Luti, presidente del Salone del Mobile.Milano, già al lavoro con tutta la filiera per guarda­re avanti e fare della 60esima edi­zione un evento memorabile.

    La forza del Salone in questi an­ni è stata quella del coraggio: di sperimentare, fare squadra, stringere un legame profondo e diffuso con Milano, facendone la capitale del design. È andata in questa direzione anche la de­cisione dell’annullamento dell’e­dizione 2020: qual è il sentiment attuale nell’organizzazione?
    Sospendere l’edizione 2020 del Sa­lone del Mobile.Milano è stata una decisione dolorosa, ma presa senza alcuna esitazione. La nostra priorità era salvaguardare la salute di tutti e, soprattutto, tutelare le nostre azien­de, la filiera e l’indotto. Contempo­raneamente, abbiamo fatto di tutto affinché il nostro tessuto produttivo non si fermasse. E, oggi, siamo ri­partiti. Anche il Salone del Mobile.Milano.

    Guardiamo al 2021 con rin­novata fiducia e stiamo già lavoran­do con grande passione ed energia perché la prossima edizione sia dav­vero unica, un 60esimo anniversa­rio che vorremmo condividere con tutti e che si possa ricordare. Sono giorni in cui tutti gli sforzi sono tesi a individuare e cogliere opportunità per delineare un progetto comune che rappresenti un reale e deciso rilancio per il settore. Stiamo im­maginando, per la prima volta nella storia del Salone, un evento corale: insieme al Salone Internazionale del Mobile, al Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, a Workpla­ce3.0, S.Project e al SaloneSatelli­te ci prefiggiamo di ospitare anche tutte le biennali: accanto a Euroluce, già prevista nel 2021, anche Euro­cucina, con il suo evento collaterale FTK - Technology for the Kitchen e il Salone Internazionale del Bagno.

    Guardando al grande appunta­mento del 2021, ci saranno forse da ripensare anche le modalità di accoglienza e le formule esposi­tive: cosa cambierà?
    L’edizione dell’anno prossimo del Salone del Mobile.Milano segnerà il primo reale incontro dopo 12 mesi di distanziamento sociale. Saremo la prima grande Fiera a debuttare dopo l’emergenza. Ne sentiamo la responsabilità. Forse ci abitueremo a nuove modalità di fruizione. Do­vremo forse potenziare l’esperienza e il servizio digitale: penso a proget­ti collaterali adattati a una fruizione online per permettere anche a chi non potrà essere a Milano di godere della creatività e dei contenuti della Manifestazione. Ma sono convinto che niente sostituisca l’esperienza diretta quando si parla di design. I nostri prodotti vanno visti, toccati e il Salone va vissuto.

    Come fare per mantenere inalte­rato il ruolo della manifestazione a livello globale e per sostenere il Made in Italy come punto di rife­rimento nel design?
    Il Salone è la summa di creatività, professionalità, efficienza, flessibi­lità e cultura: questa è la sua forza e ciò che lo rende unico al mondo. Grazie al lavoro che abbiamo fat­to per anni, raccontando e facendo toccare con mano la qualità, l’au­tenticità e la durata nel tempo del design Made in Italy, sono sicuro che la fiducia nel nostro prodotto non verrà messe in discussione.

    Il Salone, punto di riferimento di un’intera filiera, della rete indu­striale e anche opportunità d’in­contro tra piccole e medie impre­se e designer: cosa dicono ora tutte queste realtà? Prevale la paura o la voglia di ripartire?
    La paura non è mai stata il senti­mento dominante. La nostra filiera non si è mai arresa. Abbiamo colto questo tempo per lavorare con ener­gia e inventiva a migliorare i nostri processi interni, preparare nuovi la­boratori creativi e approntare tavoli per l’innovazione. Abbiamo puntato sull’ideazione di nuovi prodotti da un lato e, dall’altro, su linguaggi e stra­tegie alternative. Siamo pronti e sia­mo ripartiti.

    Quali prospettive vede per il set­tore? Quanto è importante ora il concetto di squadra?
    Serve visione, coesione e program­mazione altrimenti non si va da nes­suna parte. Immaginare e progetta­re il nostro futuro nello spazio della nuova vita quotidiana sarà il compito del design. Lo spazio domestico ha, in poche settimane, introiettato fun­zioni che prima non gli apparteneva­no: lavoro, studio, spesa, palestra. Si aprono nuove prospettive. Abbia­mo bisogno di ripensare al progetto “casa”, re-inventandolo modulare e modulabile. C’è tanto lavoro da fare.

    Quale potrebbe essere l’aiuto concreto delle istituzioni? Quali invece i rischi maggiori?
    Rispettiamo quello che il governo sta decidendo, ma chiediamo ci sia un supporto economico reale e ven­gano date regole di sicurezza chiare e inderogabili. Occorre riuscire a tornare in fretta nei paesi dove abbiamo affermato la nostra identità: in questo senso, il governo dovrebbe semplificare al massimo procedure e burocrazia e potenziare la promozione del Made in Italy.

    Se potesse vedere esaudito un desiderio, uno solo, quale formu­lerebbe per il Salone 2021?
    Che sia la più grande festa ed emo­zione degli ultimi 60 anni.

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