Rosy Elli, Gruppo Feg-Salvarani

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In cosa consiste l’eccellenza sartoriale di una cucina Salvarani? Ogni cliente ha un prodotto su misura, esclusivo e irripetibile

Si annovera tra gli interpreti della storia del design italiano Salvarani, marchio di cucine appartenente a Feg, importante gruppo industriale da sempre sinonimo di mobile. È infatti nel 1948 che la famiglia Elli, con Egidio e Ambrogio, esordisce nel mondo dell'arredo con un'attività di tipo artigianale per poi trasformarsi, negli anni '60 in azienda moderna, con una caratteristica precisa, tutt'oggi elemento di distinzione del brand: la capacità di compiere all'interno della propria struttura l'intero ciclo produttivo del mobile, dalla lavorazione dei tronchi per la produzione dei tranciati per arrivare al prodotto finito. Salvarani, acquisita dalla famiglia Elli nel 1996, si pregia di questo prezioso know how, frutto di 60 anni di esperienza. Che costituisce la chiave di lettura per capire in che cosa consiste l'eccellenza sartoriale delle cucine Salvarani.

La personalizzazione che possiamo offrire sul prodotto cucina - spiega Rosy Elli - è duplice. Da un lato, i nostri sistemi d'arredo per cucina - e per la casa - sono sì, industrializzati, ma praticamente su misura; dall'altro, in virtù della specializzazione di Feg nella lavorazione del legno, il cliente si trova a possedere un arredo unico, che appartiene solamente a lui. Teak, ebano e noce, generalmente lavorati su base industriale, per noi sono le materie prime attraverso cui riusciamo ad esprimere al massimo il concetto di personalizzazione. Mi spiego: il mobile, da Feg, nasce con la lavorazione dei tranciati di legno, le lastre con cui si realizza l'impiallacciatura delle ante. Grazie alla tradizione artigianale della nostra azienda, tramandata negli anni fino ad oggi, gli artigiani sono in grado di lavorare i tranciati di legno in modo che poi, il disegno delle venature, risulti in continuità anta per anta, creando così un diverso risultato compositivo per ogni singolo ordine. Sono i cosiddetti frontaliin biglia”, che, in gergo significa appunto che, in una composizione, il disegno delle venature risulta continuo, dall'inizio alla fine della linea di basi, di pensili o di colonne. Nel  modello High Teak, i pannelli dei frontali in teak seguono questo principio”.


Il risultato finale è quindi, essenzialmente, il frutto dell'esperienza dell'artigiano. “Ad esempio - continua Rosy Elli - l'ebano è una pianta piccola e la “paletta” (la serie di lastre) ricavata da una stessa pianta può essere anche molto disomogenea; di solito c'è è una grande differenza tra la prima e l'ultima lastra. Solo grazie alla sensibilità del maestro ebanista le lastre vengono abbinate tra loro nel modo migliore. Ma per una personalizzazione più totale, il cliente può intervenire direttamente nella scelta. Come? Venendo qui, in azienda, per scegliere la partita di tranciati con cui saranno realizzati i frontali della propria cucina”.


È dunque su questo passaggio che le cucine Salvarani esprimono un'eccellenza sartoriale, ma non solo. “Come accennavo all'inizio, pur trattandosi di arredi realizzati su scala industriale, diversi elementi dei nostri sistemi cucina sono prodotti in base alle dimensioni fornite dal progettista: pannelli-boiserie, cappe, luci lineari, sono disegnati e forniti a misura”.


Ma quando costano all'azienda queste scelte produttive, connotate da una così forte componente artigianale? “Alcune aziende hanno la “cultura delle quantità”, dei grandi numeri. Noi costruiamo cucine ad hoc. Per ognuna, dall'ordine alla consegna, impieghiamo otto settimane anziché quattro. Ma chi sceglie Salvarani, avrà una cucina tailor made, esclusiva e irripetibile”.