Norma Uni per progettare arredi accessibili

Presentata al Catas il 16 marzo la nuova norma Uni per la progettazione di mobili e arredi accessibili anche a disabili, anziani o persone afflitte da patologie

Lo scorso 2 marzo è stata pubblicata la nuova norma nazionale (UNI 11675 Mobili - Progettazione di arredi e loro approcci per soddisfare le esigenze di tutte le persone - Requisiti) che definisce i requisiti e le raccomandazioni per la progettazione di arredi che possano soddisfare le esigenze di tutte le persone, comprese quelle con “disabilità o con bassa o ridotta mobilità e funzione”. Un impegno per la Commissione tecnica “Mobili” dell’ente di normazione nazionale che ha così integrato il panorama normativo italiano dedicato al settore dell’arredo con una novità di grande importanza.

I contenuti di questa norma sono stati presentati lo scorso 16 marzo, a pochi giorni dalla pubblicazione, in occasione di un workshop tecnico organizzato dall'Ordine degli Architetti della provincia di Udine presso la sede Catas di San Giovanni al Natisene.

“Abbiamo lavorato per due anni alla definizione di questa norma”, ha commentato Andrea Giavon, direttore di Catas e fra gli estensori della norma. “Fino ad oggi il progettista non aveva alcun riferimento, nessuna indicazione: quanto deve essere alto, ad esempio, il bancone di una reception non solo perché ci possa lavorare una persona diversamente abile, ma perché sia adatto anche a un cliente che arriva sulla sedia a rotelle per un problema temporaneo? Di esempi potrei farne a iosa: l’altezza di un normale attaccapanni potrebbe essere proibitiva per una persona che, con l’avanzare dell’età, perde il tono muscolare, così come il prendere un libro da una mensola che sia sopra una certa altezza”.

La nuova norma stabilisce precise indicazioni per diverse tipologie di prodotto (mobili contenitori, ripiani, tavoli, letti, banconi e banchi accettazione, superfici di lavoro, maniglioni, appendiabiti, fasciatoi e letti) nei diversi ambiti nei quali possono essere utilizzati, dagli uffici agli ambienti pubblici, dai negozi agli ospedali, ai bar, nei ristoranti, nelle case di riposo, negli ostelli, negli alberghi o nei villaggi turistici, piuttosto che nelle scuole, nei musei, nelle biblioteche e – non ultime – nelle abitazioni private. Per ciascuno prodotto sono stati presentati gli approcci e le raccomandazioni per una adeguata progettazione in termini di dimensioni e “spazi di raggiungibilità” che tengano conto di esigenze e utenze differenziate.

“La normazione, il definire standard e criteri che valgano per tutti è indubbiamente una attività che va nella direzione di rendere la vita un poco migliore per tutti”, ha concluso Giavon. “A questa nuova norma sulla progettazione degli arredi credo vada riconosciuto un particolare valore sociale, un contributo nell’eliminare ogni possibile causa che porti degli individui a non essere inclusi – come è loro diritto – nella vita di tutti i giorni. Una società avanzata e civile come quella italiana non poteva non prendere in considerazione anche questi aspetti, colmando una lacuna che era diventata davvero troppo pesante…”.

Il tema dell'accessibilità è sempre stato importante anche per alcune aziende italiane di cucine, primo tra tutti Scavolini che ha messo a punto Utility System, un innovativo sistema di elementi che riesce a trasformare una cucina (senza comprometterne l’estetica) in uno spazio pienamente accessibile anche a disabili, portatori di handicap, anziani o persone in difficoltà a causa delle ridotte possibilità di azione e movimento, come dimostra la foto in apertura.

Utility System, progettato da Renzo Baldanello e Bernardino Pittino, è applicabile a tutte le cucine Scavolini in produzione, permettendo ad utenti e familiari anche un’ampia e libera scelta del modello di cucina più congeniale alle proprie esigenze di gusto e arredo.