Nicola De Pellegrini: un progetto che sfida il tempo

Nell'intervista, l'architetto Nicola De Pellegrini ci ha parlato del progetto di Tikal, creato per Talenti, monoblocco per cucinare outdoor completamente rivestito in gres e ispirato ai volumi delle architetture mesoamericane

E' finita con piani e ante in grès effetto cemento e unisce, ad un’estetica giocata su geometrie pure, una grande efficienza funzionale. E' l'isola cucina per esterni Tikal, di Talenti, bella e tecnologica, il cui progetto ha origine da un’ispirazione ben precisa: le architetture di culto mesoamericane, «un riferimento legato in parte alla forma, a volumi molto definiti che si sovrappongono tra loro per creare la composizione finale, ma anche all’aspetto temporale, all’idea di poter costruire un prodotto capace di durare nel tempo sia dal punto di vista fisico, grazie all’impiego di materiali pregiati, sia da un punto di vista estetico», spiega il progettista, l'architetto Nicola De Pellegrini.

L'isola per outdoor Tikal, di Talenti, progettata dall'architetto De Pellegrini e qui ripresa nella versione da 360 x 95 cm, con  snack e piano a penisola laterale

Il valore del progetto di Tikal è decisamente appannaggio della funzionalità che - dice il designer - ha molto influenzato lo stile. «Abbiamo concepito la cucina principalmente come fulcro della convivialità; il piacere di accogliere amici e famiglia nel proprio giardino ci ha portato a disegnare un grande piano utile come zona per cucinare e come tavolo al tempo stesso» , continua Nicola De Pellegrini. «La cucina quindi è vivibile da tutti e quattro i lati, anzi direi cinque, intendendo il top come prospetto principale. Lo stile ha solo cercato di aggregare i componenti funzionali - barbecue, piano di appoggio, vani contenitivi - in un volume solido e leggero al tempo stesso. Ho disegnato altre cucine e prodotti per cucinare all’esterno. Ma con Tikal abbiamo voluto creare un modello che si discostasse completamente dalla modularità tipica e codificata delle cucine da interni. Alla base del progetto c’è quindi una modularità nuova, molto rigida, che ci ha concesso di ottenere volumi con funzioni differenti, combinabili tra loro, ma in grado di dichiarare la loro autonomia».

Tikal: versione a 2 moduli con piano snack. La luce perimetrale inferiore "solleva" il volume da terra

La maggiore difficoltà dello sviluppo dal progetto alla produzione è stata la ricerca e l’equilibrio relativi ai requisiti tecnici necessari per resistere ad acqua e intemperie, individuando al contempo soluzioni coerenti dal punto di vista formale.

Tikal: le ante, il top, il piano snack e il coperchio di chiusura della zona cottura sono in gres. Le manopole dei comandi dei fuochi sono frontali

«La parte più complessa - racconta De Pellegrini - è stata studiare le connessioni tra i vari elementi. Ad esempio, i piani snack e a penisola sono completamente a sbalzo dal corpo principale. Questo ha richiesto uno sforzo tecnico importante. Per resistere alle alte e basse temperature abbiamo combinato alluminio, acciaio inox, zinco, magnesio, grès e vernici speciali. Molta attenzione è stata rivolta a “sigillare” i punti di giunzione tra i vari elementi, e questo è stato possibile solamente con un approccio tecnico maniacale e cura del dettaglio. Si è trattato di adottare un approccio industriale simile a quello dell’automotive, per certi versi . Tikal è stata sviluppata e prodotta interamente in Italia: questo ci ha consentito di instaurare un forte rapporto di collaborazione con i tecnici per creare nuove soluzioni formali».

Tikal: piano snack, piano penisola laterale e top sono in gres effetto cemento