Mario Franzino, BSH Elettrodomestici

la parola a... –

La filiera della cucina sta entrando in una fase più “meritocratica” rispetto al passato: i player dovranno affrontare un nuovo modo di pensare e un nuovo modo di intendere le cose

BSH, nata nel 1967 dalla joint venture fra Robert BoschGmbH e Siemens AG, è il primo produttore di elettrodomestici in Europa e il terzo nel mondo, con più di 40 siti produttivi, una rete mondiale di società commerciali e di assistenza tecnica in più di 40 Paesi, oltre 40.000 collaboratori impiegati,  di cui il 70%  opera in Europa.

Il suo ampio portafoglio di marchi - Bosch, Siemens, Neff e Gaggenau - è in grado di soddisfare le esigenze dei più svariati target e si declina attraverso scelte distributive e di comunicazione mirate sulle caratteristiche dei diversi brand, ognuno dei quali ha una propria missione specifica.


Il punto di vista di Mario Franzino, amministratore delegato BSH Elettrodomestici


Nell'attuale fase di grande cambiamento, la produzione deve considerare sempre più i contesti sociali e l'innovazione, intesa come reale beneficio per l'utilizzatore finale, concentrandosi su valori più concreti, più maturi, più consapevoli. L'ecologia è uno di questi, ed è già entrata in modo preponderante nella vita delle persone: pensando al futuro, il rispetto dell'ambiente e la ricerca di una globale e migliore qualità della vita sono i temi più importanti sui quali lavorare.


La filiera della cucina sta entrando in una fase molto più “meritocratica” rispetto al passato: tutti i player dovranno affrontare un nuovo modo di pensare ed un nuovo modo di intendere le cose, in modo coerente, trasparente ed etico. C'è già chi, al passo coi tempi, sta tracciando dall'interno delle aziende una nuova strada che approccia i temi non solo dal punto di vista meramente commerciale. In quest'ottica, burocrazia, "paralisi da analisi" e scarsa reattività al cambiamento sono i più pericolosi nemici da combattere.


Oggi si dialoga con un pubblico più attento e meno influenzabile. Questo presuppone, da parte della distribuzione, una seria e profonda preparazione ed una progettualità di gran lunga più complessa rispetto al passato. Design, emozione, servizio...sono punti fondamentali e necessari sui quali si è lavorato, ma quello che farà la differenza è la traduzione che ognuno dovrà dare a questi vocaboli, sul punto vendita: design e non pura estetica nel prodotto; emozione e non semplice sensazione nell'approccio espositivo; livello e qualità del servizio per interpretare le reali esigenze dell'utenza. Gli ingredienti del mix già sperimentato non cambiano: cambia la qualità degli stessi.  La capacità di interpretare correttamente -  piuttosto che  di pilotare - le necessità del pubblico, sarà la discriminante per il successo futuro. Gli odierni canali distributivi dell'elettrodomestico per cucina presentano tutti al loro interno aree di criticità, ma anche importanti eccellenze pronte a cogliere "il nuovo". Un rinnovato e migliore rapporto tra produzione e distribuzione porterà a strutturare - soprattutto per i punti vendita di cucine -  un' offerta equilibrata e coerentemente indirizzata al target di riferimento, che consideri il “pacchetto” mobile più elettrodomestico e che non potrà che risultare vincente, soprattutto se sostenuta una strategia dedicata, o personalizzabile sulle caratteristiche dei punti vendita, in grado di integrare prodotto, servizi, comunicazione e  formazione, naturalmente sempre nel rispetto dei valori peculiari d'impresa dei retailer.


Il distributore e il punto vendita, come luogo fisico e reale, resta il punto in cui si stabilisce quel rapporto diretto con il cliente in grado di accompagnare il prodotto in una relazione qualitativa. Il web è uno strumento innovativo e …non si può fermare il mondo: oggi si trova in rete qualsiasi tipo di prodotto, di informazione, di notizia. Ma non credo che il web possa battere totalmente la professionalità e la competenza dei retailer.”