L’appello del presidente Orsini al Governo

Il presidente di Federlegno Arredo ha rivolto un appello al Governo per invocare maggiori aiuti a sostegno delle imprese del settore

In un video pubblicato sulla sua pagina Facebook il 2 aprile, il presidente di Federlegno Arredo Emanuele Orsini si è rivolto al Governo con queste parole, che riprendiamo volentieri per la forza del suo messaggio.

Dopo le parole di ieri sera del presidente del Consiglio, credo che, stante l'emergenza, sia giusto fare il punto della situazione e provare a mettere sulla bilancia quello che come FederlegnoArredo stiamo facendo e quello che ci aspetteremo venisse fatto da chi ha il potere di decidere del futuro del nostro Paese, ma soprattutto il futuro delle nostre imprese.

Marzo si è appena concluso, noi imprenditori abbiamo fatto la nostra parte, abbiamo chiesto a tutti  l'impegno a pagare i nostri fornitori, in modo da tenere ancora viva la filiera, pur essendo ferma, pur essendo chiusa.

Abbiamo superato, con fatica ma con grande senso di responsabilità gli impegni di fine mese, ottemperando anche alle scadenze fiscali, nonostante avessimo chiesto di prorogarle. Lo abbiamo fatto come se intorno a noi non fosse successo niente e invece no, è successo tutto. Non produciamo, non fatturiamo, ma paghiamo i fornitori.

Quanto pensate - mi rivolgo a chi ci governa -  possiamo resistere? Pensate che alla fine di aprile potremmo essere altrettanto responsabili e corretti verso i nostri fornitori? No, la risposta è no, ovviamente no. Non possiamo farcela perché non ci riusciamo.

Abbiamo bisogno di ricominciare a produrre anche se in maniera parziale, controllata, non possiamo fermare ancora per molto il motore delle nostre aziende.

Quindi, o davvero immettete liquidità nel circuito, ma liquidità vera e facile, o ad aprile saremo noi a chiedervi quanto siete stati responsabili e rispettosi degli impegni presi con il Paese, ma soprattutto verso le imprese.

Siamo stati travolti da una pandemia, il mondo si è fermato e voi ci chiedete di pagare e rimanere in piedi come se vivessimo ancora nella normalità di produzione, di vendita, di incasso e di pagamento reciproco.

Ve lo chiediamo in maniera molto chiara: avete intenzione di agire con misure proporzionate alla gravità del momento o pensate di farci chiudere tutti? Perché questa è la domanda. Ogni giorno che passa è un giorno perso. Dobbiamo fare il prima possibile”

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