La casa di Stefano Giovannoni ed Elisa Gargan, una coppia creativa anche in cucina

Un’ex fabbrica di turbine ristrutturata su più piani è l’abitazione-studio dei designer Stefano Giovannoni ed Elisa Gargan a Milano. Diversi ma altamente compatibili, collaborano nella progettazione, ma cucinano in modi e in spazi differenti

Una casa pop e ricca di sorprese quella che il designer architetto Stefano Giovannoni abita con la moglie Elisa Gargan, sua compagna di vita e socia nel lavoro, e i loro due figli. Un lungo e riuscito sodalizio familiare-professionale che traspare anche dalla loro abitazione, frutto - dicono - di continua mediazione.

Stefano Giovannoni ed Elisa Gargan

«Con mia moglie abbiamo idee molto diverse - afferma sorridendo Stefano Giovannoni - e ogni qual volta dobbiamo inserire un nuovo oggetto in casa si discute. Gli unici due arredi che abbiamo scelto di comune accordo sono stati i due tavoli del piano abitazione: quello che assomiglia a un enorme “tagliere” nel salone, opera artistica di uno scultore francese il cui legno è ricavato da un unico pezzo di albero, e il tavolo della cucina, rivestito in cristallo e argento, degli anni ’50, all’epoca usato come bancone di una pellicceria a Venezia e da noi trovato in un mercato antiquario a Parma. Per il resto si discute».

DUE CUCINE PER DUE STILI

Al centro della cucina progettata da Elisa, il tavolo in cristallo e agrento degli anno '50

«Elisa e io - racconta il designer - siamo entrambi ottimi chef, ci piace ricevere e organizziamo spesso feste qui a casa. Per questo abbiamo due cucine: una al piano abitazione disegnata da Elisa, dallo stile più tradizionale, e un’altra “mia” al piano della terrazza, molto attrezzata e tecnica, in cui mi diletto anche a sfilettare i tonni». La cucina fotografata e che si vede in queste pagine è quella utilizzata soprattutto da Elisa Gargan, razionale e con molti arredi in acciaio, dove però il tocco di originalità è il tavolo in cristallo e argento, degli anni ’50, che è stato recuperato in una pellicceria veneziana.

La cucina progettata da Elisa Gargan

SPAZI APERTI ED ECLETTICI

Ma l’appartamento è solo una parte dello stabile, una ex fabbrica di turbine, tipico immobile industriale a mattoncini rossi, acquistato dai Giovannoni nel 1999 per sfruttarlo come studio-abitazione. «Si è trattato di una ristrutturazione molto importante, soprattutto per quanto riguarda gli interni - afferma Giovannoni - essendo l’immobile composto di più piani, ciascuno adibito a funzioni diverse, con una torre che conteneva una cisterna alta 26 metri, che serviva per fornire acqua al piano interrato, dove, in due grandi vasche, avveniva la prova di funzionamento delle turbine. Una di queste vasche è rimasta e l’abbiamo trasformata nella piccola piscina che abbiamo allestito come Spa, rivestendola con mosaici Bisazza e mantenendo qualche elemento di preesistenza, come i bocchettoni dell’acqua».

La piscina del seminterrato

Mentre gli interni sono stati completamente stravolti, gli esterni sono rimasti originali, eccezion fatta per le pareti in vetro cemento che sono state sostituite da finestroni verticali ai piani inferiori e da una grande vetrata orizzontale che corre su tutti i quattro lati al piano abitazione.
«Al primo piano, dove oggi c’è lo studio - prosegue Giovannoni - c’erano i carri ponte, mentre al piano dove oggi abitiamo c’era l’ufficio dove venivano disegnate le turbine. Essendo la pianta della casa un perfetto quadrato 20x20 metri con le finestre che corrono su tutti e quattro i lati, la zona centrale dell’appartamento sarebbe rimasta buia.
Per questo motivo, al centro abbiamo creato un giardino d’inverno, le cui vetrate sono apribili sui tre lati e affacciano sul salone, sulla cucina e sul disimpegno di fronte alle camere, fornendo luce.
Questo ci permette inoltre, quando riceviamo, di avere una zona in più».

La terrazza di 400 mq sul tetto

PASSIONI E CONTAMINAZIONI

Il soggiorno con affaccio sulla terrazza

Una casa-studio, quindi, dove si abita e si lavora, ma sono più i pro o i contro di una scelta diquesto genere? Per il designer la risposta è netta:
«Per me sono solo pro. In passato ho spesso lavorato lontano da casa e mi sono convinto che sia più importante la separazione mentale piuttosto che quella fisica. Io preferisco avere le due realtà separate ma collegate».

Un'altra vista del soggiorno con arredi e mobili provenienti da tutto il mondo

Una casa ricca di stimoli, con forme differenti e colori brillanti, che rispecchiano appieno l’originalità creativa di Giovannoni e di sua moglie. Creatività che trae origine, secondo Giovannoni, dalle contaminazioni originate dalle letture filosofiche di gioventù (in particolare Jean Baudrillard) e da una grande passione che risale all’infanzia, quella «per il mondo della natura, in particolare per gli animali e maggiormente per i pesci. Credo che gran parte della mia ispirazione nasca da lì».

Nel soggiorno, in primo piano, le Rabbit Chair di Qeeboo, il marchio creato dai due designer
Stefano Giovannoni nel suo "angolo del musicofilo"
Foto di Maddalena Floridia
Intervista di Damiano Gallo (autore e conduttore di programmi televisivi dedicati alla casa e co-titolare della società immobiliare Porta Nuova Estates)