Il 2011 dell’industria del mobile

dati e analisi –

Csil ha delineato una visione ampia e dettagliata dello scenario italiano e internazionale del settore. La ripresa ci sarà, ma…

Le parole sono: lieve, modesta, lenta, difficile, e si riferiscono alla ripresa economica, globale come di settore, che si prospetta in salita e senza illusioni per tutto il prossimo decennio.

I Numeri sono quelli offerti da Csil, con presentazione dei due rapporti “World Furniture Outlook 2011” e “Rapporto di Previsione sul Settore del Mobile in Italia nel 2011”, che delineano una visione ampia e insieme dettagliata dello scenario mondiale e nazionale del settore. Un appuntamento di fine anno particolarmente interessante e pregnante non solo di dati ma anche di riflessioni, quello svoltosi al Centro Congressi Palazzo delle Stelline a Milano, a cominciare dai dati analitici del World Furniture Outlook 2011, relativi all'industria del mobile e alle previsioni sulla crescita della domanda di mobili nel 2011 in 35 paesi europei, 15 paesi dell'Asia e del Pacifico, 12 del Medio Oriente e dell'Africa, 3 del Nord America e 5 del Sud America, che hanno evidenziato una ripresa dell'economia mondiale non solo contenuta ma soprattutto disomogenea (i paesi emergenti crescono molto più rapidamente dei paesi sviluppati) ed esposta a notevoli rischi.

IL QUADRO MACROECONOMICO DEL 2011
Secondo lo scenario internazionale ipotizzato dal World Furniture Outlook, nel 2011 l'economia mondiale continuerà a crescere ma a ritmi inferiori rispetto al 2010, con un notevole divario fra la ripresa modesta dei paesi sviluppati e la crescita a livelli elevati dei paesi emergenti (seppure anche qui in diminuzione rispetto al 2010). Prepariamoci a un processo di riassorbimento degli effetti della crisi destinato a durare anni, almeno sulle economie avanzate: Stefania Tomasini, di Prometeia, nel presentare i prospetti ipotizza un riassorbimento della crisi che potrebbe durare per tutto il prossimo decennio: un riassorbimento lungo, che nel frattempo coinvolgerà ancora il mercato del lavoro con ulteriori probabili cadute dell'occupazione. Il livello elevato dei disavanzi e dei debiti pubblici per molti paesi determinerà un rientro delle politiche anti-cicliche con effetti negativi sul consolidamento della ripresa nei paesi sviluppati, i cui problemi finanziari, nonostante le intenzion dei governi, sono ancora lontani dalla risoluzione. La crescita della domanda interna, in primis dei paesi emergenti, contribuirà a far crescere anche nel 2011 il commercio internazionale, ma a un tasso quasi dimezzato rispetto al 2010 (+6,8% contro un 12,9%).

Per l'Italia, Prometeia prevede che nel 2011 avvenga un rallentamento ciclico nella crescita, già evidente in questi mesi non solo nel nostro paese ma anche nelle altre economie europee. Il rafforzamento dell'euro sul dollaro, che continuerà anche nel 2011, e l'elevato debito pubblico contribuiranno a rendere ancora più lungo il percorso di uscita dalla crisi per l'Italia che già nel 2010 ha registrato tassi di crescita inferiori alla media dell'area euro. Il nostro PIL, dopo la crescita dell'1,1% preventivata a chiusura del 2010, è previsto in aumento dello 0,8% nel 2011. La spesa delle famiglie dovrebbe fornire un contributo positivo alla crescita del PIL, sebbene con un reddito reale in modesta crescita (+0,7%), il che spiega una propensione al consumo che tenderà a mantenersi sui livelli del 2010.

Anche gli investimenti totali presenteranno nel 2011 segnali di una debole ripresa, strettamente correlata all'andamento delle esportazioni e alla necessità delle imprese di adeguare la propria capacità produttiva. Sul fronte della domanda estera, nel 2011 il rafforzamento dell'euro e il rallentamento della domanda mondiale determineranno una decelerazione del tasso di crescita delle esportazioni italiane di merci (+4,5% contro il +7,9 del 2010). Sull'altro versante, l'euro forte sosterrà le importazioni che cresceranno del 4,2%.

IL MERCATO MONDIALE DEL MOBILE
Il consumo mondiale di mobili, valutato a prezzi di produzione (escluso cioè il markup per la distribuzione), è di circa 340 miliardi di dollari Usa, con un grado di apertura dei mercati (cioè il rapporto fra importazioni e consumi) attualmente dell'ordine del 27%. Per il commercio mondiale del mobile, come ha evidenziato l'intervento di Ugo Finzi di Csil, è prevista una modesta crescita nel 2011, dopo la forte contrazione del 2009 e la ripresa del 2010. I principali paesi importatori di mobili sono Stati Uniti (principale motore della crescita mondiale fino al 2007, in calo nel 2008 e 2009, in ripresa dal 2010), Germania, Francia e Regno Unito. Tra i paesi esportatori di mobili, oltre all'Italia, anche Germania e Polonia (in forte crescita sino al 2008).

Da segnalare il primato perso dall'Italia, che era il primo paese esportatore di mobili a livello mondiale, e che dal 2005 è stata superata dalla Cina, che ha visto crescere le sue esportazioni da circa 4 miliardi nel 2000 a 27 miliardi di dollari nel 2008, scesi a 25 miliardi di dollari nel 2009 e in risalita (probabilmente a circa 30 miliardi di dollari) nel 2010. Senza dimenticare, sottolinea Csil, che “proprio l'aumento di capacità produttive nei paesi emergenti, in un periodo di stagnazione della domanda sta determinando eccesso di offerta con conseguenze negative sulla redditività per i produttori”.

Lo scenario futuro, insomma, è ricco di segnali deboli di ripresa e ostacoli forti: un quadro da tenere ben presente, per delineare le strategie future, aziendali, settoriali e nazionali che siano.

LE PREVISIONI SUL SETTORE DEL MOBILE IN ITALIA NEL 2011
Il Rapporto di previsione sul settore del mobile in Italia nel 2011 ha presentato i pre-consuntivi per il 2010 e le previsioni per il 2011-2012 per le variabili chiave del settore del mobile in Italia (produzione, consumo, commercio estero, prezzi, competitività e domanda estera), con un focus sui modelli prevalenti di impresa del settore e un confronto con le aziende tedesche, oltre a una analisi dettagliata dei più importanti comparti.

Dopo un biennio di decisa contrazione, la produzione di mobili nel 2010 registra una timida ripresa (+1,5% rispetto all'anno precedente calcolata a prezzi costanti), sicuramente non sufficiente a ritornare ai livelli produttivi ante-crisi.

La crescita produttiva è comunque derivata da una contenuta crescita sia della domanda interna sia di quella estera. Il consumo interno di mobili è cresciuto dell'1,4% a prezzi costanti, mentre l'export ha registrato un aumento del 3,7%.

Sul mercato interno l'incremento è stato spinto sia dagli incentivi statali accordati ai mobili per cucina sia da un'inflazione settoriale praticamente nulla, oltre che da un arresto della caduta del reddito disponibile delle famiglie che avevano posticipato gli acquisti durante il biennio di crisi e che grazie ad un più significativo ricorso al credito al consumo hanno potuto finalmente realizzare gli acquisti procrastinati.

Per quanto riguarda l'export, la domanda di mobili italiani ha segnato un recupero modesto se rapportato al forte calo registrato nel biennio precedente, con maggiori incrementi nei principali mercati di riferimento europei, ma registrando anche segnali incoraggianti dal mercato statunitense, nonostante le difficoltà create dall'apprezzamento della valuta europea negli ultimi mesi.

In generale, si sta registrando una diminuzione del valore medio dei prezzi all'estero in seguito alla necessità per le imprese italiane di mantenere le proprie quote di mercato. Il quadro 2010 è completato da un incremento delle importazioni (+11,7% a prezzi costanti).

LO SCENARIO GLOBALE
Nel 2011, con lo scenario globale che abbiamo visto, l'Italia risentirà nuovamente dell'incertezza che contraddistingue la ripresa dell'economia a livello mondiale.

Già nella seconda metà del 2010 la ripresa produttiva ha perso lo slancio di inizio anno e le previsioni per il 2011 risentono di questo rallentamento della ripresa, con notevoli preoccupazioni per quanto riguarda il mercato del lavoro soprattutto per il persistere di alti livelli di disoccupazione.

Nonostante la prevista crescita del reddito disponibile delle famiglie, la propensione agli acquisti dei mobili non avrà un incremento significativo. Il consumo è previsto solo in lieve crescita (+0,8% a prezzi costanti), grazie anche all'apporto delle importazioni, il cui aumento si stima intorno all'8%.

L'export dovrebbe crescere circa del 3% in quantità, grazie al rafforzamento della domanda di mobili italiani, nonostante le difficoltà di consolidare la ripresa economica in molti mercati di riferimento, anche in seguito ad un adeguamento dei prezzi per mantenere competitivi i mobili italiani nonostante l'euro forte.
In conseguenza, è ipotizzabile un leggero aumento della produzione italiana nel 2011 (+0,9%): ancora una volta una crescita debole, penalizzante per le aziende che nell'ultimo biennio hanno dovuto comprimere i margini per restare sul mercato.

SISTEMA ITALIA: NUOVI MODELLI DA CUI RIPARTIRE
Abbiamo vinta la guerra e persa la pace? Una metafora chiara, quella di Sara Colautti di Csil, nel commentare i dati più sconcertanti, che sono quelli che vedono l'economia italiana decisamente più lenta nella ripresa rispetto all'economia tedesca, più vivace e trainata dalla ripresa dell'export, seppure a fronte di un mercato del lavoro più costoso di quello italiano. Basti un dato, quello che vede la distanza delle economie nazionali rispetto al punto di arrivo di prima della recessione, che vedono l'Italia a -5,6% e la Germania a -2,7%.

Eppure le esperienze positive, che segnano alcune delle strade percorribili dall'industria italiana, ci sono, come hanno dimostrato gli interventi sugli scenari, coordinati da Massimo Florio (Csil e Università di Milano), che hanno visto le case history di tre aziende eccellenti del made in Italy: Lago, che ha recentemente debuttato anche nel mondo della cucina, che come ha raccontato con passione Daniele Lago ha puntato molto su un diverso modo di fare azienda, di fare “creatività diffusa e design su tutta la filiera”, oltre che di utilizzare una comunicazione circolare, sotto il segno dell'innovazione e della condivisione “socialweb”; Valcucine, di cui Daniele Prosdocimo ha testimoniato un innovativo modello non solo di ecodesign ma di azienda fortemente partecipativa e con un forte modello di condivisione etica, con la convinzione che il business del futuro coincide con la sostenibilità; Ares Line, produttore di mobili da ufficio, la cui concretezza e capacità di rispondere con qualità ed efficienza alle richieste internazionali ha permesso di attraversare in crescita la crisi.

A ricordarci che il made in Italy è e continua a essere il design, come ha evidenziato l'intervento di Luisa Bocchietto, presidente Adi, ma che il solo design non basta più: occorrono modelli innovativi nel fare impresa, che siano in grado di rilanciare il made in Italy nella competizione internazionale.