Glem Gas, come ripartire?

    Marco Guerzoni, Direttore Marketing di Glem Gas SpA, analizza la situazione attuale di emergenza e spiega da dove l'azienda emiliana vuole ripartire

    Marco Guerzoni, Direttore Marketing di Glem Gas SpA, racconta come l'azienda emiliana di elettrodomestici sta vivendo l’attuale emergenza sanitaria.

    Come avete affrontato l'emergenza?
    Fin dai primi giorni di marzo dal punto di vista operativo abbiamo cercato di reagire sulla base delle indicazioni ricevute dalle autorità. Quindi abbiamo attuato tutte le contromisure indicate per mettere in sicurezza le persone di Glem Gas, in produzione, negli uffici, nelle aree comuni fino alla mensa, talvolta anticipando le nuove misure poi introdotte dal governo. L’elemento fondamentale è comunque stato il distanziamento delle persone, e la riduzione della popolazione aziendale.
    Oltre a questo si è voluto fin da subito distribuire mascherine protettive cercando di reperirle davvero da tutto il mondo. Altre misure sono state intensificare la pulizia dei locali con l’ausilio di prodotti a base alcoolica o cloro e introdurre la sanificazione settimanale di tutta la struttura qui nella sede di San Cesario (MO) e nell’altro impianto di Modena.
    Sul lato organizzativo abbiamo ridotto ogni tipo di contatto diretto non urgente tra persone, sia verso l’esterno che internamente, favorendo al massimo l’utilizzo di piattaforme di video conferenza. Come dicevo, si è voluta ridurre la presenza negli uffici sostenendo lo smart working, il tutto con l’obiettivo di dare la massima continuità di servizio ai nostri clienti e partner. Siamo riusciti a produrre e spedire fino al 25 Marzo, poi necessariamente ci siamo dovuti fermare viste le stringenti misure di quarantena del governo introdotte in quella settimana. Nel frattempo in ambito solidale abbiamo voluto dare un aiuto concreto a chi dall’inizio dell’emergenza con grande spirito di sacrificio e responsabilità lavora senza sosta, ed in particolare il pensiero è stato rivolto a chi si prodiga per salvare vite umane. Mi riferisco a medici, infermieri, personale sanitario, laboratoristi e ricercatori.
    In tal senso Glem Gas ha voluto dare un contributo concreto attraverso una donazione a favore del team di lavoro universitario-ospedaliero chiamato “MoCo19”, coordinato dal Prof. Andrea Cossarizza dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Un team formato da oltre 70 medici e ricercatori che da settimane collaborano assiduamente alla messa a punto delle migliorie terapie per gli attuali e futuri pazienti. Un importante sforzo di analisi e ricerca, portato avanti 24h al giorno per coadiuvare l’attività della Terapia Intensiva guidata dal primario Prof. Massimo Girardis e da tutti i reparti in prima linea alla lotta contro il Covid-19 dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena.

    Come sta impattando l'emergenza sul fronte export?
    Il continente che oggi vediamo più in difficoltà sul lato consumi è certamente l’Europa. In quest’area dopo un inizio anno molto positivo, parlo principalmente di Francia e Italia per i nostri marchi GlemGas e Schock, si è vista una forte riduzione nelle vendite a partire dal mese di marzo e un blocco totale in aprile.
    Diversa la situazione in Estremo e Medio Oriente dove probabilmente complice l’arrivo antecedente della pandemia ma anche una gestione diversa ed un approccio socio culturale di queste aree più rigido, con la sola eccezione della Cina, non ci sono stati segnali di rallentamento, anzi! In particolare nell’area del Golfo il mercato per noi continua a domandare costantemente prodotti con volumi in rialzo anche rispetto all’anno precedente. Parlando di Australia vediamo un calo ma su valori molto più attenuati rispetto all’EU. Il continente Americano risulta più incerto a mio avviso essendo l’ultimo in termini temporali ad essere stato colpito dall’epidemia e anche in conseguenza di una gestione alquanto confusa da parte dei loro leader, parlo in particolare dei paesi più popolosi, USA e a ruota il Brasile.

    Come è possibile mettere a frutto questa pausa forzata?
    Pensando al come riaprire al meglio e non solo al quando. In oltre 60 anni abbiamo affrontato e superato numerose sfide, lavorando con massima dedizione, ispirandoci agli stessi valori: passione, coraggio, determinazione e concretezza, con le migliori persone. Ripartiamo da questo patrimonio aziendale con lo stesso spirito che ci ha portato fin qui e sicuri delle nostre capacità.
    Dal 14 aprile siamo tornati operativi, in modalità ridotta ma ci siamo. Penso che come azienda abbiamo questa responsabilità, nei confronti di tutti, dalle persone di Glem Gas, dei fornitori, dei partner, del nostro paese. La responsabilità di tornare velocemente e in totale sicurezza, a fare ciò che sappiamo fare meglio, vendere e produrre elettrodomestici per la cottura.
    Solo attraverso questo passaggio saremo in grado di fare fronte come azienda ai bisogni di tutti i nostri partner e stakeholder. Non ci sono scorciatoie. Non sono a favore dell’attendismo e dell’iper-analisi, e non penso che la sola corsa al debito possa garantirci un futuro più sicuro, efficiente e migliore. Le informazioni ci sono, le competenze anche, chi ha potere decisionale lo eserciti e ripartiamo!

    Come si può immaginare la ripartenza?
    Le regole di sicurezza per il mondo manifatturiero ci sono e sono simili a quanto implementato da inizio marzo. La chiave rimarrà il distanziamento sociale, coadiuvato da ogni tipo di strumento per meglio garantire e monitorare la salute di tutti. Mi riferisco in primis all’uso delle mascherine, le distanze minime ma anche allo screening siero immunologico della popolazione così che tutti operino nella massima serenità. Posso anticipare che come Glem Gas stiamo attendendo il via libera ad effettuare questi test non appena raggiungeranno livelli di affidabilità adeguati allo scopo.
    Detto questo il fronte più incerto rimane quello dei consumi e qui mi affido al parere degli esperti che individuano in questa crisi un elemento diverso rispetto a quelle che ci hanno preceduto, e cioè che il fattore scatenante non è un elemento di natura economico finanziaria e come tale quindi la ripresa dovrebbe essere più immediata. Bisogna però innescarla!
    Scongiurata la tenuta del sistema sanitario, e quindi garantita la salute della comunità, non dobbiamo perderci nell’attendismo decisionale in quanto l’effetto domino sul lato economico-sociale è già la nuova minaccia che dobbiamo affrontare. Noi ci siamo… avanti tutta!