Quando l’innovazione nasce da una ricerca condivisa tra aziende diverse il processo è ancora più complesso, ma può portare a risultati altrimenti non raggiungibili.
Ne è un chiaro esempio la realizzazione del lavello integrato nel top in quarzo, senza giunzioni visibili, che è stato proposto per la prima volta nel 2012 grazie al lavoro congiunto di aziende leader nei reciproci settori di pertinenza: Schock, l’azienda tedesca produttrice dei lavelli in quarzo distribuita in Italia da Glem Gas e Marmo Arredo, che trasforma le superfici di Quartzforms la quale, sempre in Germania, produce le lastre in quarzo. Due realtà, o meglio quattro, che hanno condiviso il proprio know how creando un nuovo standard in cucina. Una sfida industriale vinta che ha messo a sistema competenze diverse in uno scambio che, a detta di entrambi i protagonisti, è stato umano ancor prima che tecnologico. Una collaborazione felice che è ancora in essere e da cui nasceranno sicuramente nuovi progetti.
Ne parliamo con Gaetano Lamanna, direttore commerciale di Schock Italia, e Marco Scapin, direttore artistico di Marmo Arredo.
Quando e come nasce l’idea di esplorare nuove soluzioni per integrare il lavello nel piano lavoro?
GAETANO LAMANNA Come distributori esclusivi di Schock, avevamo già toccato con mano il successo della vasca integrata nel piano di lavoro ai tempi in cui l’azienda tedesca produceva sia worktop sia lavelli in solid surface. Nel momento in cui la produzione di Schock si è concentrata solo sui lavelli abbiamo cercato di capire come si poteva integrare anche la vasca in Cristalite (un composito di quarzo e acrilico, ndr ) con un top sempre in composito di quarzo. La ricerca si è tramutata in un percorso progettuale concreto nel 2011, quando abbiamo scoperto a Sicam l’ultima innovazione proposta da Quartzforms, l’azienda di lastre in quarzo di Marmo Arredo che ha sede in Germania.
MARCO SCAPIN A Sicam 2011 presentammo Invisible Line®, un brevetto che consente di realizzare piani di lavoro in quarzo di lunghezza superiore a 3 metri senza alcuna giunzione visibile. Un punto di partenza per realizzare anche l’integrazione invisibile del lavello. Attraverso il nostro ufficio tecnico e i responsabili ricerca e sviluppo, nello stesso periodo, cercavamo di confrontarci con i produttori di vasche per esplorare possibili soluzioni. La complessità tecnologica che presentava il lavello costruito in quarzo con i suoi angoli da 90 gradi sembrava difficilmente superabile fino a quando non abbiamo iniziato a dialogare con Schock, grazie alla mediazione di Glem Gas e alla volontà di Gaetano Lamanna. Da quel momento ha avuto inizio la ricerca che ha portato al primo prototipo nel 2012.
Quanto è durato il processo di messa a punto definitivo?
GL Se l’incontro tra i due “pezzi” del sistema può essere definito quasi casuale, il lavoro di ricerca che si è generato è stato invece molto strutturato e ha richiesto la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti. Un iter che ha messo insieme due idee ma che ha coinvolto ben quattro aziende - Schock e Glem Gas da una parte, Quartzforms e Marmo Arredo dall’altra - in uno scambio di know how che ha portato alla messa a punto di una soluzione funzionale ed esteticamente ineccepibile, poi diventata uno standard. Una ricerca che ha influenzato entrambi i processi produttivi, perché l’obiettivo era farla diventare un prodotto industriale.
MS Per arrivare allo stadio attuale ci sono stati tanti step e dal primo prototipo del 2012 al prodotto industriale sono trascorsi due anni, tanto che il vero lancio è stato a Eurocucina 2014. Sono state tante le problematiche da affrontare, tra cui anche quella di far capire tutti vantaggi del sistema alle aziende di arredo cucina. Un campo di indagine importante è stato il tema del colore perché quando è stato messo a punto il progetto era nettamente preponderante l’idea del monocromatismo tra i due elementi. Schock ha lavorato su quattro colori base, due grigi, un bianco e un nero, e noi contemporaneamente siamo arrivati a proporre l’extra bianco e l’extra nero. Oggi il tema del colore uniforme è stato superato e proprio a Sicam 2018 abbiamo presentato con successo la nostra nuova collezione Planet di quarzi venati con i lavelli monocolore in tono (nell'immagine in apertura).
Qual è stata la sfida più grande di questo progetto?
GL L’importante sfida iniziale è stata proprio quella di far dialogare aziende con processi molto diversi, visto che una produce con macchine a stampo, l’altra con macchine a controllo numerico. Sicuramente il fatto che entrambi i siti produttivi fossero in Germania ha agevolato lo scambio di informazioni, ma prima di arrivare alla messa a punto definitiva ci sono state numerose visite reciproche che hanno creato il necessario clima di fiducia. Per Schock è stato molto rassicurante capire immediatamente che stava dialogando con un’azienda che aveva la massima competenza nella produzione e nella trasformazione delle lastre in quarzo.
MS L’operazione nel suo complesso è ancora più interessante proprio perché tocca stati e popoli diversi. Oggettivamente è curioso come Quartzforms sia un’azienda tedesca ma con la testa in Italia e che Schock, made in Germany in tutti i sensi, sia stata condotta su questo percorso dal proprio distributore italiano. Una realtà che ha avuto la lungimiranza di intraprendere una strada non ancora percorsa pur avendo il proprio core business nella produzione di elettrodomestici.
Quali sono state le maggiori difficoltà tecniche incontrate?
GL Uno degli obiettivi strategici era di arrivare a una definizione di vasca tale da trasformare il progetto artigianale in un prodotto industriale. Le nostre vasche, per fare un esempio, escono dagli stampi con piccole raggiature nella parte superiore orizzontale che dovevano essere eliminate prima dell’incollaggio. Ora, invece, siamo arrivati a produrre un lavello che è già perfetto per la fase successiva di incollaggio. Per arrivare a questo risultato Schock ha sviluppato al suo interno anche degli strumenti appositi che hanno ridotto a zero la tolleranza all’anomalia, visto che tutto deve essere automatico.
MS I lavelli Schock sono di per sé molto stabili a livello dimensionale ma il passaggio dalla fase iniziale, in cui si dovevano fare delle lavorazioni ulteriori, allo stato attuale di perfezione è stata la svolta industriale. Un processo che non consideriamo ancora terminato perché vogliamo automatizzare il più possibile la fase dell’incollaggio rendendola anche più sicura per gli operatori. Siamo partiti da un lavello standard e lo abbiamo adattato, ora invece lavoriamo con prodotti pensati appositamente per questa lavorazione, comprese le colle utilizzate. Il risultato non è solo apprezzabile dal punto di vista produttivo ed estetico ma anche come risultato per l’utilizzatore finale. Non a caso non abbiamo mai registrato contestazioni o problemi.
Come ha reagito il mercato alla vostra soluzione?
GL La prima reazione è stata di incredulità e ha avuto origine proprio all’interno dell’azienda. Quando mandammo l’immagine del primo prototipo in Germania, da Schock, credettero che fosse stata sottoposta a ritocco fotografico. Hanno dovuto vedere il risultato dal vero per crederci! Anche le prime aziende nostre clienti a cui l’abbiamo presentato hanno avuto reazioni di stupore e una ci ha persino chiesto di romperlo per capire come erano assemblati veramente i due elementi, che di fatto diventano un pezzo solo. Questa continuità risolve anche tanti problemi di pulizia per il cliente finale. La prova definitiva dell’ottimo risultato raggiunto è quella di aver dato vita a uno standard che oggi è proposto anche dalla concorrenza. Era inevitabile e siamo orgogliosi di essere stati i primi.
MS La presenza di concorrenti aiuta a diffondere la forza del concetto, e questo ci fa gioco comunque. Oltretutto noi siamo gli unici a mettere i nostri nomi sul prodotto, con tutte le garanzie che ne conseguono, mentre negli altri casi è un’operazione fatta da trasformatori e non tutti utilizzano i partner ideali. Il processo di industrializzazione che abbiamo messo a punto è ancora il più solido ed efficace, anche con le soluzioni che abbiamo presentato negli anni successivi. Siamo arrivati a integrare persino la Prepstation, presentata da Schock a Living Kitchen 2017, passando da una vasca da 40 cm alle misure ben più importanti di 120x43 cm. Una proposta che è stata calibrata lavorando insieme fin dall’inizio.
Quali sono le evoluzioni più importanti per l’area lavaggio e per i piani di lavoro?
GL Se dobbiamo parlare di sfide concettuali sicuramente va citato il progetto presentato da Offmat, spin off di Marmo Arredo, a Eurocucina 2016 in cui ogni funzione era integrata a scomparsa sul piano di lavoro, compreso il lavello che era sempre di Schock.
MS Con il progetto Tulèr di Offmat, disegnato da Tipic, abbiamo voluto sperimentare tecnologie oggi a disposizione in altri settori, compresi i comandi gestuali utilizzati per movimentare il lavello, e abbiamo dimostrato che si può già progettare un piano che integri a scomparsa oltre alle funzionalità classiche, cottura e lavaggio, anche la ricarica dei dispositivi e la bilancia per gli alimenti. Abbiamo spinto il limite progettuale ma siamo consapevoli che per diventare uno standard deve cambiare la cultura anche di tutta la filiera. Il dialogo tra aziende diverse è ancora più complesso e il confronto con know how differenti è cruciale anche per la fase di montaggio e di assistenza.
Le tappe dell'innovazione
2011
Marmo Arredo presenta al Sicam di Pordenone Invisible Line®, un brevetto che consente di realizzare piani di lavoro in quarzo di lunghezza superiore a 3 metri senza alcuna giunzione visibile. Una tecnica che ha consentito di elaborare il progetto di vasca integrata messo a punto con Schock, che nello stesso periodo era alla ricerca di una possibile soluzione.
2012
Sempre a Sicam, debutta il primo prototipo di lavello integrato che riscuote un notevole successo.
2014
Il progetto entra nella fase di industrializzazione e viene proposto da molte aziende a Eurocucina. Le varianti colore delle vasche sono 4, declinate in 3 misure combinabili tra loro.
2017
A Living Kitchen viene proposto il top Quartzforms che integra la vasca Prepstation di Schock da 120x43 cm
2018
A Marmomac e a Sicam viene proposta la nuova collezione di quarzi venati Planet e si supera la barriera del monocolore
In apertura, primo piano sul top in quarzo venato Mercury che fa parte della nuova collezione Planet di Quartzforms, la vasca in tono è di Schock