Francesco Meda: il progetto XY per Dada

Designer giovane, ma già con diversi progetti di successo, Francesco Meda parla del nuovo sistema XY disegnato per Dada, complemento dinamico e trasversale a tutte le cucine del brand

Ha già ricevuto importanti premi internazionali e collabora con aziende top brand del settore mobile tra cui Dada, la prima azienda di cucine con cui ha collaborato sviluppando XY, sistema ad alta funzionalità. Si pone così, nel mondo del design, Francesco Meda, designer e co-direttore artistico di Acerbis da un anno. Nato nel 1994, laureato nel 2006 all'Istituto Europeo di Design di Milano in Disegno Industriale, Francesco Meda dal 2008 collabora con il padre, il designer Alberto Meda, per clienti come Kartell e Caimi Brevetti e porta avanti i suoi progetti con aziende e gallerie tra cui Nilufar Gallery, Kartell, Rossana Orlandi Gallery, Mint Gallery di Londra, Tod's, Ferragamo, Molteni&C. Ha vinto numerosi premi internazionali tra cui il “Red Dot Award - Best of the Best Product Design 2018” con Aledin, di Kartell, e il Premio Design Europa 2016 con Flap, di Caimi Brevetti.

Il sistema sopratop XY di Dada by Francesco Meda. I montanti supportano mensole dotate di luci e barre portautensili

Per Molteni&C|Dada ha progettato il sistema cucina XY e gli sgabelli Woody. Interessante capire com'è stata l’esperienza con Dada per il suo primo progetto per cucina mai affrontato. "Bella, perché ho incontrato un’azienda con un kow how straordinario" risponde con entusiasmo Francesco Meda. "Il brief di Dada era stato molto chiaro: ideare un complemento che potesse “vivere” su tutte le cucine già a catalogo; dovevo realizzare un accessorio nel rispetto delle cucine già esistenti, che non fosse troppo caratterizzante. E’ così che nasce XY".

Francesco Meda: lo schizzo di progetto mostra il sistema sopratop XY di Dada inserito su un'isola

"Ho quindi pensato a un sistema su binario al centro del piano di lavoro, che permettesse di agganciare diversi elementi scorrevoli e che si potesse innalzare in verticale con mensole e luci. Ecco perché si chiama XY: come le coordinate cartesiane, si sviluppa in verticale e in orizzontale. Componente principale, l'asse orizzontale, il canale centrale sul top che accoglie vaschette portaoggetti.".

Un complemento trasversale alle cucine Dada

Il sistema XY al di sopra dell'isola e gli sgabelli Woody creati da Francesco Meda per Molteni&C|Dada:

Sistema complementare e trasversale a tutte le cucine Dada, XY è concepito quindi con un sistema di estrusi in alluminio costruito su assi verticali e orizzontali “cartesiani” X e Y. Al canale inserito nel top - attrezzato con vaschette e prese elettriche - si possono issare montanti verticali che supportano barre con ganci portautensili e mensole dotabili di luci led superiori dove appoggiare stoviglie, barattoli e tutto quel che serve avere a portata di mano. 

Dada: il sistema XY dotato di canale con vaschette, binario per tavolo e montanti per barre portaoggetti e mensole

Il canale attrezzato può anche annettere binari lungo cui far scorrere il tavolo in legno quadrato da 130 cm o altri accessori come pianetti e taglieri. XY è quindi un sistema universale e custom made, attrezzabile con elementi differenti in base alle necessità, adatto sia a cucine a parete sia ad isola.

Trasformabilità e dinamismo

"XY è un sistema aperto, che sarà integrato con altri accessori e funzioni. Si tratta di un progetto  flessibile: nel canale, le vaschette a filo top si possono distribuire a piacere e si possono anche chiudere con un pratico tappo/vassoio con maniglie, per portare a tavola olio e sale. Volendo, si può però scegliere anche solo il binario per il tavolo scorrevole, oppure solo il canale con vaschette singole o con un’unica lunga copertura in Fenix come il top. In verticale, il canale prevede l’aggancio di montanti per mensole spostabili su e giù e a piacimento grazie ad una semplice vitina da stringere".

Francesco Meda: lo schizzo del sistema sopratop XY disegnato per Dada

"Il plus di XY è quindi il movimento, il suo essere un sistema dinamico che ognuno compone come preferisce. Le difficoltà incontrate per la realizzazione di XY sono state diverse: creare estrusi in alluminio capaci di agganciare diversi oggetti scorrevoli, avere scorrimenti scuri, isolare l’elettricità dall’acqua e garantire una pulizia veloce delle vaschette, che è stata risolta collegando queste ad un unico tubo connesso allo scarico della cucina".

Dada, sistema XY: le vaschette del canale centrale

Aperto e dinamico, XY sembra ideale per adeguarsi al nuovo modo di vivere e la casa e la cucina dovuto alla pandemia, "che secondo me ha cambiato il layout di cucina e soggiorno, sempre più commistionati tra loro. XY si può adeguare alle nuove esigenze; ad esempio, il sistema di mensole può diventare divisorio/libreria  tra pranzo e zona relax. Con la pandemia la cucina ora è davvero il centro della convivialità e, pertanto, deve avere una valenza sì estetica, ma anche funzionale: più attrezzature e più organizzazione. Per far sparire tutto quando arrivano ospiti".

Dada: il dettaglio del canale attrezzato del sistema

Esperienza professionale e umana

Francesco Meda ha dunque una visione di progetto contemporanea, maturata prima dall’esperienza all’estero e poi nello studio del padre, Alberto Meda, progettista di fama internazionale. "Ho lavorato a Londra, negli studi di Sebastian Bergne e di Ross Lovegrove", dice Francesco Meda. "Ross è un designer visionario e il ricordo più bello che ho di lui è la sua capacità di andare oltre gli schemi e di aver affrontato in anticipo temi nuovi rimanendo sempre coerente con se stesso e con la propria idea sul progetto di design: questo ho imparato da lui. Chi però mi ha influenzato più di tutti è mio padre; lavoriamo insieme da 12 anni firmando anche progetti, in una grande sintonia di lavoro e umana; da lui ho appreso come il lato umano debba sempre essere presente. All’inizio, esser stato suo assistente è come aver fatto un master accelerato, anche perché mio  padre lavora da solo ed io sono stato il suo unico assistente personale. Lo studio è un po’ una bottega dove si tramanda il sapere, e se si è in due, padre/figlio, si alimenta anche il confronto, sia personale sia sul progetto".