In attesa della Fase 2 che vedrà in Italia la riapertura delle aziende manifatturiere Cristina Lini, Assistente alla Direzione e Responsabile Marketing di Foster Spa, spiega come l'azienda emiliana si stia preparando alla ripartenza.
Come avete affrontato l'emergenza?
È ovviamente una situazione senza precedenti, e fin dall’inizio abbiamo cercato di confrontarci con questo cambiamento drammatico per gestire l’emergenza.
Abbiamo reagito velocemente, attivando lo smart-working per tutte le funzioni aziendali che lo permettono e poi sospeso le attività produttive in ottemperanza al decreto governativo in merito. Abbiamo cercato di mantenere attivi tutti i canali di comunicazione, sia con i nostri clienti diretti che con il pubblico, tramite le piattaforme social. Ci siamo anche preoccupati che questa emergenza non ci facesse perdere di vista l’aspetto umano. Abbiamo cercato di restare vicino sia ai nostri dipendenti, ponendoci come interlocutori, per evitare l'isolamento emotivo e tenerli motivati e positivi, sia verso i clienti per tenerli coinvolti e non perdere il contatto con loro.
Come sta impattando l'emergenza sul fronte export?
È chiaro che l’impatto di questa crisi sarà significativo, soprattutto vista la sua diffusione mondiale. Foster ha due filiali, una in Cina e una negli Stati Uniti. La prima è ormai operativa al 100%, visto che l’emergenza in Cina è già rientrata; il mercato sta riprendendo ma è ancora lontano dai livelli pre-emergenza. Negli Stati Uniti la situazione è invece a macchia di leopardo, perché non tutti gli Stati hanno reagito chiudendo le attività produttive e decretando un lock-down per la popolazione. Di conseguenza si riesce a mantenere un livello seppur ridotto di attività.
Inizialmente c’è stata una fase di attesa da parte dei vari importatori, tesa a capire quanto l’emergenza avrebbe impattato il loro mercato. In una seconda fase alcuni mercati hanno annullato o spostato ordini, per rispondere a una riduzione della loro domanda. La cosa positiva è che i mercati asiatici e in particolare la Cina sono già usciti o stanno uscendo dall’emergenza.
Come è possibile mettere a frutto questa pausa forzata?
Penso che questa situazione abbia fatto toccare con mano i vantaggi dell’utilizzo degli strumenti elettronici. Un incontro che prima richiedeva l’intera mattinata, o addirittura una giornata per gli spostamenti, si può fare in un’ora in teleconferenza. Penso che nonostante tutti conoscessero questi strumenti, il loro utilizzo fosse molto inferiore alle possibilità. Questa sosta forzata ci ha fatto apprezzare l’efficienza di questi strumenti e penso che anche dopo il loro utilizzo continuerà a livelli molto superiori al periodo pre-emergenza. Inoltre questo strano periodo ha permesso di esaminare situazioni o processi aziendali che durante l’attività normale con i suoi ritmi frenetici magari non si ha mai avuto il tempo di analizzare e ottimizzare.
Come si può immaginare la ripartenza?
È ormai chiaro a tutti che la ripartenza non sarà un immediato ritorno alla normalità. Sarà necessario, e lo stiamo già facendo, ripensare l’attività aziendale in funzione del distanziamento e della sicurezza de personale. Per fortuna il nostro processo produttivo consente di implementare questi accorgimenti senza grosse difficoltà, sia a livello di stabilimenti che negli uffici.
È evidente però che la ripartenza deve interessare intere filiere in modo organico. Se i nostri clienti non sono pienamente operativi, la nostra attività non può funzionare. E alla fine di ogni filiera c’è sempre il consumatore: se non riparte la vita sociale, la possibilità di visitare negozi e showroom, nessun settore può ripartire in modo significativo.
Un problema che durerà ancora per un po’ sarà l’impossibilità o la difficoltà di spostamento all’estero. Speriamo che almeno dopo l’estate sia consentito, con le dovute precauzioni. Riteniamo poi che sarà fondamentale recuperare e consolidare i rapporti umani, inevitabilmente trascurati in questa situazione di emergenza, agendo con trasparenza e positività. Faremo tesoro dell'importanza, più attuale che mai, che Foster è una grande famiglia, dove la partecipazione positiva di ognuno è indispensabile per riacquistare quella serenità che ci ha sempre contraddistinto e che oggi tanto ci manca.