L’annuncio di mercoledì 2 aprile del presidente americano Donald Trump sull’introduzione dei dazi del 20% su tutti i prodotti europei è stato accolto con grande preoccupazione dagli imprenditori (l’Italia è il secondo paese europeo per esportazioni negli Stati Uniti: valgono 67 miliardi di euro all’anno, e sono il 22% di tutte le esportazioni italiane fuori dall’Unione Europea) e dalle Borse. Anche il settore dell’arredo è fortemente interessato agli sviluppi della situazione, visto che, ha ricordato Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo “gli Stati Uniti rappresentano per il comparto il primo mercato extraeuropeo di riferimento, con un miglioramento fatto registrare nel 2024 (+1,5%) dopo il -10,6% del 2023. L’America nel suo complesso vale 2,8 miliardi di euro e cresce del +1,9%: l’America Settentrionale cresce, sia con gli Stati Uniti (+1,5%) che con il Canada (+6%)”.
E’ chiaro che dopo l’annuncio di Trump “ogni scenario potrebbe essere stravolto - ha commentato Feltrin - trattandosi, come ha detto anche la premier Meloni, di una misura sbagliata che non conviene a nessuno. Attendiamo comunque di conoscere nel dettaglio come verrà implementata la misura Usa e di capire anche quali saranno le contromisure che intende mettere in atto l’Europa: il nostro auspicio è che si eviti lo scenario peggiore, ovvero quello di una prova muscolare, in cui a farne le spese sarebbero entrambe le economie. Ma voglio provare a intravedere qualcosa di positivo in una situazione tanto complessa. L’Europa ha l’occasione di agire come tale, con compattezza e determinazione, come sottolineato anche dal presidente Mattarella, in difesa del mondo produttivo”.

Gli imprenditori del settore, come sempre, sono pronti a fare la propria parte. “Siamo alle porte del Salone del Mobile.Milano – ha ricordato Feltrin - che sarà ancor più strategico anche in ottica di sondare e aprirci a mercati considerati fino ad ora secondari e riaffermare il valore di qualità e innovazione che solo il nostro design può vantare. La flessibilità e i veloci cambi di rotta a cui le nostre piccole e medie imprese sono abituate, saranno le chiavi per affrontare una situazione così complessa”.
La serie storica delle esportazioni della filiera rimarca che il 2024 rimane ben al di sopra dei livelli raggiunti nel 2021, dopo aver toccato il picco più alto nel 2022 con 20,9 miliardi di euro e che nel 2023 la flessione è stata del 4,9% rispetto al 2022, contro un -2,1% del 2024. Si segnala in questo scenario l’andamento positivo degli Emirati Arabi Uniti, che registrano la migliore performance nella Top Ten, posizionandosi all’ottavo posto, e dell’Arabia Saudita. “Attendiamo i dati sulla produzione di gennaio 2025 – osserva Claudio Feltrin - per avere, ci auguriamo, conferma di un sentiment fra gli imprenditori che sembra registrare un andamento positivo nel primo mese dell’anno che potrebbe coincidere con un segno positivo sia dell’export che della produzione di mobili. Sarebbe un segnale indubbiamente confortante che, seppur relativo soltanto a un mese, potrebbe farci ben sperare per il 2025”. Ovviamente, al netto degli effetti delle decisioni in materia commerciale degli Usa.