Per segatura e cippato si è passati da 6 a 24 euro al metro cubo, mentre il legname tondo (non lavorato) del Trentino è ai massimi prezzi da dieci anni a questa parte: FederlegnoArredo lancia l'allarme su alcuni degli effetti della guerra del gas sulle quotazioni del legno, come riportato dall’AGI nei giorni scorsi.
La conseguenza paradossale è che oggi in molti casi è più conveniente tagliare maestosi larici e abeti e ridurli in segatura con cui fare pellet e cippato piuttosto che impiegarli in settori ad altissimo valore aggiunto come l'edilizia o l'arredamento. Il legno sta vivendo negli ultimi anni una seconda vita con un deciso riposizionamento in chiave green, ad esempio, nel packaging con la cellulosa utilizzata sempre più spesso come sostituta della plastica o nelle costruzioni e nella bioedilizia.
“Ora però la furia sostitutiva del gas sta mandando all'aria tutta la filiera” ha spiegato all'AGI Paolo Fantoni, presidente di Assopanneli e vicepresidente di FederlegnoArredo. I prezzi dei prodotti del legno sono duplicati, se non quadruplicati, negli ultimi tempi. Il ‘legno in piedi’ (quello ancora da tagliare) è passato dai 50/60 euro al metro cubo ai 100/120 mentre è più che raddoppiato quello dei pannelli derivati (per quelli in truciolare si è passati dai 140 euro a metro cubo ai 300 euro).
Ma è nei sottoprodotti, quelli solitamente considerati scarti, come la segatura e il cippato che gli effetti della guerra del gas si sono mostrati più chiaramente con prezzi quadruplicati e passati da 6 euro al m3 a 24 euro. “Con il prezzo dell'energia alle stelle il mercato compra tronchi interi per trasformarli in pellet - prosegue il vicepresidente di FederlegnoArredo -, un fenomeno deleterio che mette in difficoltà interi distretti industriali. Basti pensare che già oggi ci sono produzioni sospese in alcune aree per mancanza proprio di quel legno che fino a poco tempo fa era lo scarto della filiera. Il fatto di elevare i prezzi del 200-300% fa sì che certe convenienze possano venire meno con il risultato di ritrovare la competitività dell'intera filiera del mobile italiano compromessa”.
Con il prezzo del gas cresciuto di 7/8 volte in pochi mesi è comprensibile che altri mercati possano venire contagiati “ma è evidente - spiega Fantoni - in questa corsa dei prezzi un fenomeno speculativo”.