Intervista a Giancarlo Traversa, fondatore e presidente dell’azienda Elleci
"L'entusiasmo è una delle più potenti spinte per raggiungere il successo. Quando fai una cosa, falla con tutta la tua abilità. Metti tutta la tua anima in essa. Modellala con la tua personalità. Sii attivo, sii energetico, sii entusiasta e fiducioso e raggiungerai il tuo obiettivo. Niente di grande fu mai raggiunto senza entusiasmo".
Sul sito di Elleci (e sulla prima pagina di tutti i cataloghi), la citazione del filosofo americano Ralph Waldo Emerson introduce la presentazione del team, e della missione che lo anima, dell'azienda italiana che poco meno di vent'anni fa ha scommesso sui lavelli compositi e, unica nel settore, sull'elettrificazione della zona lavaggio.
Un pensiero che corrisponde innanzitutto alla visione di Giancarlo Traversa, fondatore e presidente, che non è venuto mai meno alla carica di ottimismo, neppure in questi ultimi anni più complessi.
"La situazione critica, soprattutto del mercato italiano, non ha modificato la spinta verso l'innovazione che ha caratterizzato gli ultimi anni dell'azienda. Elleci ha continuato a investire in ricerca il 5% del proprio fatturato e i risultati ci hanno dato ragione: +17% nel 2010, +11% nei primi sei mesi del 2011".
Molte aziende stanno lavorando sulla fascia più economica, voi, al contrario, state investendo su quella premium e deluxe. Quali sono le ragioni della vostra scelta?
La domanda nel settore è sicuramente calata in questi due anni e per intercettarla crediamo che la scelta giusta sia essere più vicini possibili al venditore proponendogli prodotti unici che possano stimolare l'acquisto. L'utente finale è più esigente e di fronte alla grande offerta indifferenziata del mercato può essere guidato verso proposte di maggiore valore aggiunto. Per l'azienda, oltretutto, questo ha significato aumento del prezzo medio e del fatturato, anche se in termini di volumi c'è stata una contrazione. Infine, così facendo Elleci lancia un segnale forte di fiducia al mercato italiano e aumenta il suo profilo di azienda innovativa per quelli esteri.
Quali sono i mercati esteri più interessanti per voi?
Se parliamo di quote, i più importanti sono Francia e Grecia, ma se consideriamo le potenzialità Cina e Russia sono le più significative. In Cina stiamo facendo un ottimo lavoro e già oggi rappresenta il 5% del nostro fatturato. La loro domanda premia i nostri sforzi in ricerca e dimostra ancora una volta che per presidiare questi mercati bisogna proporre soluzioni di pregio in ogni ambito. Un esempio? L'elettrolavello è venduto in Cina più che in ogni altro paese. Chi si può permettere la fascia del lusso vuole veramente il massimo e soprattutto desidera un prodotto italiano. Presidiare i mercati in crescita offre opportunità significative per tutti, e in particolare per chi produce come noi lavelli in materiali compositi. Una tipologia che in molti paesi non è ancora stata scoperta e che, proprio per questo, ha grandi potenzialità. Oltretutto oggi il lavello in composito, grazie a nuovi colori e design, ha acquisito anche un sapore contemporaneo che lo rende perfetto per tutte le cucine moderne.
In vista del Sicam, quali sono le novità su cui state lavorando?
Lo scorso anno a Pordenone abbiamo lanciato il lavello Sirex che riunisce molti dei nostri brevetti. Lo scarico a ingombro ridotto (SIR) e l'introduzione della Piastra Anticalore lo rendono unico sul mercato e per questo abbiamo voluto investire ulteriormente ampliando la collezione con nuovi colori e nuovi modelli. Presenteremo anche un completamento di gamma per la cottura, la rubinetteria e l'aspirazione. Potenziando la suite Elleci per la cucina diamo un ulteriore servizio ai nostri clienti, specialisti della distribuzione e produttori di arredi, che oggi sono più che mai dei partner con cui vogliamo confrontarci e collaborare per individuare nuove strategie. Solo così si possono superare le sfide di un mercato difficile, che in particolare ha messo in crisi il sistema delle piccole e medie aziende del settore arredo per cucina. Non è sufficiente limitarsi a tagliare i costi come hanno fatto molti, ma bisogna immaginare strade diverse e sinergiche per tutta la filiera.