EFIC. Al Furniture Day 2022 economia circolare in primo piano

Organizzato da EFIC, l'incontro "Furniture Day 2022" è stata una importante occasione per valutare l'impatto della pandemia e della guerra in Ucraina e per capire come il tema della sostenibilità e della digitalizzazione possa rendere più competitiva la filiera del mobile. Cruciale il tema dell'armonizzazione delle normative dei vari paesi e della comunicazione verso l'utente finale

EFIC, l'associazione europea delle industria del mobile che riunisce le associazioni nazionali di 17 paesi più Ikea, ha organizzato a Bruxelles il 19 maggio un incontro di alto profilo con rappresentanti dell'industria del settore, referenti della Commissione Europea ed esperti di economia circolare, tema reso ancora più cruciale dai recenti aumenti delle materie prime e dell'energia.

Ad aprire i lavori è stato il presidente di EFIC Edi Snaidero, promotore dell'iniziativa, che ha ricordato come il settore contribuisca notevolmente all'economia e alla qualità della vita quotidiana, occupi in Europa più di un milione di addetti e sviluppi circa 100 miliardi di fatturato. Un settore che ha nel design il suo asset principale e che riesce a coniugare in modo esemplare attitudini artigianali con logiche industriali.

Il presidente ha poi ricordato i temi più caldi del momento, tra cui il rincaro delle materie prime nato con la pandemia e la preoccupazione umana oltre che professionale per la situazione in Ucraina. "Con le due crisi, l'industria ha dovuto far fronte a carenze e aumento dei prezzi delle materie prime e a colli di bottiglia nella logistica, ma c'è stata anche una nuova attenzione alle case delle persone che ha vivacizzato la domanda di mobili".
Infine prima di passare la parola al primo relatore, Edi Snaidero ha chiesto una maggiore collaborazione lungo la catena di approvvigionamento e ha ricordato che l'EFIC ha affiliato l'associazione ucraina dell'industria del mobile in segno di solidarietà in tempi difficili.

Rivalutare gli scarti per preservare le risorse

Illuminante il primo intervento del professor Sascha Peters di Haute Innovation, società di ricerca tedesca, che è entrato nel vivo del tema più importante, quello dell'economia circolare, partendo dal dato impressionante sullo sfruttamento delle risorse del pianete disponibili che è passato dal 73% del 1961 al 160% del 2020.
Per rallentare questo percorso autodistruttivo e arrivare a "fare di più con meno", il professor Peters ha presentato alcuni modelli di business, dal noleggio a quello della seconda vita dei mobili, e alcuni materiali innovativi su cui il mondo della ricerca sta lavorando per sostituire l'uso di legno, pelle o tessuti come materia prima.
Scaglie di pesce, rifiuti plastici, paglia, fibra di cocco o di cardo, alghe, funghi, possono essere non solo materiali da impiegare per sostituirne altri più impattanti ma possono anche essere facilmente riciclati a loro volta. Peters ha ricordato anche come nella progettazione sia fondamentale pensare al tema del disassemblaggio, fondamentale per poter riciclare i vari componenti di un prodotto.

Un tema che Ikea, ad esempio, ha già studiato da tempo come ha ricordato Stina Wallström chiamata ad intervenire insieme a un panel di relatori rappresentati dell'industria: Jan Kurth di VDM (l'associazione dell'industria del mobile tedesca) , Giovanni del Vecchio di Giorgetti, Martin Brettenthaler di Swiss Krono e Andre Dorner di Blum.

Nel corso della prima tavola rotonda, l'attenzione si è concentrata sugli sforzi che le aziende stanno compiendo per affrontare le sfide della pandemia e della guerra in Ucraina.
Appare palese da tutti gli interventi che sia necessaria una più profonda integrazione nel modello di filiera del mobile per affrontare meglio le fluttuazioni della domanda, nonché una maggiore flessibilità e comunicazione.
I relatori hanno anche sottolineato la necessità di aumentare la diversificazione nella filiera dell'approvvigionamento e per tutti, in questo senso, è molto interessante il potenziale dell'economia circolare.
Ai responsabili politici, gli imprenditori chiedono invece una legislazione UE armonizzata, che comprenda anche la definizione di rifiuti e metta in condizioni di parità la produzione interna con i prodotti importati.

Ecodesign for Sustainable Products Regulation
e il passaporto digitale per i prodotti

Alcuni punti chiavi di un prodotto presi in esame dal ESPR

E proprio Matjaž Malgaj della Commissione Europea e coordinatore della Sustainable Products Initiative ha presentato un pacchetto di iniziative di economia circolare pubblicato di recente, inclusa una proposta per un Ecodesign for Sustainable Products Regulation (ESPR). Malgaj ha fatto riferimento all'ambizione di porre fine al modello "prendi, fai, rompi e butta via" e di rendere i prodotti più sostenibili anche attraverso la norma, essendo l'ESPR una proposta chiave per raggiungere tali obiettivi.
La normativa quadro, che sarà integrata da atti delegati specifici per prodotto, potenzialmente anche sui mobili, introduce alcuni aspetti chiave del prodotto come la durabilità, la riutilizzabilità, la riparabilità, la presenza di sostanze pericolose, il contenuto riciclato, tra gli altri.
Sulla base di approfondite valutazioni d'impatto, si deciderà quali requisiti di progettazione ecocompatibile, prestazioni e informazioni, ad esempio un passaporto digitale del prodotto, si applicheranno ai diversi prodotti.

Il passaporto digitale è uno dei cardini del progetto europeo "Ecodesign for Sustainable Products Regulation (ESPR)"

 

Sulla necessità di armonizzazione è tornata anche Gabriella Kemendi, segretaria generale dell'EFIC, che si auspica una sola legge europea e non 27 quanti sono i paesi aderenti. Un passo necessario per far si che che l'industria sia accompagnata nella transizione verso una economia circolare.

L'industria del settore ha già messo in moto meccanismi efficaci di recupero e lo ha ricordato anche Maria Porro, intervenuta in qualità presidente di Assarredo nell'ultima tavola rotonda della giornata. "Un recente sondaggio condotto tra i nostri associati ha fatto emergere che il 67%  dei materiali utilizzati sono già secondari e i pannelli italiani sono già un eccellente esempio di riciclo ma i passi successivi  necessitano di una maggiore integrazione di filiera che può essere favorita dalla comunicazione". Maria Porro ha ricordato anche il decalogo stilato dall'associazione. Un manifesto e un piano d'azione che include tutti gli aspetti per incoraggiare le PMI ad andare avanti in una corretta transizione ecologica.
Maria Porro si è detta favorevole anche al progetto di passaporto digitale per i prodotti presentato da Matjaž Malgaj, purchè tutto sia armonizzato e facile da decodificare

Anche l'eurodeputata Patrizia Toia, intervenuta nella medesima tavola rotonda, ha fatto riferimento alla necessità di autonomia strategica e alleanze industriali, forniture energetiche stabili, armonizzazione delle regole dell'economia circolare e ha offerto il suo sostegno al settore nei prossimi anni.

Nel chiudere l'evento, che è stato condotto brillantemente dalla moderatrice Mariam Zaidi e sponsorizzato da Blum e Swiss Krono Group, il presidente Snaidero ha ricordato come il convegno abbia raggiunto l'obiettivo di dare voce alle esigenze del settore e di fotografare o stato dell'arte dell'economia circolare per il mondo del legno. "L'economia circolare può portare a catene di approvvigionamento più resilienti e nuove opportunità di business, con l'industria del mobile pronta a intraprendere il viaggio e molti leader che già promuovono pratiche commerciali circolari".
Snaidero, infine, ha ricordato come per rendere l'economia circolare una realtà sia necessario la collaborazione tra la filiera, i decisori politici e gli enti di normalizzazione ma "anche il coinvolgimento dei consumatori, che hanno bisogno di crederci".

Il video sottostante riporta il convegno organizzato d EFIC in versione integrale.