Presentato da Csil, a Milano, il Rapporto di previsione sul settore dell’arredamento nel mondo e in Italia per il prossimo biennio. Molte le incognite, ma non mancano le opportunità
Nessuna illusione, ma molta determinazione. L'imperdibile appuntamento annuale del Seminario CSIL, nel quale sono stati presentati il World Furniture Outlook 2012 e il Rapporto di Previsione sul Settore dell'Arredamento in Italia nel 2012/2013, ha proposto numeri che non lasciano spazio all'ottimismo. Ma il clima generale con cui si è concluso l'incontro milanese (a Palazzo delle Stelline, il 18 novembre scorso), anche ripercorrendo l'eccellenza del settore, ha rilanciato la volontà e la creatività di quell'imprenditorialità diffusa che è la trama forte delle piccole e medie imprese italiane del mobile. Ripartire da qui, e subito, guardando al mondo. Più precisamente a quella parte di mondo che continua a crescere, contrariamente al vecchio Occidente (Europa e USA compresi), e che si chiama soprattutto Cina, India, Russia, ma anche Messico, Brasile, Turchia, Indonesia e SudAfrica.
Lo scenario economico
L'inquadramento della situazione macroeconomico globale, offerta in apertura dei lavori da Angelo Tantazzi (Prometeia e Università di Bologna) non ha nascosto i rischi elevati di una possibile recessione per l'economia mondiale dei prossimi anni. Rischi evidenziati dal prevedibile peggioramento economico, soprattutto – e ancora - nel 2012, contemporaneo nelle diverse aree. Compresa una riduzione del seppur continuo ritmo di espansione dei mercati "emergenti", gli unici che comunque avranno un segno più di fianco ai numeri del loro Pil. L'economia mondiale sta attraversando una fase di rischio elevato a causa delle turbolenze dei mercati finanziari, derivanti principalmente dai problemi dell'area euro. A ciò si aggiunge la difficile situazione politica di molti paesi UE e la continuata flessione della fiducia dei consumatori, che influirà sui consumi (in particolare, ma non solo, su quelli di beni durevoli). Segnali positivi all'orizzonte globale? Non a breve: "ritmi più sostenuti di crescita dell'economia mondiale (in particolare per i paesi sviluppati) avranno luogo non prima del 2013".
Quasi crescita zero per l'Italia
Nel nostro Paese sono prevedibili sei mesi "sull'orlo" della recessione proprio tra la fine del 2011 e la prima parte del 2012. Probabilmente buona parte della necessaria manovra economica si scaricherà sul potere di acquisto delle famiglie (già oggi retrocesso ai livelli del 2001), con ripercussioni su tutto il triennio 2012-2014. Il Pil aumenterà solo dello 0,6% in termini reali in chiusura del 2011, che si tradurrà in un calo dello 0,3% nel 2012. Nel 2013, anno in cui l'Italia si è impegnata a raggiungere il pareggio di bilancio, il Pil tornerà a crescere dello 0,6%. Inoltre la rinomata propensione al risparmio delle famiglie (che nel 2002 era la più alta d'Europa), oggi è invece ai livelli più bassi tra gli stati del Vecchio Continente. Nel corso del 2012 il calo dei consumi delle famiglie potrebbe essere del -0,2% in termini reali, accompagnato da uno stallo degli investimenti. A pagare di più, saranno i beni durevoli, già in caduta libera negli ultimi anni: dal -7,4 del 2008 al previsto -3,2 del 2012. Solo nel corso del 2013 potrebbe verificarsi una lenta ripresa (+0,5% a prezzi costanti), fino a riportare probabilmente i consumi nel 2014 al livello del 2007. La caduta della domanda interna determinerà un forte ridimensionamento anche del tasso di crescita delle importazioni come dell'export nazionale complessivo, in modo particolare nell'area euro. Ma Tantazzi sottolinea: "Occorre guardare in faccia la realtà, per contenere i danni, essere consapevoli degli ostacoli e magari sfruttare le opportunità. Niente di peggio, in questi momenti, che la rassegnazione".
Il mercato mondiale di mobili
Lo scenario globale del commercio mondiale di mobili fa balenare qualche possibilità in più, anche se la situazione si conferma decisamente severa. Se è vero che le stime complessive sono in lieve rialzo (nel 2011 si prevede un aumento del 6%, soprattutto grazie al primo semestre favorevole). "Va ricordato – sottolinea Ugo Finzi, di Csil - che la progressione del commercio mondiale di mobili è passata dai 118 miliardi di dollari del 2008, al crollo del 2009 sino a 96 mld (-19%), per risalire a 107 mld nel 2010 (+12%). Il consumo mondiale di mobili, valutato a prezzi di produzione (escluso cioè il markup per la distribuzione), oggi è di circa 370 miliardi di dollari Usa. Il grado di apertura dei mercati (cioè il rapporto fra importazioni e consumi) è dell'ordine del 28%. Le previsioni di variazioni in termini reali della domanda di mobili nelle principali aree geografiche (grafico 2) indicano condizioni sostanzialmente di recessione per l'Europa Occidentale, e nessuna crescita in USA. La crescita complessiva mondiale è prevista nell'ordine del 3% per il mondo, grazie al contributo in progressione dei paesi emergenti: come Cina (+85), America Latina (4-5%), Russia (+4%), Qatar (+7%), Sudafrica (4%)". I principali paesi importatori di mobili sono Stati Uniti, Germania, Francia e Regno Unito. La Cina ha aumentato le sue esportazioni di mobili passando da circa 4 miliardi nel 2001 a circa 37 miliardi di dollari nel 2011. Alle sue spalle, i più grandi esportatori di mobili a livello mondiale si confermano Italia, Germania e Polonia.
Il settore del mobile in Italia nel 2012/2013
"Il 2011 ha segnato un nuovo crollo del mercato italiano di mobili. Dopo la breve boccata di ossigeno del 2010 il consumo interno di mobili è diminuito del 7,5% in termini reali". Impietose anche le previsioni Csil riguardanti i consumi privati per il prossimo biennio, illustrate da Sara Colautti. Non si delineano miglioramenti, a fronte anche delle difficili – e con ogni probabilità perduranti - condizioni del mercato del lavoro, e di "uno smorzamento dell'aumento reale del reddito disponibile, nonostante il calo delle pressioni inflazionistiche". Si configura una nuova diminuzione per il mercato interno di mobili (-3,6% a prezzi costanti), che dovrebbe avviarsi timidamente alla ripresa solo nel 2013. La debolezza della domanda rallenterà anche il volume delle importazioni, anche per quanto riguarda i mobili a più basso valore medio unitario (circa il 41% delle importazioni di mobili in Italia provengono da paesi Extra-Ue).
Meglio il fronte dell'export. Sui mercati esteri (secondo i dati disponibili al momento della chiusura del Rapporto) si registra una crescita delle esportazioni di mobili italiani rispetto al 2010, seppure rallentata nell'ultimo periodo, in particolare in Francia, Germania, Regno Unito e Russia (che restano i primi quattro mercati di destinazione delle esportazioni italiane di mobili). Nel 2011 l'export ha impedito un calo più grave del settore: le importazioni di mobili italiani sono aumentate del 27% nei paesi extra Ue. Ma si segnala anche il +13,2% in Russia, + 8,5% in Germania. Scontato ma impressionante il -28.7% di export in Grecia e il più contenuto – 2% in Spagna. Csil stima che il 2011 si concluderà con un aumento delle esportazioni del 2,3% in termini reali e con prospettive di crescita
nel 2012 a fronte di una domanda estera potenziale ancora positiva nonostante il rallentamento mondiale del commercio estero. "Ricordando – aggiunge Sara Colautti - che le imprese italiane di mobili vendono all'estero il 47% dei loro prodotti, mentre il fronte nterno assorbe il 53%.
Conoscere per decidere
Le aziende italiane si trovano a chiudere il 2011, quindi, con un quadro di notevole complessità, se non di difficoltà. Con la prospettiva che "la mancanza di domanda proveniente dal mercato interno nel 2012 non sarà compensata da una vivace crescita delle esportazioni, determinando una nuova flessione della produzione, seppure di minore entità rispetto all'anno precedente". Eppure la rigidità delle cifre di previsione non ha raggelato il clima del seminario Csil. Grazie alla seconda parte dell'incontro, dedicata alla "Storia del futuro", in cui Massimo Florio (Csil e Università di Milano) ha illustrato un'analisi storico-comparativa sui cambiamenti della società italiana e dell'impresa del mobile di arredamento nei 150 anni dell'Unità d'Italia. Una cavalcata sulla crescita e le potenzialità di un Paese che nel Dopoguerra è stato la Cina d'Europa. E che oggi deve assolutamente puntare sulla propria storia (peculiarità, creatività, bellezza) e sulle leve del futuro (ricerca, innovazione, fare sistema). "Conoscere per decidere", come raccomanda Csil.