Commercio mondiale di mobili: le previsioni 2013

mercati –

Luci e ombre nel rapporto di previsione Csil, che sposta al biennio 2014/1015 la ripresa per il settore nel nostro Paese. Ottime opportunità nei paesi extraeuropei

L'appuntamento annuale con le previsioni del Rapporto Csil conferma ancora una volta lo stato di salute buono - se non ottimo - di una parte del mondo, in cui il Pil continua a crescere, e quello più sofferente dell'economia dei Paesi europei, con poche eccezioni (si
veda la tabella 1 nella photogallery
a lato). Una fotografia che viene confermata anche dall'andamento del commercio di mobili, la cui domanda in valore assoluto è ancora in
crescita
. Le previsioni di variazioni in termini reali della domanda di
mobili, nelle principali aree geografiche, presentano infatti una crescita
superiore al 3% per il mondo, specialmente grazie al contributo dei Paesi emergenti (si veda il grafico riportato nella
seconda immagine in photogallery
).

L'Italia, e lo sanno bene le
nostre aziende, fa parte dei Paesi in sofferenza, appesantita da un debito pubblico che ha costretto
l'attuale Governo a misure drastiche per
recuperare credibilità sui mercati
, come ha ricordato Stefania Tomasini di Prometeia. Misure necessarie che, assommate
alla crescita debole di tutti i mercati e alla flessione dell'occupazione interna,
hanno avuto come conseguenza negativa la depressione
dei consumi
. I numeri parlano chiaro: contrazione
del Pil del 2,4% in termini reali e -3, 4% per i consumi.

La notizia “buona” è che, se per il
2013
le previsioni non garantiscono una reale inversione di tendenza, si
parla però di una riduzione del calo
che si dovrebbe assestare intorno all'1%. Un miglioramento di prospettiva che
però sposta al 2014 il senso reale della parola “ripresa”, anche se per i beni durevoli, secondo le previsioni
di Csil, sarà probabilmente il 2015 l'anno della svolta
(si veda il grafico
nella terza immagine in photogallery
).

Il diktat strategico per le
imprese continua quindi a essere l'export,
che nel periodo tra gennaio e luglio 2012 ha segnato un +2,6%. Un tasso positivo,
anche se contenuto, che ha mediato il segno meno dei Paesi Europei
tradizionali, -1% per la
Francia e -1,4% in Germania, con i tassi di crescita sostenuti in Russia (+8,3%) e negli USA (+15,8%).
La diversa configurazione della scacchiera in cui si muove l'export
italiano, costituita da circa 180 Paesi, è testimoniata dalla quota che oggi
rappresentano le nazioni extraeuropee,
il 42,7% contro il 30% del 2007
. Lo sforzo richiesto alle aziende, che si
scontra con la generale situazione di crisi provocata dalla pesante flessione
del mercato interno, è quindi quello di allargare
ulteriormente gli orizzonti
e
guardare a quei Paesi in cui si registrano i migliori tassi di crescita nella
domanda di mobili. A questo proposito Sara
Colautti
ha evidenziato i trend
particolarmente positivi di Colombia e Messico, di Russia e Ucraina, del Medio
Oriente e naturalmente ancora dell'Asia, con Cina e India in testa
. Un
quadro che Massimo Florio ha
rafforzato, ricordando come la “torta” del consumo mondiale di mobili abbia
modificato le proporzioni passando dalla situazione del 2007, in cui una metà
circa era rappresentata dall'Europa, a quella odierna in cui la quota europea è
diminuita a favore di quella dell'Asia, che nella situazione prevista per il
2022 avrà addirittura i 3/5 della torta.

I cluster delle imprese
esportatrici

Al tema cruciale dell'internazionalizzazione Csil ha voluto dedicare
un'analisi strutturale delle aziende italiane di mobili per capire quale sia ad
oggi la loro situazione e quali le
prospettive reali di intercettare la domanda mondiale di mobili
, che continua a essere in crescita (+3%
nelle previsioni 2013). Una ricerca che è stata presentata da Sara Colautti e
che si è conclusa con la presentazione di tre case histories eccellenti: Calligaris,
Emu Grooup e Rimadesio
.
Secondo lo
studio, le imprese esportatrici nel
settore del mobile ammontano a circa 5.000 e rappresentano il 24% del totale
delle imprese attive, ma ben il 64% dell'occupazione del settore;

all'interno di questo gruppo vi è poi un sottoinsieme di operatori, pochi, che
alle esportazioni affiancano anche altre
forme di internazionalizzazione
quali accordi commerciali, joint ventures, investimenti produttivi.
Considerati i
dati raccolti dalla ricerca, CSil ha suddiviso le imprese in 5 gruppi omogenei:
i Domestic
Oriented
,
piccole imprese che stanno registrando performance negative,
caratterizzate dalla mancanza di politiche di brand, dall'assenza di certificazioni
e dalla presenza nelle sole fiere locali; gli Opportunity Driven, che con una media di 50 addetti e una
quota inferiore al 30% di export dimostrano di aver ancora poca strategia sui
mercati esteri, con una presenza limitata per lo più a quelli limitrofi, e
denunciano anche scarsi investimenti in innovazione; gli Entrants and Established
Exporters
, di cui fanno parte aziende prevalentemente giovani, hanno
invece una media di addetti superiore ai 50, una quota export che varia dal 30
al 60%, processi di internazionalizzazione più evoluti con filiali commerciali
estere, una presenza significativa sui mercati extraeuropei e una grande
attenzione alle certificazioni; gli International Players vantano tra i
50 e i 250 dipendenti, più del 60% di quota export, un prodotto di fascia
medio-alta e tendenzialmente di gusto moderno, una buona comunicazione del
brand, la presenza su molti mercati e diverse modalità di internazionalizzazione,
comprese joint ventures e negozi
propri; i Front-Runners infine, che rappresentano la punta più
avanzata delle nostre imprese, hanno dimensioni medie e grandi, una quota
export che supera nettamente quella rappresentata dal mercato interno, la presenza
capillare di monomarca e brand riconosciuti anche dai consumatori.
È evidente
che molte delle aziende all'interno dei cluster
International Players e Front-Runners
siano imprese di successo che, puntando su alcuni fattori strategici, sono
riuscite meglio di altre a limitare i danni arrecati dalla crisi e persino a
incrementare il proprio fatturato. Produttori
che, di fronte al crollo della domanda interna (ma alcuni anche prima della
crisi economica internazionale), si sono impegnati ancora di più per vendere
all'estero, anche sui mercati più lontani, riducendo ove possibile i margini e
cercando soprattutto di puntare su fattori di competitività diversi dal prezzo
,
quali un aumento del contenuto di innovazione e di qualità del prodotto, della
produttività e dei servizi offerti al cliente, oltre a una gestione più
efficace delle reti distributive a livello internazionale.

I temi cruciali

  • Lo scenario
    internazionale
    ipotizzato nei rapporti di previsione CSIL prevede una
    fase di lenta crescita per l'economia mondiale, caratterizzata da un maggiore
    dinamismo dei Paesi emergenti rispetto alle economie avanzate. In particolare, nel 2013 il Prodotto Interno Lordo mondiale
    aumenterà del 3,6%.
    Gli aumenti saranno dell'1,5% nelle economie avanzate e
    del 5,6% nei Paesi emergenti.
  • Per il commercio
    mondiale del mobile
    , valutato in circa 410 miliardi di dollari, i principali Paesi importatori sono Stati Uniti, Germania, Francia e Regno
    Unito
    . Le importazioni degli Stati Uniti, dopo la crisi del 2008 e 2009, si
    sono riprese: nel 2012 tornano al livello del 2007. La Cina ha aumentato le sue esportazioni da 25
    miliardi di dollari nel 2009
    a 45 miliardi di dollari nel 2012. Gli altri grandi esportatori di mobili sono Germania, Italia e Polonia.
  • Sul fronte dei mercati, la domanda estera nel prossimo triennio continuerà a crescere, ma non
    in quei Paesi più vicini e più rilevanti per l'Italia
    , dove invece sono ora dirette più della metà delle vendite delle
    imprese nazionali. In questi mercati, un approccio di tipo tradizionale può non
    essere sufficiente a consolidare e aumentare le posizioni raggiunte: nuove mete
    sono da individuare.
  • Nel biennio
    2014/2015 l'economia italiana
    tornerà
    a crescere
    a un ritmo intorno all'1,3/1,6%, trainata dalla domanda interna.
    La ripresa della crescita del reddito disponibile (+1,2% a prezzi costanti),
    sostenuta dalla fine della flessione dell'occupazione (+0,4%), migliorerà il
    clima di fiducia delle famiglie. Ciò si tradurrà, per il settore del mobile, in
    una ripresa del mercato interno che
    finalmente nel 2015 registrerà un tasso di crescita positivo
    .

Parlando
sempre di internazionalizzazione, la presentazione del rapporto si è chiusa con
un sentito omaggio a Csil, un'impresa “molto
piccola ma presente in 70 Paesi
”, come ha ricordato Massimo Florio, che quest'anno ha festeggiato i 30 di attività e
che da sempre è un punto di riferimento importante e strategico per le aziende
italiane del settore.