Si è svolta presso la nuova Microsoft House, la conferenza stampa dedicata alla ottava edizione di Brera Design District, il prestigioso circuito del Fuorisalone, che sarà in scena dal 4 al 9 aprile in concomitanza con il Salone del Mobile 2017. Una scelta coerente sia con lo spirito innovativo degli organizzatori sia con i confini del distretto milanese, che si estende dalla nuova area di Porta Nuova-Gae Aulenti a via Broletto, da via Legnano fino a via Montenapoleone, seguendo i confini definiti dal DUC Brera (Distretti Urbani del Commercio).
Il format di Brera Design District si declina anche quest'anno su 5 assi portanti: un tema, il premio Lezioni di Design, una serie di incontri, progetti speciali e iniziative culturali. Per quanto riguarda il tema scelto per l'edizione 2017 lo spunto è legato a una celebre frase di Munari "Progettare è un gioco, giocare un progetto".
"Quest’anno abbiamo fatto tesoro dell’esperienza maturata con i Brera Design Days, evento organizzato e prodotto da Studiolabo e Brera Design District", ha spiegato Cristian Confalonieri, che insieme a Paolo Casati è l'ideatore del progetto. "Dal 1° al 9 ottobre 2016 abbiamo ragionato e discusso su diverse tematiche trasversali al mondo del design e della progettazione, tra cui: smart cities, grafica, ibridazione, interaction design e gamification. Proprio il successo riscontrato da quest'ultimo argomento ha ispirato la scelta del tema. Una riflessione sulla pratica del gioco come occasione di progettualità, in particolare sull’importanza che la gamification può assumere nel design dei servizi e nelle dinamiche di interazione e comunicazione tra marca e cliente".
Come consuetudine, l'evento ha scelto degli Ambassador che quest’anno sono Tony Chambers, editor-in-Chief di Wallpaper, l'architetto Michele De Lucchi e le designer Arianna Lelli Mami e Chiara Di Pinto di Studiopepe. A quest'ultime è stato anche affidato il progetto "The Visit", costruito su misura per un appartamento ottocentesco la cui identità è stata rispettata e contemporaneamente interpretata dalle due designee per offrire una esperienza "intima" basata sul racconto "non tanto di un luogo ma di un gesto, un rito, quello della visita. The Visit ha la struttura di un appartamento milanese dei primi dell’Ottocento: un susseguirsi di stanze con ampie finestre, stucchi e parquet a spina di pesce. Pur rispettando la pianta originale non volevamo che questa diventasse troppo vincolante. Alcuni spazi sono stati ridisegnati attraverso l’utilizzo di tende poste scenograficamente tra una stanza e l’altra. Porte e finestre sono state inglobate nel più ampio disegno di wall drawing, uno degli elementi caratteristici del progetto".