Selezione accurata dei materiali e dei dettagli, integrazione collaudata tra manualità, conoscenze artigianali e tecnologie prettamente industriali, processo produttivo interno e controllato in ogni fase di lavorazione. Questa è Boffi oggi, un brand conosciuto in tutto il mondo per la qualità diffusa dei suoi prodotti, dei suoi negozi, della comunicazione, di tutto quanto ruota attorno al modo esclusivo di proporre sistemi cucina e bagno.
Dietro c'è una storia di ottant'anni, fatta di successi e di investimenti, ma soprattutto di uomini che hanno fatto della coerenza il loro punto di forza. Pochi salti nel vuoto, pochi innamoramenti passeggeri, scarsa attenzione alle mode e ai trend del momento. Un percorso preciso, fatto di graduali trasformazioni, di cambiamenti misurati, di aggiornamenti continui.
Un percorso che ha visto Boffi affermarsi nel mondo cucina prima di aprirsi al bagno e nel 2010 anche all'armadio e ai sistemi notte. Precursori di quella brand extension che oggi è diventata una delle strategie più utilizzate per far fronte alla crisi economica, perseguita da molti, spesso purtroppo senza la necessaria visione d'insieme che è indispensabile per poter valorizzare tutti gli aspetti del business, come ci ricorda l'ad di Boffi, Roberto Gavazzi:
«Boffi ha precorso i tempi aprendosi al mondo del bagno molti anni fa e ampliando la propria produzione anche ai temi dell'armadio e dei sistemi notte. Oggi indicativamente il nostro fatturato si può dividere in 75% cucina, 20% bagno e 5% sistemi, quest'ultimi con ampi margini di crescita. Non sono tipologie di prodotto scelte a caso ma sistemi tecnici con un processo produttivo assimilabile, sia come ingegnerizzazione sia in termini di tecnologia e tempi di produzione, ma soprattutto con caratteristiche di commercializzazione simili. Sono tre prodotti venduti su progetto, con tempi di acquisto molto lunghi perché rappresentano un investimento importante. Boffi non ha alcuna intenzione di rivolgersi ad altri segmenti di mercato, per noi lontani e poco praticabili».
Un'idea chiara, un modus operandi che ha visto l'azienda pensare e produrre collezioni integrate, sistemi strutturati per definire l'identità di uno spazio secondo uno stile omogeneo e personalizzabile, soluzioni studiate per un mercato di fascia alta in grado di apprezzare il valore della materia, la qualità delle lavorazione, la sofisticata scelta di un dettaglio. Una proposta che ha una coerenza d'insieme evidente sia nell'immagine e nella comunicazione dell'azienda, curate dalla direzione artistica dell' architetto Piero Lissoni, sia negli aspetti più nascosti, come quelli legati alla produzione, al "dietro le quinte" di quei prodotti esposti negli showroom monomarca aperti da Boffi in tutto il mondo.
Qualità e attenzione ai dettagli sono i fili conduttori di ogni fase del processo produttivo, come si può vedere visitando lo stabilimento di Lentate sul Seveso, quartier generale di Boffi. Che non a caso organizza sistematicamente dei tour in azienda riservati ai progettisti di tutto il mondo che possono cogliere tutte le virtù intrinseche al brand. Un esempio è la fase della verniciatura, realizzata in stabilimento con tipologie e macchinari molto diversi in base alle caratteristiche della superficie e al risultato estetico da ottenere.
Si può spaziare dall'utilizzo di un robot completamente automatico a 5 pistole, alla verniciatura a velo di poliestere o alla cabina a spruzzo manuale per particolari più complessi o trattamenti speciali. Un'operazione seguita con grande attenzione dai tecnici Boffi, perché i cicli di verniciatura variano in base alla quantità di materiale da sovrapporre al pannello di Mdf e allo spessore finale di finitura che si vuole ottenere. Le operazioni si dividono in una prima fase, nella quale vengono lavorati i bordi e in una seconda nella quale vengono verniciate le superfici. Il film di vernice viene steso secondo una tecnica "bagnato su bagnato" senza completare l'asciugatura. Dopo aver concluso i cicli di verniciatura i pannelli possono accedere alla camera di essicazione con temperatura e umidità controllati.
Il mix tra artigianalità e industrializzazione, le due anime Boffi, si esprime compiutamente nella falegnameria, con postazioni e banchi di lavoro sui quali sono svolte operazioni manuali di levigatura del semilavorato (bordi, smussi, superfici), o al contrario nella sezionatura completamente automatizzata dei pannelli secondo le larghezze più utilizzate. Quest'operazione, grazie alla quale è possibile ridurre tempi e scarti di produzione, consente di preparare rapidamente fianchi, ante e frontali nelle dimensioni definite per poi avviare correttamente il processo di foratura e tutte le lavorazioni superficiali. Massima attenzione all'inizio del processo quindi, così come alla fine, negli step conclusivi di finitura. La lucidatura viene eseguita da una macchina a due teste che si avvale di spazzole rotanti che strofinano la superficie dei pannelli fino a renderla perfettamente lucida. Un processo che può richiedere anche un tempo molto lungo, ma che porta a un risultato perfetto in termini di brillantezza della superficie.
Tutte le fasi del processo produttivo sono svolte internamente e sottoposte a grande controllo, imprescindibile per mantenere un livello qualitativo elevato: dai semilavorati all'assemblaggio, dalla verifica di ogni singolo pezzo all'imballaggio. Finiture ricercate, essenze preziose, lavorazioni dall'alto contenuto estetico testimoniano l'approccio sartoriale che caratterizza tutta la produzione. Ogni cucina, ogni bagno, ogni armadio, vengono realizzati su misura secondo il progetto e le specifiche del cliente. Un approccio che da sempre contraddistingue l'attività di Boffi, ma che sarà affiancato da proposte che vanno in una direzione leggermente diversa: quella della semplificazione, di un processo di lavorazione più agile e snello, di un contenimento delle infinite possibilità del "su misura".
«Con le proposte presentate a Eurocucina 2014, Salinas e Open, siamo passati dal concetto di "complicazione intelligente" a quello di "semplificazione intelligente" - Sintetizza Gavazzi, parlando della nuova concezione sulla composizione dei sistemi -. Sono prodotti più semplici dal punto di vista produttivo, che ci permettono di essere più veloci e tempestivi, pur mantenendo invariata la qualità dei materiali, le possibilità di personalizzazione estetica, la capacità di essere eleganti e funzionali in perfetto stile Boffi. Artigianalità e personalizzazione hanno sempre rappresentato un grande vantaggio competitivo per noi, ora abbiamo sintetizzato le possibilità compositive preservando il valore indiscusso del progetto. Un abaco aperto in un sistema chiuso con il quale abbiamo accorciato il ciclo produttivo senza trascurare nulla in termini di qualità».
Salinas, con cui Patricia Urquiola si è cimentata per la prima volta sul tema cucina, è il progetto che rappresenta al meglio la nuova categoria di sistemi. Una proposta che non segue più il filone dei mobili completamente customizzabili e ultraflessibili, ma riassume attorno a 100 pezzi già definiti le possibilità di comporre la propria cucina modulare. Ne deriva un sistema cucina dall'alta qualità funzionale ed estetica ma anche una soluzione più veloce da produrre e da montare. In sintesi un progetto che guarda al futuro (così come la cucina per outdoor Open di Piero Lissoni) senza tradire il dna dell'azienda, anzi esaltandone lo spirito innovativo con il linguaggio di eleganza contemporanea proprio di Boffi.