Valcucine presenta Domus Anthology – Volume II

Valcucine pubblica il secondo volume di Domus Anthology, una pubblicazione di 18 progetti residenziali realizzati in contesti geografici e culturali profondamente diversi

Un atlante del modo di vivere contemporaneo e al contempo un vero e proprio osservatorio internazionale sul design contemporaneo: è Domus Anthology – Volume II di Valcucine, una raccolta di 18 progetti residenziali realizzati in contesti geografici e culturali profondamente diversi. Le pagine del volume restituiscono una serie di traiettorie comuni che raccontano non solo come si progettano oggi gli interni, ma anche come i valori fondativi di Valcucine (attenzione alla materia, sostenibilità, leggerezza visiva e funzionale, centralità dell’esperienza umana) stiano influenzando la cultura del progetto contemporaneo.

Genius Loci nel progetto Yarra Valley House realizzato in Australia da JAM Architects - Photo credits Timothy Kaye

Si viaggia dalla Scozia, dove Cuddymoss di Ann Nisbet Studio (pp. 8–19) indaga il tema della stratificazione storica, all’Australia, con Yarra Valley House firmata da JAM Architects (pp. 20–33) che ribalta il rapporto tra interno e natura, alla residenza progettata da Matteo Perbellini nelle Dolomiti, a San Cassiano (pp. 34–47) che costruisce un dialogo intimo con luce, topografia e bosco. Si prosegue nelle metropoli asiatiche (pp. 48–85): a Shanghai, la Kingdom Villa progettata da MOOOMA Studio – Eva Liu intreccia arte, collezionismo e vita domestica in un unico linguaggio spaziale. A Taipei, il lavoro di Instay Studio lavora invece sulla rarefazione. Nella parte centrale e finale della pubblicazione, dedicata a Europa, Medio Oriente, India e Stati Uniti (pp. 86–223), i progetti firmati da studi quali Meganom, TuTu Studio, HP Lakhani Associates, Carl Abbott, Fusionstudio, Nazareno Architecture & Design e altri ancora mostrano come l’abitare stia evolvendo verso spazi fluidi, privi di gerarchie rigide.

Artematica by Gabriele Centazzo nel progetto Cuddymoss, realizzato in Scozia da Ann Nisbet Studio - Photo credits David Barbour

1. La materia come dispositivo narrativo e sensoriale

La materia non è più semplice finitura, ma diventa linguaggio. Pietre fiammate e spazzolate, finiture lignee che conservano la loro vibrazione naturale, vetri opachi o velati che modulano luce e profondità, costruiscono ambienti che parlano attraverso superfici autentiche.

Genius Loci + Air Logica by Gabriele Centazzo nel progetto di Matteo Perbellini nelle Dolomiti - Photo credits Francesco Caredda

2. La cucina come infrastruttura architettonica dello spazio domestico

La cucina non è un ambiente, ma una struttura organizzativa: orienta i flussi, definisce le gerarchie spaziali, costruisce relazioni visive e funzionali. È la trasformazione di uno degli assunti chiave di Valcucine: la cucina come sistema progettuale flessibile.

Artematica + Air Logica by Gabriele Centazzo nel progetto di Instay Studio a Taipei - Photo credits Instay studio

3. Il valore della tattilità e della profondità materica

Molti interni mostrano un ritorno al gesto, alla superficie viva: lavorazioni manuali, metalli ossidati, pietre materiche e legni che con le loro venature diventano ambasciatori di identità locali. È la risposta a un bisogno diffuso: riportare nell’abitare una dimensione sensoriale, tattile e umana.

Artematica di Gabriele Centazzo nel progetto di HP Lakhani Associates a Hyderabad, India - Photo credits Shamanth Pati

4. La sostenibilità come metodo progettuale, non come estetica

Dalle tecniche costruttive locali ai materiali riciclati o a bassa distanza, fino ai sistemi removibili che preservano edifici storici, emerge una visione della sostenibilità che è processo, non immagine. È un approccio che coincide con quello dell’azienda: valorizzare le risorse, ridurre l’impatto, progettare per durare.