Moderato da Marialuisa Pezzali, giornalista di Radio 24, il talk organizzato da Veneta Cucine presso lo show room milanese di Foro Bonaparte ha dato vita a una riflessione profonda sul tema dell’ eccellenza diffusa coinvolgendo realtà di impresa molto diverse tra loro, per tipologia e dimensioni, accomunate da una comune tensione verso una qualità radicata nel dna italiano. Oltre ai padroni di casa, Dionisio e Daniela Archiutti, hanno partecipato all'incontro Alberto Alemagna, socio fondatore T’a Milano, brand di alta pasticceria, Davide Bollati, fondatore e presidente di Davines, pioniere nel campo della ricerca nei prodotti di bellezza con una forte impronta di sostenibilità in ogni fase, Luca Scanni, socio fondatore di Pavè, una pasticceria milanese con laboratorio a vista entrata nella classifica dei 20 migliori bar d’Italia, David Pambianco, direttore Pambianco Design e responsabile della divisione di consulenza strategica di Pambianco Strategie di Impresa, e Francesco Morace, presidente Future Concept Lab.
Ha aperto il dibattito Dionisio Archiutti, vicepresidente di Veneta Cucine, affermando che l’eccellenza dell’industria italiana continua ad essere competitiva, con strategie ed investimenti industriali mirati che hanno permesso e che permettono il raggiungimento e l’ottimizzazione degli obiettivi prefissati. Archiutti ha parlato anche dell’importanza della collaborazione tra le aziende, delle partnership e dell’eccellenza che ne deriva.
Dionisio Archiutti ha passato la parola a Duccio Brunetti, responsabile commerciale di Siemens Italia, che ha raccontato il prodotto Siemens, punto di riferimento del settore dell’elettrodomestico, con i suoi valori come il rispetto per l’ambiente e le collaborazioni eccellenti, come quella con Veneta Cucine.
L’intervento del sociologo Francesco Morace, che da tempo collabora con l’azienda, ha voluto invece partire dal significato intrinseco della parola eccellenza, dal latino "excellentia", con cui si intende “fare qualcosa meglio di chiunque altro”. Una definizione che non deve essere confusa con il lusso, legato etimologicamente al concetto di eccesso e appannaggio della cultura francese. “L’eccellenza è inclusiva e non esclusiva ed è una dimensione di gusto mondiale dove l'Italia può vincere. Siamo straordinari nell’attenzione al particolare e questa tensione parte dalle macchine produttive, talvolta inventandole. In questo senso c’è un pizzico di Leonardo in ogni impresa italiana e l’obiettivo condiviso è quello di migliore la qualità della vita di tutti i giorni”.
Proprio da questo assunto è partito l’intervento di Daniela Archiutti, art director di Veneta Cucine, che ha ribadito la volontà di aprire un confronto con aziende simili per valori. Per quanto riguarda quelli di Veneta Cucine, un’azienda che oggi impiega 500 addetti e che da sempre “ha una forte identità radicata nel territorio”, la sua missione la vede impegnata a rappresentare una visione molto chiara. “Veneta Cucine si impegna ogni giorno a "saper fare" sempre meglio, con un controllo di tutte le fasi. Il brand è radicato sulla veridicità e autenticità di un bene durevole come la cucina e questi concetti oltre che sul prodotto dobbiamo saperli rappresentare nei punti vendita”.
Una sfida che Veneta Cucine affronta anche attraverso iniziative come il talk sull’eccellenza diffusa che si è svolto nello show room milanese, espressione compiuta di un racconto tra innovazione e tradizione che Daniela Archiutti ha fatto proprio.
Una tensione che è diventata la ragion d’essere anche di Eugenio Boer, chef e patron del ristorante milanese nonché testimonial di Siemens, che ha chiuso l’incontro con un viaggio attraverso il “gusto” dove l’eccellenza diventa “sapore”. E proprio Eugenio Boer ha ricordato come il fil rouge di tutti coloro che fanno eccellenza sia la rielaborazione della tradizione. “Una sfida che guarda al futuro ma che può essere vinta solo se si conosce bene la tradizione”.