Lui è l’amministratore unico della società Orlandinotti Real Estate e possiede un background da manager e consulente nei settori finanza e arredamento; lei è avvocato specializzata in diritto della comunicazione. Sono Roberto Orlandinotti e Barbara Mazzi, professionisti di talento, ma prima di tutto sono due personalità creative. Lo si può dedurre immediatamente dando uno sguardo alla loro casa di Milano, un piccolo capolavoro di restauro e di recupero arredata con mobili e pezzi d’arte, di design contemporaneo e vintage.
L’appartamento, sito in un palazzo del 1925, è stato ristrutturato con la collaborazione dell’architetto Francesco Peveri, uno dei personaggi-chiave del team di lavoro dell’agenzia di Roberto Orlandinotti. Quando la coppia decise di acquistare la casa, per il progetto di restauro l’idea di base era di conservare i caratteri architettonici degli anni ’20 aggiungendo qualche dettaglio contemporaneo.
Le caratteristiche di interior di questo spazio abitativo che avevano affascinato la coppia sono stati proprio «gli elementi di decorazione “nativi” dell’immobile, che creano un’atmosfera avvolgente e di charme, e anche il potenziale distributivo dell’appartamento, che ha consentito di creare una zona living di ampia metratura, di circa 80 mq», ci ha raccontato Roberto Orlandinotti.
«In precedenza la casa ospitava uno studio di architettura ed era organizzata in uffici chiusi di metratura variabile dai 20 ai 40 mq. Il nostro intervento è consistito nel ridefinire l’impianto distributivo creando gli ambienti giorno e notte e rispettando le esigenze funzionali. Ovvero: tre camere da letto, una zona ospiti-studio, tre servizi igienici, lavanderia. I materiali utilizzati per il restauro di finiture e pavimentazioni derivano in parte dal recupero di quelli esistenti, mentre laddove c’erano materiali impossibili da recuperare abbiamo scelto, per i pavimenti, le cementine di Marrakech Design, e poi resine e parquet. Abbiamo inoltre mantenuto una boiserie e valorizzato il corridoio di disimpegno creando un ambiente più contemporaneo».
Le speciali cementine disegnate da Claesson Koivisto Rune per Marrakech Design, che giocano su inusuali geometrie optical, donano agli ambienti un carattere originale e vagamente retrò, anche in cucina. Quest’ultima appartiene all’ampia zona giorno, dalla quale però è separata grazie ad una porta scorrevole che si mimetizza con il muro divisorio. Lasciando vedere, in parte o completamente a seconda dell’utilizzo, lo spazio arredato con uno storico modello di Boffi.
Dalla kitchenette all'open space
Com’era in precedenza la cucina e come si caratterizza adesso ce lo ha spiegato Roberto Orlandinotti. «Originariamente, nello studio di architettura preesistente, c’era una kitchenette di servizio. La nostra scelta è stata invece quella di creare una cucina collegabile in open space con il resto del living per favorire la socialità tra chi prepara i cibi e gli ospiti. In ogni caso, la nuova cucina è anche un locale indipendente, e dispone di un tavolo con quattro sedute».
Così, il muro che separava la cucina dalla sala da pranzo è stato demolito in modo che gli ambienti potessero essere integrati; al muro è stata sostituita una porta scorrevole che consente di chiudere e nascondere la cucina, arredata con uno stile rigoroso. Il modello scelto dai proprietari è Xila 90, prodotto da Boffi e firmato da Roberto Massoni, e si compone di un’isola in acciaio e di due armadiature con ante in laccato bianco: una è dotata nicchia utile per piccoli elettrodomestici; l’altra accoglie frigocongelatore e forni ad incasso. Particolare il tavolo, anch’esso con struttura in acciaio, dotato di piano in legno naturale.
Di fronte alla cucina si apre la sala da pranzo in cui troneggia un pezzo unico: il grande tavolo ovale Ufo appartenuto allo stesso designer che l’ha creato, Ferruccio Laviani. Più precisamente, il tavolo è il prototipo del modello che è poi stato realizzato in serie da Emmemobili. Un elemento prezioso e di forte presenza, che indica la propensione all’ospitalità e alla convivialità dei padroni di casa. «All’arte del cucinare si dedica però soprattutto Barbara, appassionata di cucina» precisa Roberto. «E il suo “piatto forte” è la parmigiana di melanzane».
Quasi a contrasto con il razionalismo stilistico e cromatico della cucina, invece, è l’arredo del resto dell’abitazione, reso unico da un’ampia collezione di mobili e oggetti che Orlandinotti raccoglie con passione da anni. «Ogni pezzo è stato scelto con il tempo e con cura», conclude. Ritroviamo quindi pezzi di design creati da progettisti di fama internazionale, come Patricia Urquiola, Joe Colombo, Verner Panton, lampade di Flos e di Artemide e preziosi elementi vintage tra cui le celebri sedie a calice di Knoll
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Foto : Carlo Lavatori- Vega MG